Terni, ricorso al Tar contro ‘Camera’ unica

Cambia l’orientamento dell’ente camerale la cui giunta ha approvato la proposta di impugnare l’iter di fusione con Perugia

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Un segnale ai propri associati, al territorio di competenza ed anche e soprattutto al resto della regione. Per molti versi un ‘cambio di rotta’. La giunta della Camera di commercio di Terni, l’organo esecutivo dell’ente camerale, ha approvato a maggioranza la decisione di ricorrere al Tar del Lazio contro l’accorpamento con quella di Perugia. All’orizzonte, l’incarico ad un avvocato per impugnare il provvedimento di fronte alla magistratura amministrativa.

Il voto di giovedì ha visto quattro favorevoli – Sandro Corsi (cooperazione), Italo Federici (commercio), Luciano Martelloni (artigianato) e Giuseppe Malvetani (agricoltura) – due astenuti – Giuseppe Flamini (presidente della Camera di commercio) e Gianmarco Urbani (industria) – ed un contrario (Dalia Sciamannini).

Che il ‘vento’ sia cambiato rispetto al passato, al di là di chi perplesso era e perplesso è rimasto, lo dimostra anche il fatto che il presidente Flamini, che in precedenza aveva definito il processo «ineludibile», in occasione del voto si sia astenuto. Lo stesso presidente lo scorso febbraio aveva comunque rimarcato, durante una accesa conferenza stampa, come il territorio ternano avesse perso posizioni rispetto a quello perugino, scivolando di fatto nel Mezzogiorno. Chi ha confermato la propria posizione, in questo caso contraria al ricorso anti-fusione, è invece Confcommercio. 

«Bene» La Uil Terni «plaude alla giunta della Camera di commercio di Terni che decidendo di ricorrere al Tar contro l’accorpamento con quella di Perugia, ha dato un primo forte segnale contro la spogliazione di Terni. Auspichiamo che ora le Istituzioni Locali e i Parlamentari Umbri facciano la loro parte promuovendo anche le necessarie modifiche normative che consentano l’agibilità finanziaria piena delle Camere di Commercio della grandezza come quella di Terni. La Uil di Terni, da parte sua, continuerà l’attività di sensibilizzazione e di contrasto contro la ‘politica del carciofo’ con cui, poco alla volta, si sta portando avanti un poderoso disegno di impoverimento del nostro territorio privandolo di importanti centri decisionali».

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