Terni, rapina Paccara: «Un uomo corpulento»

Caccia al soggetto che, armato di taser – si tratterebbe di una torcia per autodifesa – martedì mattina ha aggredito le due commesse del negozio

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La ‘caccia’ è aperta: la polizia di Stato cerca un uomo – di nazionalità italiana – piuttosto corpulento e, molto probabilmente, con una fedina penale non proprio immacolata. Cioè colui che martedì mattina intorno alle 11.30 è entrato nella gioielleria Paccara di via Di Vittorio, dopo aver suonato al campanello, cercando di mettere a segno una rapina con in mano un ‘taser’, una sorta di pistola elettrica – ma più probabilmente si trattava di una torcia per autodifesa – in grado di rilasciare scariche in grado di causare dolore e immobilizzare la vittima.

‘Colpite’

Proprio ciò che è successo ad una delle due commesse dell’oreficeria che si vista ‘sparare’ al fianco dal soggetto. Un dolore definito ‘simile al contatto con una medusa’, decisamente fastidioso. Alla collega che era con lei non è andata meglio, visto che il rapinatore – entrato nel locale con il volto coperto da occhiali da sole e un cappello – nel tentativo di ‘coprirsi’ la fuga, le ha rovesciato addosso, in particolare in testa, un espositore di vetro. Per le due donne, pronte a replicare all’assalto e decise nel cercare di allontanare il malvivente, conseguenze fisiche lievi e una grossa paura.

L’indagine

Circa il rapinatore, l’idea è che non sia dei più esperti, per quanto pericoloso come i fatti hanno dimostrato. Il suo tentativo – non avrebbe rubato nulla – è andato a vuoto anche per via del parapiglia scatenatosi nel locale, che ha attirato l’attenzione di passanti e degli altri negozianti, ma pure per il tempestivo intervento sul posto delle pattuglie della Volante, allertate da telefonate e dal sistema d’allarme interno della gioielleria. Il soggetto, nel lasciare il locale, sembra si sia tolto il cappello: potrebbe trattarsi di un errore imperdonabile ai fini della sua identificazione attraverso le immagini delle telecamere private presenti in zona.

Il ‘cane sciolto’

Spetta alla polizia di Stato – Volante e squadra Mobile, con il supporto della Scientifica – identificarlo e rintracciarlo. L’impressione è che abbia le ore contate. Piuttosto c’è da chiedersi come sia potuto entrare in possesso di uno strumento di autodifesa non troppo diverso da quelli in dotazione alle forze dell’ordine. La risposta però sta sui principali siti di commercio online: una torcia, come quella che potrebbe essere stata usata martedì mattina, costa fra i 35 e i 40 euro. Pagando online, viene pure spedita a casa senza che ci si debba scomodare troppo. Così, oltre che per cautela personale, c’è chi ricorre a certi dispositivi anche per minacciare o colpire gli altri. Come il rapinatore, il ‘cane sciolto’ di via Di Vittorio.

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