Chi abbia avuto la geniale idea di scriverci quel “Benvenuti in California” non si è mai ufficialmente saputo. Poi l’hanno quasi cancellata quella scritta, ma quella rotonda, con quel blocco enorme di acciaio corten in bella mostra, è comunque il biglietto da visita della città.
Hyperion Perché quella grande scultura – realizzata nel 1981 da Agapito Miniucchi – in realtà si chiama Hiperion ed è posizionata guarda caso al centro della rotonda che sta in quello che è stato battezzato, stavolta ufficialmente, ‘piazzale dell’Acciaio’ ed la prima cosa che vede chi arriva dalla superstrada. Ed è, da sempre, oggetto di attenzioni.
La valorizzazione E da sempre – a parte le iniziative folkloristiche – ci si interroga su quale potrebbe e dovrebbe essere un sistema per valorizzare quella rotonda e, ovviamente, quell’enorme manufatto. La luce, per esempio, è una delle ipotesi prese in considerazione – sul modello di quanto fatto per la ‘lancia” di Pomodoro.
L’accensione E mercoledì sera Hyperion si è vestito – anche se solo per una prova generale – di una nuova luce: «I simboli, nella coscienza collettiva di una comunità, servono a costruire il senso di identità e di appartenenza. Servono a rinsaldare le radici. Servono a dare testimonianza di un valore, a volte anche a documentare un passato dal quale trarre nuove direttrici di futuro – dice il consigliere comunale Marco Cecconi (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale), che si è parecchio ‘speso’ per questa operazione – e secondo me questo luogo è un piccolo grande simbolo del meglio che ci appartiene e che abbiamo diritto di pretendere».
PARLA MARCO CECCONI (FDI-AN) – L’INTERVISTA
La storia Anche se quella rotonda è una delle principali porte d’ingresso della città, «l’illuminazione lì non funzionava più esattamente da vent’anni. E, tra irrisolte questioni di cavi e di sicurezza, rimpalli di responsabilità e via dicendo, alla sera quelle luci spente – insiste Cecconi – avevano finito per rappresentare esattamente quel che era, ovvero incuria, abbandono, declino e una buona dose di ignavia. È bastato, semplicemente, abbandonare la prassi delle chiacchiere. Per scegliere quella del fare punto e basta: esattamente come accadrebbe nella casa di una qualunque famiglia perbene, quando c’è da cambiare una lampadina o sistemare un filo bruciato».
L’Asm Cecconi prosegue dicendo che «è bastato sollecitare gli ottimi tecnici dell’Asm, studiare e realizzare un adeguamento dell’impianto con tutti i crismi, sostituire la vecchia illuminazione con una nuova di zecca, dotata di ogni requisito di legge e di estetica. È bastato, come io ho fatto, semplicemente da ternano che ama la propria città ed anche i suoi simboli fare appello alla buona volontà e alla migliore diligenza. La nuova illuminazione della rotonda tornerà a dare luce a Terni-ovest. Tornerà a dare, come si conviene, il ‘benvenuto in California’, arrivando da viale Borzacchini per immettersi nel viale dello Stadio intitolato a Liberati, fino a raggiungere la rotonda-Pileri: toponomastica di campioni a sua volta simbolo, essa stessa, di una gloria passata che può diventare; con gli sport motoristici, nuovi circuiti e strutture d’eccellenza; una formidabile direttrice di sviluppo. A volte basta poco. Basta crederci e voler fare: tutte cose di cui l’attuale governo cittadino ha persino perso la memoria, ma in cui invece la città (ed io con Terni) non ha smesso di credere».