Terni, revoca appalto Verdi: dialogo cercasi

Martedì mattina udienza al Tar post ricorso dell’Ati Krea-Leoncini per accertamento responsabilità e risarcimento danno: chiesto il rinvio in attesa di parlare con palazzo Spada

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di S.F.

L’interno del teatro Verdi

Tutti in attesa – o quasi – di come si muoverà il Comune di Terni in questa fase di commissariamento. I fronti aperti in città sono diversi e le richieste di incontri, o comunque di pareri, per Antonino Cufalo e i subcommissari Andrea Gambassi ed Emanuele D’Amico non mancano di certo: in fila c’è anche l’Associazione temporanea d’impresa Krea Costruzioni – Officine Leoncini per la procedura di revoca dell’appalto avviato da palazzo Spada in merito alla riqualifcazione del teatro Verdi. Martedì mattina, in occasione dell’udienza pubblica al Tar dell’Umbria post ricorso, è stato chiesto il rinvio in attesa di delucidazioni da Terni. In sostanza la Krea vuol capire se davvero il Comune ha intenzione di continuare su questa strada dopo le varie aggiudicazioni nel corso degli anni.

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Il teatro Verdi

Il ricorso e l’impasse L’Ati aggiudicataria dell’appalto due mesi fa aveva teso la mano al Comune dichiarando di essere disposta a «a trovare una soluzione condivisa che, nel rispetto della normative, eviti la revoca dell’appalto e comporti la sottoscrizione del contratto e l’inizio dei lavori nel più breve tempo possibile». Appello per il momento caduto nel vuoto anche a causa del commissariamento e dell’inevitabile impasse. In tutto ciò, nel contempo, era già stato presentato il ricorso – 27 novembre – al Tar dell’Umbria contro il Comune e una serie di professionisti (ingegneri e architetti) in merito alla comunicazione di revoca in autotutela ricevuta l’11 ottobre scorso, a due mesi – l’Ati lamenta anche l’assenza di avviso immediato, mai ricevuto dalla società per un errore del Comune nell’indicazione di indirizzo – dalla delibera di giunta che ha fatto scattare il procedimento: c’è da discutere dell’accertamento della responsabilità precontrattuale e del risarcimento del danno.

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Il Tar dell’Umbria

Il rinvio Ed ecco dunque che la società ‘vittima’ – a seguire la questione per l’Ati sono gli avvocati Giovanni Diotallevi e Alessandra Fagotti, per il Comune Paolo Gennari e Francesco Silvi, i professionisti chiamati in causa sono difesi da Gianbattista Pietro Bembo – del cambio idea dell’amministrazione sulla progettazione e sugli sviluppi per la riqualificazione del teatro ha deciso di non forzare la situazione: l’obiettivo a stretto giro è avere un’interlocuzione con il commissario straordinario del Comune e capire come in che modo voglia muoversi l’amministrazione. Estenuante e paradossale, con il risultato che la città non avrà ancora il ‘suo’ teatro – per il bivacco è tornato utile invece, polizia in azione – per molti anni: il rischio concreto è che si rimanga in una lunga fase di standby in attesa dell’elezione del nuovo sindaco. L’ex assessore ai lavori pubblici Sandro Corradi lo aveva detto: «L’iter per il bando è ‘congelato’ visto ciò che sta accadendo». E lì si è rimasti.

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Mauro Cinti e l’ex assessore Sandro Corradi

L’indennizzo Come detto c’è in ballo anche la richiesta di risarcimento nel caso palazzo Spada volesse tirar – c’è un concorso di progettazione in due fasi, eventualmente, da portare avanti – dritto. La società aggiudicataria della gara aveva fatto presente che il «solo indennizzo relativo al danno emergente non si limita a circa 5/6 mila euro come il Rup ha erroneamente rappresentato alla giunta comunale, ma ammonta a oltre 220 mila euro soltanto considerando le spese ‘vive’ già sostenute dall’Ati scrivente con riferimento all’appalto, come dimostrato dai documenti». Ma soprattutto «l’istruttoria posta alla base della delibera di giunta dell’10 agosto 2017 è palesemente errata fondandosi su dati sia tecnici che economici macroscopicamente non corrispondenti al vero». Tutte considerazioni sulle quali Krea-Leoncini attende chiarimenti dal Comune. Storia lunga. Intanto c’è il rinvio stabilito dalla prima sezione del Tar Umbria.

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