Terni, Salvini ‘soccorre’ una Lega in tensione

Mercoledì il ministro dell’Interno arriva in città. Fra il commissariamento del partito e le ‘provinciali’ andate male, i temi non mancano

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Matteo Salvini torna a Terni: mercoledì mattina il ministro dell’Interno sarà nella città dell’acciaio, dove a partire dalle 10 in largo Elia Rossi Passavanti, in prossimità della sede del partito, incontrerà i cittadini.

La motivazione

Ad annunciarlo il segretario della Lega Umbria, l’onorevole Virginio Caparvi, e il commissario della Lega Terni, l’onorevole Barbara Saltamartini. «Salvini – spiega la loro nota – dimostra ancora una volta la vicinanza alla città dell’acciaio che lo ha accolto calorosamente già in occasione delle elezioni comunali quando la Lega ha ottenuto il risultato storico del 30% e successivamente in vista del ballottaggio che ha poi premiato il partito del Carroccio con la vittoria schiacciante del sindaco Leonardo Latini. La visita del segretario federale della Lega rappresenta un’occasione importante per il territorio ternano che lo ospita».

Sassolini pericolosi

Non appare infatti casuale la visita del leader leghista – atteso a Terni più in questa veste che in quella di ministro – dopo le ‘fibrillazioni’ che hanno portato al commissariamento della Lega di Terni, con l’arrivo della deputata Barbara Saltamartini, ma pure in seguito alle elezioni alla Provincia di Terni. Il risultato – cinque consiglieri a testa per i due schieramenti in lizza – è stato vissuto come una sconfitta dal centrodestra che, conti alla mano, era potenzialmente in grado di ottenere la maggioranza dell’assemblea. Così non è stato e – con due ‘rospi’ non da poco da ingoiare come le mancate elezioni di Sergio Armillei (Lega) e, nell’amerino-narnese, di Sergio Bruschini (Forza Italia) – gli stracci hanno iniziato presto a volare. Così come i sospetti che riguardano almeno due consiglieri comunali ternani della Lega, un uomo e una donna. Dissapori, rivalse e qualche ‘sassolino’. Dalle conseguenze pesanti.

«Battuta d’arresto non edificante»

Che la situazione in maggioranza sia sull’agitato andante lo conferma il messaggio inviato via social dal presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Ferranti (FI): «L’ampia fiducia che i cittadini hanno riposto a Terni e in Umbria sulla proposta amministrativa di centrodestra – scrive – impongono un forte senso di responsabilità e un impegno serio e coerente, volti a perseguire un modello di buona amministrazione. Quanto avvenuto ieri alle elezioni provinciali, seppure si tratta di un elezioni per soli addetti ai lavori, è un segnale in totale contrapposizione con la volontà di perseguire l’interesse pubblico. Lascia anzi trapelare il prevalere di logiche personalistiche e rese dei conti interne, generate da insoddisfazioni personali. Il dibattito interno a una maggioranza deve essere sempre costruttivo, legato alla ricerca di migliori programmi amministrativi e sempre coerente con il mandato affidato dagli elettori. Confido fortemente in una riflessione responsabile di alcuni e anche su un’analisi di coscienza sincera per superare rapidamente questa non edificante battuta d’arresto».

«Venga a farsi un selfie, ma non in piazza»

Al vetriolo il consigliere comunale di Senso Civico, Alessandro Gentiletti: «Il ministro Salvini fa bene a tornare a Terni e se vuole farsi qualche selfie sono a disposizione anche io ad accompagnarlo. Non ci limiteremo, però, soltanto a largo Villa Glori. Venga a visitare tutti i luoghi della disillusione e delle promesse mancate. Sono otto mesi che la sua giunta è impantanata in questioni vitali per la città, occupandosi soltanto di spartizione di poltrone e nomine. Venga il ministro a farsi un selfie nelle periferie che, grazie al suo governo, hanno perso 12 milioni e mezzo di fondi del piano nazionale. Venga il ministro a farsi un selfie davanti al teatro Verdi che l’amministrazione aveva promesso di riaprire in un batter d’occhio ma che ancora è in stallo. Venga il ministro a farsi un selfie con i precari delle farmacie comunali Terni e delle altre partecipate, con i professionisti della Cascata delle Marmore liquidati all’istante dalla sua amministrazione. Venga il ministro a farsi un selfie con i genitori e con i ragazzi disabili del centro diurno il Girasole, ai quali la sua amministrazione non riesce a sostituire una caldaia nuova dopo mesi. Venga a farsi un selfie con il Progetto Mandela, con il Centro Diritti Umani, con i centri di aggregazione giovanili e per anziani che il 29 marzo saranno sfrattati dalla sua amministrazione.  Venga a farsi un selfie davanti ai camini dell’Ast che la sua amministrazione ha deciso di non videosorvegliare. Venga a farsi un selfie davanti all’inceneritore di Maratta, lui che vuole un inceneritore in ogni provincia, venga a godersi il profumo».

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