Terni, teatro Verdi: «Fase di studio»

Parla Gabriele Salvatoni, l’ingegnere con il quale il Comune si è rimesso in contatto per riprendere in mano il ‘vecchio’ progetto: «Mi hanno illustrato le linee guida. Devo valutare»

Condividi questo articolo su

di S.F.

La ‘spedizione’ milanese di una delegazione del Comune di Terni c’è stata quasi due mesi. Un lungo viaggio per cercare di far ripartire i rapporti con chi, ormai anni fa, si occupò del progetto strutturale per il rifacimento di parte della struttura: si parla del teatro Verdi e la persona in questione è Gabriele Salvatoni, protagonista principale del Raggruppamento temporaneo di professionisti completato dagli architetti Luigia Luisella Pennati (meccanica di scena), Roberta Boncio e dagli ingegneri Luigi Berti (impiantistica), Roberto Pompoli e Alice Rubiu (acustica). Anche i loro nomi appaiono – in via marginale – nel ricorso al Tar Umbria presentato dalla Krea Costruzioni (richiesta danni da 240 mila euro) contro il Comune di Terni per quella ‘famosa’ revoca sia della gara d’appalto che della successiva aggiudicazione. Bene, a che punto siamo? «Fase di stallo e studio per quel che mi riguarda».

LA KREA COSTRUZIONI OTTIENE RINVIO UDIENZA AL TAR: RIPRENDE INTERLOCUZIONE

Il contatto

La Krea – l’udienza è prevista per il 19 novembre – ha ottenuto il rinvio proprio per capire come si sta muovendo il Comune: le dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche hanno fatto propendere per questa soluzione che, i magistrati del Tar Umbria, hanno accolto. Ma è l’ultima ‘chance’. «Rispetto del vincolo, numero dei posti più che soddisfacente, creazione di un ridotto sotto la platea digradante per 220 posti, inserimento di camerini e due cameroni sotto il palco senza andare a creare su Largo S. Agape in variante urbanistica dei nuovi aggetti, la possibilità del recupero del progetto strutturale per il rifacimento della torre scenica e del tetto già pagato (coinvolge l’ingegnere Salvatoni) ma ad oggi inutilizzato ed inutilizzabile, recupero possibile del rapporto con l’impresa Krea di Narni che ci ha fatto causa chiedendo circa 240 mila euro di danni», aveva detto. Il professionista conferma che un primo contatto c’è stato, il resto è tutto da costruire: «Sì, effettivamente – risponde quando gli viene chiesto a che punto siamo – sono passati da ma per illustrarmi, in sostanza, una proposta di aggiornamento di quella che era la situazione progettuale da me redatta».

10 AGOSTO 2017, LA REVOCA IN AUTOTUTELA DEL COMUNE

La logica di sviluppo

Salvatoni al momento specifica che si tratta di una «cosa embrionale perché attualmente non ho nessun incarico per la parte strutturale della revisione del progetto. Mi hanno solo illustrato le linee che vorrebbero seguire per mettermi al corrente ed, eventualmente, avere un mio interessamento nel proseguire con la logica di sviluppo. Mi sono riservato di analizzare la questione. Siamo in una fase di stallo per quel che mi riguarda: risponderò al Comune in merito alle mie osservazioni. Per ora devo ancora approfondire».

LA KREA IN AVVIO DI 2018: «REVOCA ILLEGITTIMA E DANNI GRAVISSIMI PER TUTTI»

L’ipotesi di partenza e lo studio

Salvatoni attende un cenno da palazzo Spada: «Sono appena rientrato in attività e manderò uno scritto al Comune per dire che sono disponibile eventualmente ad affrontare questa cosa. Siamo in una fase di studio non concreta, al momento non c’è alcun incarico. Semmai, a quel punto, mi dedicherò in un modo fattivo alla cosa. Il progetto che ho già sviluppato – conclude – è stato fatto sulla base di determinate ipotesi di partenza: pare che in parte rimangano e in parte siano modificate. Devo valutare». Da ricordare che il Tar Umbria ha messo nero su bianco il fatto che l’amministrazione – entro il 19 novembre – dovrà adottare un provvedimento definitivo in riguardo della gara del 2017. «L’impegno economico consente di raggiungere l’obiettivo – il responso tecnico di oltre due anni fa su quel progetto – di restituire l’edificio teatro alla città ma soltanto con una vita utile di soli 2,1 anni, trascorsi i quali sara necessario una nuova verifica e quindi affrontare nuovi oneri; ciò non consente il recupero strutturale ma porterà ad un organismo che non avrà le condizioni di sicurezza sismica sufficiente in termini di vita utile». Da qui lo stop. Si cerca di ricucire con gli accorgimenti – focus su rischio e grado sismico – del caso.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli