Terni, operaio ferito: assemblee e sciopero

I sindacati definiscono «positivo» l’incontro con il prefetto e annunciano assemblee con un’ora di sciopero in tutti i reparti. Restano critiche le condizioni di Gianluca Menichino

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Restano molto gravi, seppur stabili, le condizioni di Gianluca Menichino, l’operaio 35enne di Terni rimasto vittima, nel primo pomeriggio di lunedì, di un terribile incidente sul lavoro nello stabilimento Ast di viale Brin. «Dopo essere stato operato dall’equipe di neurochirurgia per una decompressione cranica e dai chirurghi vascolari e ortopedici – riferisce martedì mattina in una nota, l’azienda ospedaliera di Terni – il paziente resta ricoverato in rianimazione con prognosi riservata e un quadro clinico critico».

PARLA UN OPERAIO: «RITMI INSOSTENIBILI» – VIDEO

L’incidente è avvenuto lunedì pomeriggio, poco dopo le 14, lungo la linea LAC2 nel reparto PIX1 dell’acciaieria. Gianluca Menichino stava effettuando da solo lo ‘scarico’, in uscita, di rotoli di acciaio lavorati quando – per cause in corso di accertamento da parte della procura di Terni, nella persona del pm Tullio Cicoria, e dell’azienda sanitaria Usl Umbri 2 – un coil del peso di oltre 20 tonnellate lo ha colpito, schiacciandolo contro una scala. Le condizioni dell’operaio sono apparse subito gravissime ed è stato soccorso sul posto dai colleghi, dagli addetti dell’infermeria aziendale e quindi dagli operatori del 118 che lo hanno trasportato d’urgenza in ospedale.

Il prefetto Angela Pagliuca

Incontro in prefettura Martedì pomeriggio in prefettura, su richiesta dei sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic e Ugl, si è tenuto un incontro urgente con il prefetto Angela Pagliuca per discutere dell’accaduto e dell’esigenza – già rappresentata lo scorso 3 aprile dalle sigle, nella stessa sede – dell’esigenza di un nuovo protocollo con l’azienda su sicurezza e ambiente. Soddisfatti i sindacati dei metalmeccanici che valutano positivamente «la celerità con cui la prefettura ha risposto alla richiesta. Siamo soddisfatti – si legge nella nota – dell’approccio con il quale è stata improntata e successivamente conclusa la discussione. Il prefetto ha tenuto prima di tutto a manifestare la sua solidarietà e vicinanza al collega vittima dell’incidente ed inoltre ha ribadito il suo impegno nell’adoperarsi, attraverso le forme necessarie, per fare tutto quanto possibile affinché la sicurezza torni ad essere una priorità di tutti. L’incontro – affermano le cinque sigle – ha rappresentato l’occasione per ragionare, oltre che di sicurezza e delle discussioni in corso con Ast su questa tema, sulla necessità di protocolli condivisi che coinvolgano tutti i soggetti interessati per definire impegni reciproci, finalizzati a migliorare l’insieme degli aspetti del lavoro. Abbiamo ribadito la necessità di ricostruire un sistema di relazioni generale, di tutti gli attori cittadini, sociali, datoriali, istituzionali e politici, con l’obiettivo di rimettere ordine ad una discussione costruttiva e proficua per il bene della comunità ternana. A tale proposito, l’incontro in programma venerdì 14 luglio presso la Regione Umbria con la presidente Marini, sarà la prima occasione di discussione per chiarire e condividere le criticità presenti nel sito Ast e provare a mettere in campo azioni coordinate sia per le future sorti del sito e, più in generale, per il bene della comunità ternana».

Assemblee e sciopero Attraverso una nota, martedì mattina, i cinque sindacati, oltre ad esprimere la propria vicinanza all’operaio ferito ed ai suoi familiari, hanno commentato con durezza il fatto accaduto lunedì, invitando tutte le parti ad una riflessione. «Il grave incidente avvenuto nel reparto PIX1 di ThyssenKrupp AST – scrivono – ripropone con forza e prepotenza il tema della sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro che deve essere prioritaria su tutto. Quando avvengono questi drammatici eventi, ognuno di noi dovrebbe fare una profonda riflessione se è stato fatto tutto il possibile e necessario per evitarli e, al tempo stesso, sviluppare la cultura della sicurezza con investimenti impiantistici, innovazione tecnologica, formazione del personale, coinvolgimento continuo delle rappresentanze sindacali ed un adeguato addestramento dei responsabili aziendali spesso distratti dagli obbiettivi produttivi». Questi i presupposti, a cui fanno seguito le critiche delle cinque sigle ad un ‘sistema’ ritenuto evidentemente insufficiente: «Negli ultimi mesi abbiamo più volte sollecitato un’attenzione diversa sui temi della sicurezza, ai diversi livelli, avendo la percezione che tra buoni propositi annunciati e reali operazioni messe in campo, c’era e c’è ancora un notevole scostamento. Non a caso lo scorso 3 aprile, in prefettura ed unitariamente, abbiamo proposto un nuovo protocollo che affrontasse tutti i temi inerenti salute, ambiente e sicurezza, coinvolgendo tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di raggiungere un obiettivo comune per il bene di chi sta all’interno e all’esterno della fabbrica».

«Serve nuovo protocollo» Una richiesta ribadita a seguito del grave infortunio dell’operaio 35enne: «Oggi, con maggiore forza e maggiore convinzione, riproponiamo quanto detto e sostenuto, auspicando di far ricredere chi in quell’occasione ha sostenuto il superamento del protocollo stesso. Riteniamo necessario – concludono i sindacati dei metalmeccanici – un nuovo sistema di relazioni industriali con l’azienda, orientato al confronto, alla discussione finalizzata alla vera risoluzione dei problemi e non ad una modalità ‘fittizia’ rilevata fino ad oggi. Per dare continuità a quanto sostenuto in questi mesi e rivendicando la massima attenzione sui temi della sicurezza, proclamiamo dal 13 al 21 luglio un ciclo di assemblee con un’ora di sciopero da svolgere con i lavoratori di tutti i reparti». Fra i colleghi dell’operaio c’è dolore e sconcerto per l’accaduto e c’è chi sottolinea come svolgere contemporaneamente le mansioni di operatore e carropontista, comporti dei rischi tangibili, al di là degli errori che ciascuno può commettere.

Tragico precedente La linea dove è accaduto l’incidente è la stessa dove nel maggio del 2010 – in quel caso l’operazione era di ‘carico’, in entrata – si verificò il grave incidente che portò alla morte di Leonardo Ippoliti, 28enne di Porchiano del Monte (Amelia). Sul fatto accaduto lunedì pomeriggio, la procura di Terni ha già aperto un fascicolo attraverso il sostituto procuratore Tullio Cicoria.

La Regione Martedì pomeriggio il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, ha commentato così l’accaduto: «Vogliamo esprimere tutta la solidarietà alla famiglia e al giovane Gianluca Menichino. Questo grave  incidente ci pone di fronte al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro che deve essere alla base di qualsiasi considerazione senza se e senza ma. La Regione ribadisce di essere pronta a fare la propria parte, come fatto in passato attraverso protocolli sulla sicurezza che passa attraverso formazione e investimenti. Su tutti questi temi noi siamo al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che vedremo venerdì 14 alle ore 16, dopo che la riunione di ieri è stata rinviata per l’incidente. Auspichiamo una certa unità tra i sindacati perché non ci possono essere divisioni strumentali. La magistratura farà chiarezza sull’incidente e noi auspichiamo che, rapidamente, si giunga alla firma del nuovo protocollo sulla sicurezza scaduto lo scorso marzo. Venerdì diremo ai sindacati che tutte le istituzioni faranno la propria parte perché, nonostante i progressi, non sia trascurato nessun dettaglio e metteremo in campo tutte le azioni possibili perché non si verifichino più incidenti come questi».

I lavoratori in viale Brin

«Attoniti e angosciati» Così il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, in una nota: «Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia, agli affetti, ai colleghi di lavoro, agli amici del giovane operaio che ieri pomeriggio (lunedì, ndR) è rimasto gravemente ferito durante il turno di lavoro all’interno degli stabilimenti della Tk-Ast. Ci siamo recati all’ospedale Santa Maria per conoscere la situazione, abbiamo parlato a lungo con i medici del reparto di rianimazione intensiva che ci hanno spiegato dettagliatamente le condizioni del ragazzo, stiamo seguendo costantemente l’evolversi della situazione. Rincresce notare – scrive il primo cittadino – che nonostante i progressi fatti nella cultura della prevenzione, nell’attuazione delle misure antinfortunistiche e i significativi investimenti in termini di sicurezza sul lavoro da parte dell’azienda di Terni, si sia verificato un incidente che lascia attoniti e angosciati. Questo episodio ci ricorda che non si è mai completamente al sicuro. Bisogna continuare a far sì che la cultura della sicurezza diventi sempre più l’elemento fondamentale nell’attività produttiva, sia per l’azienda che per i singoli lavoratori. L’augurio – conclude il sindaco – è che sia rapidamente ricostruita la dinamica della vicenda e che siano comprese eventuali criticità anche per dare un contributo agli stessi protocolli sulla sicurezza, per impedire che in futuro si ripetano incidenti del genere e che altri lavoratori debbano pagare un tributo così pesante».

«Lacune nell’organizzazione» Oltre ad esprimere solidarietà e vicinanza ai familiari dell’operaio ferito, aderendo allo sciopero proclamato dalle Rsu di Ast, l’Unione sindacale di Base va all’attacco dell’azienda: «I risultati dei tempi di produzione ‘ottimizzati’ sono davanti a noi. Ecco a cosa porta il sentire sul collo il fiato dell’azienda, ecco le conseguenze delle pratiche operative standard scritte e poi dimenticate, ecco a cosa servono i flash meeting ad inizio turno, ecco cosa significa una gestione del lavoro da ferriera dell’800. In questo scenario, la figura del sindacato è pallida, irriconoscibile di fronte alla gravità delle lacune dell’organizzazione del lavoro».

Rifondazione Così il circolo lavoratori del Partito della Rifondazione Comunista di Terni e la federazione provinciale: «Questo grave infortunio è figlio del clima repressivo messo in atto da tempo dalla direzione aziendale che attua i metodi del ‘Toyotismo’ per incrementare la produttività dei reparti e dei lavoratori stessi. La filosofia dell’efficientamento imposta dai cronometri e da nuove pratiche operative alienanti non tengono conto di quali conseguenze, in una fabbrica dove le forze in gioco sono titaniche, possano portare. Se aggiungiamo il ricorso allo straordinario come consuetudine, situazioni ad alto rischio divengono quotidiane».

Le attività produttive Nel pomeriggio di martedì intanto l’Ast ha comunicato che «nel mese di luglio ci sarà il funzionamento a pieno regime di tutti gli impianti, tranne una linea di produzione dell’acciaieria (CCO7 AOD3 Forno 4) che sarà ferma negli ultimi dieci giorni del mese. Gli addetti, seguendo la turnazione prevista, saranno impegnati in corsi di formazione e in attività complementari alla produzione. Di norma le linee di produzione bramme vengono fermate entrambe a fine mese per 4/5 giorni,  tuttavia, poiché a luglio, al fine di soddisfare l’eccesso di domanda sul ferritico, la linea di produzione ad esso dedicata non sarà fermata, l’altra linea subirà una interruzione più lunga del consueto in modo che torni l’equilibrio complessivo tra i volumi prodotti nelle aree a caldo e a freddo».

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