Terni: «Per Giorgia no perizia psichiatrica»

Il gip ha respinto la richiesta della difesa, la procura dispone altre visite. Rigettata anche la scarcerazione, si va al Riesame. Al bimbo è stato dato il nome di Giuseppe

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Nessuna perizia psichiatrica con formula di incidente probatorio, né tantomeno – come era d’altronde prevedibile – concessione degli arresti domiciliari: il gip del tribunale di Terni, Natalia Giubilei, ha respinto le richieste presentate ieri dalla difesa di Giorgia Guglielmi, la 27enne in carcere da martedì con l’accusa di aver abbandonato il figlio neonato dopo il parto. Intanto, la procura ha invece disposto che la donna venga sottoposta, all’interno del carcere di Capanne, a varie visite mediche, da quelle ginecologiche a quelle psicologiche.

L’esito delle istanze presentate al termine dell’interrogatorio di giovedì dall’avvocato Alessio Pressi era abbastanza scontato, soprattutto per quanto riguarda la sostituzione della misura cautelare. Il legale, venerdì mattina, come già preannunciato, ha depositato istanza di Riesame, sempre per chiedere la sostituzione della misura con i domiciliari, visto che al momento – tenuto conto del periodo di ferie – non c’è ancora la disponibilità da parte di strutture protette. «In mancanza di questa disponibilità – precisa l’avvocato, che in mattinata ha avuto un colloquio telefonico con la ragazza -, occorre sottolineare l’aspetto procedurale dell’istanza, presentata in particolar modo al fine di leggere le carte, senza altre particolari pretese. In quella sede, inoltre, mi riserverò di chiedere anche la rubricazione del reato di omicidio volontario aggravato».

Il bimbo Intanto, mentre le indagini da parte della polizia proseguono per capire meglio i rapporti tra Giorgia, il compagno e i suoi genitori, è quasi giunto il momento di dare l’ultimo saluto alla povera vittima di questa tragedia, che ora – troppo tardi – ha ufficialmente un nome. Il piccolo era stato ribattezzato Francesco dal vescovo Giuseppe Piemontese, Adeodato – ‘donato da Dio’ – da don Angelo, il cappellano del Santa Maria, mentre la famiglia, nell’atto di nascita, ha deciso di chiamarlo Giuseppe. C’è grande riserbo su data e luogo dei funerali, elementi che i familiari vogliono mantenere riservati. Tra loro anche il compagno albanese di Giorgia, che ha riconosciuto il bimbo ma dovrebbe essere sottoposto ad esame del Dna, non ancora disposto formalmente.

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