Piove fuori ma pure dentro. E allora lo sport diventa qualcosa di arrangiato, precario, deludente per chi cerca di praticarlo con impegno e buona volontà. Ma età degli impianti e mancanza di fondi – ergo manutenzioni – da anni, alla fine presentano il conto, puntualmente. Certo, non una novità per diverse strutture ternane – come quella della scuola ‘Fatati’ di Campomaggiore – ma doverci fare i conti, in questo caso è anche il Colleluna Volley a schiumare di rabbia, è sempre pesante. Soprattutto perché gli appelli e gli allarmi lanciati nel tempo, non li ha mai raccolti nessuno. Così la Terni piena di palestre, rischia di trovarsi ‘all’asciutto’ – si fa per dire – quando il meteo diventa inclemente. Non ditelo all’Officina del Volley Terni, che in barba al nome gioca ad Arrone proprio per la storica diatriba sull’utilizzo e quindi la capienza degli impianti a Terni: proprio sabato ha denunciato la pioggia battente all’interno della palestra della ‘Benedetto Brin’, quartiere San Giovanni. Il breve video girato è eloquente e, confrontando Terni ad altre realtà, appare urgente un ragionamento definitivo sullo sport cittadino. Se si vuole puntare sull’attività, le eccellenze tecniche e organizzative, l’attrattività della Conca per incrementare il numero di evento, la ricettività e dare una nuova solida prospettiva ad una città che soffre, si deve prendere il toro per le corna. Anche per quel che riguarda gli impianti cadenti, utilizzati dalla ‘base’ che è risorsa sì sportiva, ma soprattutto sociale.
Il futuro
Il persistere delle difficoltà nel tentare di riportare alla normalità la situazione, starebbe spingendo il Comune verso una soluzione diversa a partire dalla prossima stagione: le convenzioni per la gestione con le singole associazioni sportive, come prospettato poco più di un mese fa dall’assessore allo sport Elena Proietti.