Terni, processo Provincia: tutti assolti

Cadono le accuse di ‘mobbing’ e abuso d’ufficio nei confronti degli ex membri della giunta Polli e di ex dirigenti dell’ente

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Assolti perché ‘il fatto non sussiste’: questa la sentenza emessa nella tarda mattinata di lunedì dal tribunale di Terni in composizione collegiale (presidente Massimo Zanetti, giudici a latere Federico Bona Galvagno e Marco Di Tullio) nell’ambito del processo relativo alla Provincia di Terni che vedeva imputate tredici persone fra ex amministratori e dirigenti dell’ente.

PROVINCIA DI TERNI, IN TREDICI A GIUDIZIO

Gli assolti

L’assoluzione, a circa dieci anni dall’avvio dell’indagine da parte del pm Elisabetta Massini, è arrivata per l’ex presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, per gli ex assessori provinciali Vittorio Piacenti D’Ubaldi, Fabio Paparelli, Fabrizio Bellini, Filippo Beco, Marcello Bigerna, Stefania Cherubini, Stefano Mocio e Domenico Rosati, l’ex segretario generale Antonio De Guglielmo, la dirigente Gioia Rinaldi, l’ex funzionario Sandro Pascarelli e l’ex dirigente Giovanni Vaccari Vitale. I tredici erano difesi dagli avvocati Attilio Biancifiori, Roberto Spoldi, Manlio Morcella, Francesca Abbati, Roberto Galeazzi e Arnaldo Sebastiani.

La richiesta dell’accusa

Nell’udienza precedente, quella dello scorso 21 gennaio, il sostituto procuratore Tullio Cicoria aveva chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati dal capo relativo al ‘mobbing’ – qualificato in lesioni personali aggravate – e la prescrizione per l’abuso d’ufficio. Il tribunale, di contro, ha assolto tutti gli imputati da ogni contestazione.

L’inizio

L’indagine, avviata nel 2009 dal pm Massini e dalla guardia di finanza sulla base di esposti sindacali e di dipendenti dell’ente, era sfociata in due filoni principali. Il primo riguardante le verticalizzazioni di personale interno nel triennio 2007-2009, l’assunzione a tempo indeterminato di un ingegnere, la stabilizzazione di diciassette precari e il conferimento di incarichi di direzione a soggetti che avevano ricoperto ruoli sindacali in Provincia. Il secondo filone era legato alle querele presentate da alcuni funzionari che avrebbero accusato problemi di salute in seguito a presunti episodi di ‘mobbing’ nei loro confronti.

«Naturale epilogo»

Così l’avvocato Manlio Morcella, difensore dell’ex presidente Polli e dell’ex segretario generale De Guglielmo: «L’inchiesta – afferma – trova il naturale epilogo in una sentenza di proscioglimento, con una formula assolutoria che non lascia spazio ad alcun equivoco. Il ‘fatto non sussiste’ preclude anche ipotetiche velleità residue da spendere intrepidamente nelle sedi civili. L’epilogo era scontato e a maggior ragione per la qualità dei componenti del collegio che hanno deciso. Da segnalare, infine, l’azzeramento delle impossibili aspettative giuridiche delle presunte parti offese».

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