‘Morosi’ in Comune: imputati si dividono

Terni, abbreviato per quattro dei coinvolti. Per gli altri cinque c’è il processo ordinario. L’ente non si costituisce e Orsini (Pd) attacca

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Di nove, quattro verranno giudicati con rito abbreviato ed altri cinque attraverso il processo ‘ordinario’. Si divide il percorso dei consiglieri comunali ‘morosi’, oltre ad un ex dell’assemblea di palazzo Spada ed un assessore della giunta-Latini, finiti a giudizio – con citazione diretta del pm Raffaele Iannella – per la vicenda delle pendenze economiche con il Comune di Terni, poi sanate ma ‘gravate’ dalle dichiarazioni di assenza di ragioni di incompatibilità sottoscritte ad elezione avvenuta.

TERNI, ‘MOROSI’ INDAGATI: LE CONTESTAZIONI

Abbreviato

Quattro imputati – i consiglieri comunali Emanuele Fiorini (gruppo misto) e Maurizio Cecconelli (FdI), l’ex consigliere comunale (revocato dal prefetto in base alla legge Severino) Raffaello Federighi e l’assessore comunale Sonia Bertocco (FI) – hanno chiesto ed ottenuto il giudizio abbreviato attraverso i propri legali, gli avvocati Massimo Proietti, Manlio Morcella, Carlo Viola e Alessandro Lardori. L’udienza, in cui verranno presumibilmente discusse e giudicate le posizioni, si terrà il prossimo 21 maggio di fronte al giudice Massimo Zanetti.

Ordinario

Per gli altri cinque esponenti politici che hanno optato per il rito ordinario – il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti (FI) ed i consiglieri Federico Brizi (misto), Luca Simonetti (M5s), Michele Rossi (Terni Civica) e Giulia Silvani (Lega) – l’udienza è stata fissata per il 24 giugno di fronte al giudice Biancamaria Bertan. Per quest’ultimi – difesi dagli avvocati Roberto Spoldi, Emiliano Napoletti, Paolo Cipiccia, Marco Gabriele, Maurizio D’Ammando e Luigi Fiocchi – l’iter per giungere alla sentenza si preannuncia ovviamente più lungo rispetto a chi ha optato per l’abbreviato.

Chi c’era. Le accuse

Venerdì mattina in aula – pm è Adalberto Andreani – erano presenti, fra gli imputati, i consiglieri Fiorini, Cecconelli, Simonetti e l’ex Federighi. Per la maggior parte dei coinvolti, la contestazione mossa dalla procura di Terni è ‘falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico’ per aver attestato di non avere pendenze (si va da poche decine di euro a qualche migliaio) con il Comune di Terni in sede di proclamazione di convalida degli eletti. Contestazione che attiene anche all’assessore Bertocco ma per ragioni diverse, ovvero l’aver dichiarato di non avere cause di incompatibilità nonostante fosse, per l’accusa, ancora amministratore delegato dalla società pubblica Aman Scpa. Doppia contestazione, invece, sia per la consigliera Silvani – la prima relativa alla posizione debitoria e la seconda al fatto che fosse titolare della concessione di immobili comunali ed aree di pertinenza – che per l’ex Federighi (posizione debitoria e incandidabilità per una precedente condanna penale definitiva).

Comune non è parte civile: la polemica

Nel procedimento in questione il Comune di Terni – a differenza dei processi ‘Spada’ (legato all’arresto dell’ex sindaco Di Girolamo) e ‘Spada bis’ (incarichi ad un commercialista riminese evitando gare ad evidenza pubblica) – non ha inteso costituirsi parte civile. Un dato che ha fatto ‘saltare sulla sedia’ colui il quale, il consigliere comunale del Pd Valdimiro Orsini, aveva dato il là con il suo esposto alla vicenda processuale dei consiglieri ‘morosi’. «La decisione di costituirsi o meno parte civile in processo penale nel quale la parte offesa è il Comune – afferma Orsini – spetta al sindaco. Ebbene Latini ha deciso di far costituire il Comune parte civile nei confronti di alcuni amministratori della passata amministrazione che sono oggetto di procedimenti giudiziari. Ha deciso invece di non costituirsi parte civile nei confronti di procedimenti penali che vedono inquisiti un suo assessore, il presidente del consiglio comunale e sette consiglieri comunali per la quasi totalità di maggioranza. Perché questa disparità di trattamento? Perché pronto a scagliarsi contro la passata amministrazione e pronto a mostrarsi comprensivo nei confronti dei suoi sodali politici? L’ho chiesto al sindaco in una interrogazione dello scorso febbraio e ora è arrivata la risposta che conferma che le motivazioni siano esclusivamente politiche. Il sindaco scrive che la costituzione di parte civile ‘andrebbe ad incidere sulla posizione di un assessore legata a vincolo fiduciario e sul consiglio comunale organo di indirizzo e controllo politico amministrativo dell’ente’. Eppure il Comune è parte lesa sia nelle vicende che riguardano gli ex amministratori che in quelle che hanno a che fare con gli attuali amministratori. Una palese disparità di trattamento – conclude il consigliere del Partito Democratico – non guardando agli interessi dell’ente che dovrebbero essere tutelati in ogni occasione e non in base ai rapporti di maggioranza o minoranza politica».

«Stesso metro per chi ha portato Terni nel baratro?»

Dalla giudiziaria alla politica, al consigliere Orsini risponde il collega Paolo Cicchini della Lega: «Ho letto con raccapriccio le sue dichiarazioni – attacca -. Secondo Orsini le responsabilità degli aspiranti consiglieri finiti sotto processo per aver omesso di dichiarare la loro insolvenza, in taluni casi di poche decine di euro, debbono essere giudicate con un metro non diverso da quello con il quale la magistratura si appresta a valutare i danni arrecati da coloro che hanno spinto Terni nel baratro del dissesto. Ha forse ragione il consigliere Orsini e Trilussa lo aveva capito da tempo, allorché scriveva: ‘Quando nel mondo la canaglia impera, il posto degli onesti è la galera…’. Una domanda si impone però al consigliere del Pd: nel caso in cui gli inquisiti della sanità umbra dovessero essere giudicati colpevoli, sarebbe fuori luogo se da parte nostra si chiedesse il ripristino della pena di morte?».

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