Terni, prof ipovedente: «Così sconfiggo la mia disabilità»

A lezione con Giulio Berretta, in causa con l’Itt per poter insegnare. Colleghi e preside dell’Ipsia: «Un valore aggiunto per la nostra scuola»

Condividi questo articolo su

di Federica Liberotti

Istituto Ipsia di Terni, ore 9 circa di un giovedì qualunque: suona la campanella del cambio dell’ora e gli studenti della 2° AI raggiungono il laboratorio di chimica per la lezione. Con loro c’è Giulio Berretta, l’ingegnere elettronico e insegnante ternano balzato recentemente alle cronache non solo per il suo progetto innovativo nel campo della lotta alla disabilità, ma anche per la battaglia legale che sta portando avanti per poter insegnare all’Itt Allievi Sangallo. Berretta, 29 anni, è ipovedente, una condizione che non gli ha impedito già di realizzarsi nel campo professionale e di rapportarsi ogni giorni con i ‘suoi’ ragazzi – dai quali è rispettato e ben voluto -, condizione che sta incontrando però anche qualche ostacolo (anche se, a detta dell’Itt, in nome della sicurezza degli stessi alunni).

I colleghi dalla sua parte

All’Ipsia il prof Berretta – per gli addetti ai lavori è un insegnante tecnico pratico (itp) – insegna dal 2016 senza l’assistenza del ‘tutor’ competente in materia che l’Itt (appoggiato dal Miur davanti al Tar) vorrebbe lo assistesse, a sue spese, ad ogni lezione. Ma una volta raggiunto il laboratorio dell’istituto di viale Brin, mentre dimostra ai ragazzi come separare due liquidi immiscibili, non è solo: accanto a lui c’è l’assistente tecnico di laboratorio, una figura prevista per legge, colui che è addetto a preparare il materiale per gli esperimenti e a maneggiare le sostanze chimiche. Una figura di supporto a tutti gli itp di tutte le scuole, non solo Giulio, e che nello specifico, all’Ipsia, è Adriano Galletti. «Funziona così – spiega quest’ultimo -: l’insegnante tecnico, in questo caso Giulio, mi dice cosa devo preparare e io lo faccio, poi insieme si fa l’esperienza e una volta conclusa io provvedo a riporre tutto. In tre anni che Berretta è qui non c’è mai stato alcun problema, è un professore stupendo e preparatissimo». Inoltre in laboratorio c’è anche una terza figura, il docente di teoria, in questo caso la professoressa Benedetta Battistelli. «L’esperienza in laboratorio – racconta – viene sempre introdotta in classe e preparata per far sì che venga svolta al meglio, senza tempi morti e problematiche, a prescindere dal fatto che Giulio sia ipovedente o meno. Lui tra l’altro è una persona molto preziosa, sia in termini di umani che professionali, e ha instaurato un rapporto meraviglioso con gli alunni». Che infatti, durante la sua dimostrazione, lo ascoltano con grande attenzione.

LA BATTAGLIA DI GIULIO PER INSEGNARE

Il dirigente scolastico dell’Ipsia: «Gli alunni lo rispettano»

Parole, quelle di Galletti e Battistelli, condivise da un altro collega che appoggia le ragioni di Berretta, Federico Fadda, ma soprattutto dal dirigente scolastico dell’Ipsia, Fabrizio Canolla, che già nei giorni scorsi aveva detto la sua in un post sul profilo Facebook della scuola e che – senza alcun intento polemico nei confronti dell’altro istituto coinvolto – ribadisce come Giulio sia «un valore aggiunto» per la propria scuola. «La nostra esperienza – commenta il preside – è assolutamente positiva, Berretta è un ottimo insegnante, uno dei pochissimi che quando fa lezione non fa volare una mosca. I ragazzi hanno molto rispetto di lui, ha elevate competenze e professionalità e agisce in piena autonomia e sicurezza». Questa dunque la ‘fotografia’ scattata all’Ipsia, dove lo stesso Giulio spiega di essere stato «accolto a braccia aperte» dagli altri colleghi e dagli studenti. «Lo stesso – racconta il giovane prof – è avvenuto all’istituto Gandhi di Narni, l’altra scuola dove lavoro. Ma anche all’Itt gli alunni mi rimpiangono, tanto da scrivermelo via Whatsapp. In tutte e tre le scuole insegno la stessa materia, con lo stesso programma e gli stessi laboratori, non capisco perché all’Itt non dovrei farlo più. Il ‘tutor’ non mi occorre, ho già sempre accanto a me un assistente e un altro insegnante». Ora per lui – e per il suo legale, l’avvocato Antonio De Angelis – non rimane che attendere il responso del ricorso al Tar, che a breve dovrà decidere se la materia sia effettivamente di competenza della giustizia amministrativa o di quella ordinaria. Di certo Giulio è deciso a non mollare.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli