Terni, piastra logistica: 23 milioni immobili

Cinque anni dopo l’avvio dei lavori e un investimento notevole, è tutto fermo e lungi dall’essere ultimato. Il timore-incompiuta, le rassicurazioni della Regione, la frenata di Rfi

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di M.T.

Era luglio del 2016 e l’assessore regionale Giuseppe Chianella aveva scandito: «La firma sulla convenzione tra Regione Umbria e Rete ferroviaria italiana (Rfi), entro il mese, così da «stabilire tempi e modi con i quali avviare l’iter tecnico che deve portare al completamento della piastra logistica sulla Marattana, tra Terni e Narni e procedere con il suo collegamento con la rete ferroviaria (la linea è la Roma-Ancona; ndr)». 

In balìa dei vandali

Silenzio Poi della faccenda si sono perse le tracce. Pure colpa nostra, sia chiaro, che abbiamo trascurato di fare quello che avremmo dovuto, cioè star dietro a chi doveva dar seguito alla cosa. Ma, insomma, adesso siamo alla fine di febbraio – sette mesi dopo quelle parole e un anno dopo che Walter Patalocco alla questione aveva dedicato un corsivo su umbriaOn – e siamo tornati a chiedere lumi all’assessore. Soprattutto perché – le foto che mostriamo sono state scattate venerdì – lo stato di abbandono e la relativa scarsa vigilanza potrebbero incoraggiare ladri e vandali: tanto che la rete con la quale è stata chiusa quella che dovrebbe essere la futura strada di accesso è stata strappata.

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO DEL 17 FEBBRAIO 2016 

Tutto immobile

La storia Sono passati quasi cinque anni – era agosto del 2012 – da quando la ‘piastra’ venne annunciata e si promise che gli «oltre 20 ettari di estensione, fra i territori comunali di Terni e Narni. Prevede aree destinate alle merci, costituite da capannoni, piazzali e magazzini, aree destinate all’uomo, costituite da uffici, sale riunioni, servizi vari» sarebbero stati a disposizione, con tutti i servizi pronti, in un anno e mezzo.

LA ‘PIASTRA’ LOGISTICA OGGI – LE FOTO

I magazzini

I ritardi Nel frattempo, invece – e nonostante i circa 23 milioni spesi – non è entrata in servizio nemmeno la parte dedicata all’interscambio ‘su gomma’. In pratica i grandi Tir dovrebbero scaricare lì le merci, che poi sarebbero trasferite a destinazione su mezzi più piccoli e meno impattanti. Invece lì dentro non è entrato o uscito un solo pacchetto. E sì che quella parte sarebbe pure pronta, garantisce Chianella, «tanto stiamo discutendo con Confindustria e Confartigianato per arrivare alla stipula di un protocollo per la gestione della struttura», ma nella quale continuano a crescere solo le erbacce. «Però noi vogliamo farla entrare in funzione – garantisce l’assessore – e entro un paio di settimane conto di convocare un incontro nel quale chiedere alle parti di accelerare». 

I binari

I binari Chiaro, però, che a dare un senso compiuto all’ingente investimento fatto, sarebbe la realizzazione della vera intermodalità, cioè la possibilità di interscambio tra traffico su rotaia e su gomma: i binari interni sarebbero pure pronti, si deve realizzare il collegamento con la rete ferroviaria, per il quale però è necessario «un adeguamento alle misure di sicurezza e segnalamento e dell’Acei (l’Apparato centrale elettrico a itinerari; ndr), con un investimento regionale di circa 10 milioni di euro, per inserire tutti i dispositivi di segnalamento e sicurezza obbligatori ed idonei a rendere la piastra un nodo di scambio intermodale e competitivo gomma-ferro».

Giuseppe Chianella

Il sistema Perché si deve fare in modo di consentire ai treni l’accesso alla rete interna e il loro ritorno sulla linea nazionale in piena sicurezza e tenendo conto del traffico ‘ordinario’. E, anche questo è un argomento sul quale regione e Rfi stanno discutendo da tempo: «I soldi ci sono – garantisce Chianella  – e stiamo aspettando che ci venga fornito il computo metrico, che deve realizzare Rfi, per poter affrontare il passaggio successivo».

Maurizio Gentile

Rfi L’amministratore delegato e direttore generale di Rfi, Maurizio Gentile, dice però che «il livello di progetto possibile con i fondi a disposizione ed il relativo computo è stato da noi elaborato e deve essere condiviso con la Regione. Per quanto riguarda i tempi al momento non ci sono elementi certi per rispondere atteso che deve essere ancora fatta la convenzione».

I magazzini

I magazzini Poi, però, si dovrà anche pensare ad un altro problema non da poco: la ‘piastra’ logistica di Terni-Narni ha magazzini per circa 2.600 metri quadrati. Una superficie che, per un’attività come quella che dovrebbe svolgere, appare decisamente irrisoria per farla rendere: il centro intermodale di Orte (dalla cui compagine societaria i Comuni di Terni e Narni sono usciti l’anno scorso)  è dotato di magazzini di stoccaggio delle merci per circa 20 mila metri quadrati.

piastra

L’ipotesi

L’ipotesi Tanto che c’era stato chi aveva ipotizzato di allungare il binario interno e farlo arrivare fino all’edificio, distante poche centinaia di metri in direzione di Narni, che ospitava le Officine Bosco e che attualmente è utilizzato solo in parte: «Ipotesi difficile da rendere praticabile – dice Chianella – perché lì ci sono dei contenziosi in corso». Ma, dice ancora l’assessore, «nella riunione che faremo parleremo anche del possibile ampliamento dei magazzini di stoccaggio, visto che abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da parte di altri imprenditori».

E l’erba cresce

Area di crisi Poi, certo, c’è tutta la partita relativa ai fondi connessi con il riconoscimento dello stato di area di crisi complessa per Terni e Narni, ma questo è tutto un altro discorso. Anche perché dal Comune di Terni – se si prova a chiedere lumi – la risposta è lapidaria: «Ha tutto in mano la Regione, noi non ne sappiamo nulla». Che, considerando il fatto che, come dire, un qualche interesse dovrebbero pure averlo, a palazzo Spada, non è proprio un bel sentire.

 

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