Terni, parco Cardeto: situazione bloccata

Ennessimo sopralluogo dei consiglieri comunali e c’è una sola certezza: Comune e società concessionaria sono in rotta. Lavori fermi e polemiche

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di M.T.

Una certezza c’è e non è una una cosa da poco. Nessuna nuova apertura ‘parziale’ ai primi di maggio: il parco di Cardeto resta una delle spine più grosse che il Comune di Terni si è ficcato in gola con le sue stesse mani. Tutti dicono di non voler finire in tribunale, ma su come evitarlo non c’è accordo.

Il sopralluogo Venerdì mattina i componenti della prima commissione consiliare del Comune di Terni – insieme a Sandro Citarei in rappresentanza della società concessionaria che sta lavorando al parco e insieme ad una delegazione del comitato di quartiere – si sono fatti un giro al parco e poi si sono riuniti a palazzo Spada per fare il punto della situazione.

L’impasse Quello che emerge è in estrema sintesi, questo: i lavori sono fermi perché «abbiamo presentato una variante al progetto del ristorante, che è stata respinta – ha spiegato Sandro Citarei – e se questa cosa non si sblocca, noi non ripartiamo in quanto senza quella modifica (una superficie aggiuntiva di circa 50 metri quadrati per la cucina; ndr) non troveremmo nessuno disposto a prendere in affitto il locale». Ma questa e solo la punta della spina nella gola del Comune, visto che c’è anche la bega delle piante da bonificare (20 all’inizio, poi diventate 28 e quindi salite a 32-34) per le quali si è in attesa di una perizia tecnica, anche in relazione alle prese di posizione delle sociali ambientaliste; visto che c’è il problema dell’ascensore da realizzare nella palazzina spogliatoi e visto che c’è la criticità rappresentata dall’accesso al magazzino della struttura sportiva coperta e che su via Borzacchni proprio non potrebbe essere realizzata.

Politici divisi In commissione, manco a dirlo, posizioni diverse: con i consiglieri di minoranza schierati su una posizione precisa: «Deve essere il Comune a risolvere il problema». Peccato che il Rup del Comune – Federico Nannurelli – avesse appena finito di spiegare che «la proposta di variante presentata da Citarei non può essere presa in considerazione sulla base delle indicazioni che il Comune ha ricevuto dall’Anac, secondo le quali ci potrebbero essere delle criticità relative alle procedure della gara primaria e che, in caso di modifica in corso, potrebbero risultare aggirate». Ma per le opposizioni, una volta tanto, la posizione dell’Anac diventa trattabile: «Bisogna mediare – ha detto il vice presidente della commissione, Marco Cecconi – è questo è un compito della politica».

Il braccio di ferro La posizione del Comune, invece, è stata ribadita con forza dallo stesso Nannurelli: «Per noi i lavori devono riprendere immediatamente – ha spiegato – ma sulla base dei progetto già approvato, perché noi non siamo in grado di concedere alcuna deroga». Mentre Citarei, dopo aver ricordato che «questa è un opera socialmente utile. Noi siamo passati da un investimento di 800 mila euro a quasi tre milioni e il Comune non ha cacciato un euro. Se non ci autorizzate alla modifica, noi ci fermiamo e poi vedremo come andrà a finire».

Il comitato Sempre più straniti, li sono stati sentire i rappresentanti del comitato di quartiere – il consigliere Renato Bartolini aveva proposto di ascoltarli, ma il presidente Chiappini ha detto no – che alla fine della mattinata di confronti hanno solo incassato la – piccola – novità che la commissione si tornerà a riunire venerdì prossimo e chiederà all’assessore Stefano Bucari di presentarsi per riferire sulla volontà del Comune. 

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