Terni, scatta l’allarme alla Treofan

La nuova proprietà Jindal annuncia razionalizzazioni e il blocco di investimenti. I sindacati proclamano lo stato di agitazione e chiedono un tavolo al Mise

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Dopo la cessione agli indiani di Jindal si fa tesa la situazione alla Treofan, azienda del polo chimico di Terni: sono forti infatti le preoccupazioni emerse nel corso dell’incontro, tra le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e i vertici della società, che si è svolto giovedì nella sede di Confindustria. Un incontro che apre forti interrogativi sul futuro dello stabilimento – dove saranno bloccati al momento investimenti e programmazioni, nell’ottica di una razionalizzazione -, tanto da spingere i sindacati non solo a chiedere un incontro urgente al Mise ma anche a dichiarare lo stato di agitazione, con un primo pacchetto di iniziative pronte ad essere programmate.

Livelli produttivi a rischio

Un passaggio societario – quello formalizzato lo scorso 25 ottobre attraverso la cessione della totalità delle quote azionarie da parte della società finanziaria Management & Capitali a Jindal ad un prezzo irrisorio rispetto al valore reale della società e dei suoi asset produttivi – che sta creando allarme e incertezze tra i 130 lavoratori sui piani produttivi e sui tempi e durata delle fermate e delle previste ripartenze, non solo per il sito di Terni ma anche per quello di Battipaglia. Allarme confermato nel corso della riunione dopo che la Treofan – riferiscono le organizzazioni sindacali – ha annunciato che l’acquisizione è stata un’operazione di integrazione tra due società prima concorrenti e che ha creato una nuova società leader del mercato ma che necessariamente dovrà razionalizzare le produzioni rispetto ad una sostanziale sovracapacità rispetto alle attuali richieste di mercato. Inoltre, stante la situazione di incertezza sugli ordini 2019 dove non c’è una definitiva visione e copertura degli attuali livelli produttivi, per l’azienda non è possibile fare previsioni e di conseguenza tutti gli investimenti e le programmazioni sono interrotte in attesa di un quadro più chiaro.

Il Mise, le assemblee e le iniziative

Le segreterie nazionali dei chimici definiscono dunque l’incontro «assolutamente deludente registrando un sostanziale immobilismo dei vertici Treofan che in attesa di direttive precise mettono in particolare difficoltà soprattutto gli stabilimenti produttivi italiani». Per questo motivo è stata inviata la richiesta di incontro urgente al Mise, coinvolgendo anche la Regione Campania e Umbria e tutte le istituzioni locali, «al quale sarà necessaria la presenza dei vertici Jindal attraverso i responsabili di Jindal Films Europe». «Riteniamo assolutamente necessaria la presentazione di un piano industriale che definisca con chiarezza le intenzioni aziendali sul futuro produttivo e occupazionale dei siti italiani, in attesa del quale è indispensabile che tutto rimanga consolidato alla situazione attuale senza pregiudicare con soluzioni non condivise alcuna decisione sugli assetti dei nostri stabilimenti». In attesa del tavolo al Mise verrà avviato un percorso di assemblee informative, oltre che lo stato di agitazione con un primo pacchetto di iniziative sindacali che verranno articolate a livello locale in base alle esigenze e agli sviluppi che si riscontreranno nei prossimi giorni.

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