Terni, scuole e mense: genitori si organizzano

Lunedì in consiglio comunale si tornerà a discutere della possibile esternalizzazione del servizio-mensa: si prospetta una battaglia

Condividi questo articolo su

Nasce a Terni, anche sull’onda di quanto sta accadendo a Perugia, il ‘Comitato servizi educativi comunali’ quale «punto di incontro, confronto e organizzazione delle nostre lotte», spiegano alcuni genitori. «Il nostro obiettivo è quello di unire le diverse problematiche delle scuole dell’infanzia per mobilitarci insieme, al fine di scuotere una dolente amministrazione, che si di mostra ipocrita e indifferente alle naturali richieste di rispetto dei diritti dei nostri bambini».

Servizio scolastico «In questi giorni la nostra città sta assistendo all’ennesimo atto di un progressivo smantellamento del servizio scolastico comunale, da parte dell’amministrazione. Il destino delle mense scolastiche gestite dal Comune è appeso a un filo. Oltre all’esternalizzazione del servizio si prospetta una chiusura delle strutture, per dar spazio a pasti precotti e confezionati da fuori. Non solo il peggioramento della qualità è fuori da ogni dubbio, ma il silenzio con cui si è cercato di portare avanti tale operazione e la commedia con la quale si è rinviata la discussione in consiglio, di un atto proposto dai genitori a garanzia della partecipazione degli stessi sui contenuti del futuro bando, ci consegnano un quadro alquanto desolante delle politiche messe in campo da questa amministrazione, a tutela dei servizi per i nostri bambini».

Depotenziamento Questa vicenda è solo «l’ultima di una lunga serie che rende evidente l’operazione di depotenziamento, sancita con una delibera che l’amministrazione sta attuando nei confronti dei servizi educativi comunali. Che fine faranno le scuole dell’infanzia di Campitello e Aula Verde? E i servizi Casa d’Alice e Pollicino gestiti dalla cooperativa Actl? L’attivazione di sezioni ridotte per l’anno scolastico in corso, con la scusa del pensionamento di alcuni insegnanti e di una impossibilità economica per l’avvicendamento, solo apparente vista la mala gestione delle risorse comunali, è solo il preludio alla concreta possibilità che tali strutture vengano dismesse. Sembra quasi di assistere a una pericolosa ‘roulette russa’, dove ogni genitore debba augurarsi che il prossimo giro, non tocchi la scuola dei propri figli».

Le scuole «Nel caso della scuola di Campitello, l’ufficio scolastico, a ridosso del ferragosto 2015, ha contattato i genitori chiedendo la loro opinione riguardo la riduzione a 6 ore giornaliere, omettendo di specificare che se ci fossero state rinunce e si fosse scesi sotto ai 12 bambini iscritti, la scuola sarebbe stata chiusa già da settembre. Ad oggi non c’è alcuna certezza sul futuro della scuola, e a chi si reca a chiedere informazioni per iscrivere i propri figli non viene data risposta alcuna. E che dire del caso dell’Aula Verde? I sui laboratori di educazione ambientale che rappresentano un patrimonio per tutte le scuole dell’infanzia che vi svolgono attività, dopo essere stati depotenziati a seguito del trasferimento di una classe della Montessori; si prospetta l’intenzione di una futura chiusura dell’intero corso didattico, per dar spazio alle restanti sezioni di tale scuola. Proprio come già un anno fa i genitori dei bambini avevano prospettato».

Alternative «Del resto, troviamo ulteriore conferma di ciò, nel piano di riqualificazione approvato dalla giunta comunale per la struttura B. Brin: non solo non sono state perseguite valide alternative per una diversa collocazione dell’Aula Verde, ma si rende sempre più evidente l’intenzione di portare a un naturale esaurimento le sezioni del corso didattico. Altro non potremmo pensare, visto che già quest’anno ci si è limitati ad accettare 24 iscrizioni per il corso dell’Aula Verde, a fronte delle superiori richieste di accesso da parte dell’utenza, che avrebbero consentito di formare un ulteriore sezione. Tutt’altro criterio è stato attuato nell’inserimento della sezione Montessori, che a fronte delle preannunciate 24 iscrizioni, ha formato una classe di soli 18 bambini, numero minimo necessario, usufruendo dell’apporto di ben sette anticipatari, a fronte del massimo previsto di tre».

Le famiglie Tutto questo, «unito ad altri innumerevoli disservizi, come per la manutenzione ordinaria e il trasporto scolastico, che vanno sempre più aggravando il funzionamento delle scuole comunali per l’infanzia; ci fa ben intendere quale sia il piano di azione di questa amministrazione. Procedere a un progressivo smantellamento del servizio scolastico pubblico, come già in corso per altre tipologie di servizi essenziali, in nome di tagli che tanto a livello nazionale, quanto locale, ricadono sulle spalle di famiglie già messe a dura prova. Dinanzi a tale vergognoso scempio, innumerevoli genitori hanno deciso di organizzarsi ed agire, per impedire che il diritto dell’infanzia a un adeguato servizio scolastico pubblico, venga meno nella nostra città».

Partecipare al consiglio comunale «Il nostro primo appuntamento, lo lanciamo con un appello a partecipare per lunedì 21 dicembre alle 15, presso il consiglio comunale, a sostegno dell’ampio fronte di genitori delle scuole pubbliche, che si sta battendo affinché venga discusso il diritto alla partecipazione e alla tutela dei propri figli, nel servizio di gestione delle mense scolastiche comunali. Facciamo sentire la nostra voce e quella dei nostri bambini».

Il Movimento 5 Stelle «condivide in pieno le preoccupazioni di chi affida i propri figli ai servizi scolastici comunali e chiede che vengano garantiti i diritti fondamentali – si legge in una nota del gruppo consiliare M5S Terni -, in primo luogo quello alla salute, attraverso un servizio che rispetti quei requisiti minimi di igiene e di adeguati standard qualitativi. Abbiamo fatto nostro questo atto senza esitazione, perché non abbiamo le mani legate da nessun altro interesse che sia quello di tutelare i cittadini che rappresentiamo nelle istituzioni».

Tante belle speranze «Un atto chiaro e deciso che ha mandato nel panico la gran parte dei consiglieri di maggioranza a cominciare da quelli del Pd – insistono i consiglieri del M5S – che hanno subito contrapposto un documento a firma Pennoni, Narciso, Bencivenga che null’altro sarebbe se non il classico atto tronfio di tante belle speranze scritte in politichese stretto, mirato ad ‘intortare’ il comitato dei genitori, i cui membri assistevano disorientati da fuori l’emiciclo dei banchi del consiglio comunale. A Forza Italia che prima traccheggia in attesa di indicazioni dall’alto poi la butta in caciara proponendo un atto sulle esternalizzazioni teso a mischiare le carte in tavola e che lascia comunque aperta la porta a future dismissioni dei servizi di mensa interni».

Dibattito spostato «Sta di fatto che con estrema scaltrezza, il dibattito è stato spostato da quello che era il nodo fondamentale delle richieste dei genitori e che il Movimento 5 Stelle intende riportare al centro della discussione: venga garantito il mantenimento delle cucine in loco e ci si impegni al ripristino laddove siano state dismesse, e che sia ben chiaro l’amministrazione si astenga dal compiere qualsiasi atto unilateralmente prima che il consiglio comunale, dopo aver attivato tutti gli strumenti partecipativi con le parti in causa, possa fornire indirizzi in merito. Per questo non esistono vie di mezzo, e nel rispetto dei cittadini e dei comitati, tutte le forze politiche hanno il dovere di esprimersi nel merito, prendendosi ognuno la responsabilità politica delle proprie scelte, senza ricorrere ai classici ‘mezzucci’ a cui siamo soliti assistere, per adulterare la realtà dei fatti e giustificare l’ingiustificabile».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli