Terni, Rsu a Dal Maso: «Meno trionfalismi»

Ospedale, le rappresentanze sindacali replicano al bilancio stilato dal Dg: «Personale ridotto all’osso, criticità, più meriti a chi lavora sul campo»

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Dopo il bilancio al termine dei tre anni di lavoro condotti alla guida direzione generale dell’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni, stilato da Maurizio Dal Maso, sono i sindacati – in particolare le Rsu del nosocomio – a farsi sentire attraverso una nota in cui replicano al manager, in particolare sul sondaggio di gradimento dei servizi da parte dell’utenza del presidio ospedaliero.

Delle Rsu dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni

Nella conferenza stampa del 20 marzo il direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, Maurizio Dal Maso, ha illustrato i risultati positivi ottenuti dall’azienda nel periodo della sua gestione, analizzando alcuni dati statistici e illustrando i risultati di un sondaggio telefonico effettuato da una ditta specializzata su un campione di cittadini che negli ultimi tre anni ha usufruito del servizio. Non è certo obiettivo di questa Rsu confutare le performance dell’azienda in termini di statistiche, ricavi, accessi e prestazioni, ma come spesso accade non sempre i numeri e la matematica possono descrivere con obiettività le reali condizioni di lavoro e il servizio reso agli utenti.

Nello specifico, ad esempio, possiamo senza dubbio sottolineare che la situazione in termini di dotazioni organiche del personale continua ad essere estremamente problematica, il primo accordo sottoscritto a marzo 2017 per una copertura dei posti vacanti ed un aumento delle dotazioni organiche pari a 123 unità di personale, ha consentito l’indizione di alcuni bandi di concorso le cui date di espletamento ancora non sono state rese note nonostante si era concordato l’avvio entro il mese di marzo 2109. Il secondo accordo finalizzato a coprire il fabbisogno di personale per il triennio 2018/2020 (altre 120 unità tra personale medico ed infermieristico) solo da poco tempo è stato autorizzato dalla Regione, quindi per l’indizione dei bandi si prevedono tempi lunghi.

Di fatto le condizioni di lavoro del personale rimangono estremamente complicate e disagiate, tutti i reparti di fatto espletano le proprie funzioni con aliquote di personale ridotto al minimo, costretto molto spesso ad effettuare anche raddoppi di turno per sopperire alle assenze dei colleghi per ferie, malattie… Per quanto sopra, sarebbe interessante commissionare alla stessa ditta un sondaggio tra il personale per capire in quali condizioni di lavoro espletano giornalmente le proprie funzioni. Leggendo con attenzione i risultati del sondaggio si potrebbe dire ‘Bene, ma non benissimo!’, infatti si evidenziano alcune valutazioni che debbono essere analizzate con cura e che testimoniano alcune criticità che da tempo, come Rsu, stiamo ponendo all’attenzione della direzione e della Regione ognuna per le sue competenze.

Il sondaggio conferma che gli utenti rilevano criticità sui tempi di attesa per ricoveri prestazioni, in particolare va evidenziato come i tempi di attesa per esami diagnostici (mammografia, Tac, Rm…) siano spaventosamente lunghi favorendo l’utilizzo da parte degli utenti di strutture sanitarie private la cui preparazione e affidabilità è sicuramente inferiore alle strutture pubbliche, caricando ulteriori costi sulle famiglie e impoverendo anche in termini economici il Servizio sanitario nazionale.

Altra criticità viene evidenziata nel pronto soccorso dove, nonostante l’impegno di tutto il personale a cui va il nostro ringraziamento, i tempi di attesa sono ancora lunghi, fenomeno come evidenziato correttamente nella conferenza stampa dovuto all’alto numero di accessi impropri, cioè di cittadini che per le patologie accusate dovrebbero essere presi in carico da altre strutture afferenti al territorio (Usl Umbria 2), tema anche questo sollevato dalle organizzazioni sindacali a cui però la Regione continua a non dare risposte nemmeno sul nuovo Piano sanitario regionale.

Tra le specializzazioni ritenute insufficienti viene evidenziata la struttura complessa di ostetricia/ginecologia, dove dopo circa otto mesi di chiusura dell’unità operativa ginecologica, un reparto così importante per le problematiche femminili, la riapertura sembra più una base per appoggi di altri pazienti che una vera specialità, cosi come nonostante il dichiarato aumento dei posti letto, il fenomeno dei letti sui corridoi persiste.

In conclusione siamo tutti concordi nel ritenere che l’azienda è stata e continui ad essere un punto di riferimento essenziale per i cittadini ternani e per le zone limitrofe, crediamo però che i contenuti e l’approccio mediatico della conferenza stampa sia esageratamente trionfalistico, come crediamo che quando si ottengono buoni risultati debbono annoverarsi a tutto il personale, avremmo gradito che il direttore Dal Maso evidenziasse con più enfasi l’apporto del personale medico e del comparto e un pochino meno quello della direzione, se non per una questione riconoscenza almeno per una questione di stile.

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