Terni: «Senza dialogo, centrodestra in crisi»

Raffaele Nevi (Forza Italia) ‘avverte’ l’amministrazione comunale: «Troppe le cose fatte a nostra insaputa. Alla Lega serve un leader. Noi fedeli»

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di F.T.

Alta velocità, ambiente, ma pure il passaggio a vuoto del centrodestra nelle recenti elezioni per il consiglio provinciale di Terni, i ‘mal di pancia’ della maggioranza di palazzo Spada e il futuro della città, «perché l’ordinaria amministrazione va bene, ma bisogna saper decidere come sarà la Terni di domani». A parlare è Raffaele Nevi, parlamentare di Forza Italia che in fatto di territorio non si può dire non stia sul pezzo. A partire dalla questione-Frecciarossa.

Nevi, per l’assessore regionale ai trasporti Giuseppe Chianella l’ipotesi che Terni possa ‘agganciare’ l’alta velocità è complicata. Eppure c’era un dialogo in essere con Trenitalia. Come stanno le cose?

«Al pari dell’assessore Chianella, ero presente alla riunione convocata grazie all’interessamento del sottoscritto ed anche di Maurizio Gasparri, insieme agli amministratori locali, ai parlamentari ed ai rappresentanti di Trenitalia, per ‘spingere’ quest’ultima sul tema dell’alta velocità per l’Umbria del sud, dopo che per due anni non si era approdati a nulla. Senza dimenticare che la questione, fra Terni, provincia di Perugia, Viterbo e Rieti interessa un bacino potenziale di 500 mia persone. In quella sede sono stato chiaro, dicendo a Trenitalia: ‘se ritenete la cosa non fattibile, ce ne andiamo. Se invece pensate sia fattibile, pur complicata e costosa, fateci sapere quali sono i problemi e le condizioni’. E siamo rimasti d’accordo che sarebbe stato elaborato uno studio di fattibilità, che mi risulta essere stato già iniziato, per valutare costi/benefici dell’operazione e decidere sul punto. Tutto ciò, nell’audizione di giovedì al Comune di Terni, non è stato neppure menzionato dall’assessore Chianella secondo il quale non esistono soluzioni. A questo punto è lecito chiedersi se stia tutelando gli interessi dell’Umbria o di altre realtà territoriali, come un’ipotetica fermata del ‘Freccia’ a Chiusi potrebbe far pensare. Sul M5s neanche mi soffermo, tante e tali sono le inesattezze da ‘bar sport’. Abbiamo sempre detto: partenza del Frecciarossa da Terni o fermata ad Orte. L’arretramento su Perugia è stata un’operazione relativamente semplice perché quello è comunque l’Arezzo-Milano già esistente. Ma altri interventi, come l’arretramento di quello stesso treno su Terni, sono semplicemente cervellotici e, quelli sì, inattuabili e profondamente antieconomici».

Venendo a Terni, sempre sul piano politico ma in un ambito decisamente diverso, che ne pensa dell’esito delle elezioni provinciali?

«Sono andate malissimo per il centrodestra e in particolare per la Lega: non ci sono altri termini. Purtroppo le avvisaglie c’erano state e mi ero permesso, pur avendo rispetto per ciò che accade in casa altrui visto che i ‘travagli’ interni li abbiamo un po’ tutti, di avvertire chi di dovere di questa eventualità. La Lega ha ‘tirato dritto’ e purtroppo le elezioni sono state perse soprattutto a causa di quei problemi interni. Il risultato è che abbiamo buttato un’occasione importante. Più in generale penso che il centrodestra che amministra il Comune di Terni debba essere un po’ più attento. Vedo poca collegialità e qualche scollamento: cose normali quando c’è molta gente nuova a gestire anche questioni complesse e difficoltose. E mi pare che finora i risultati, considerando il disastro ereditato, siano decisamente positivi. Confido comunque che si riesca a recuperare uno spirito di gruppo, prima ancora che di coalizione. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte, rinsaldando quel vincolo di solidarietà che spetta al partito di maggioranza relativa sancire per primo. Spero che all’interno della Lega le cose si sistemino presto. Conosco Barbara Saltamartini, persona esperta ed autorevole, e sono convinto che saprà incidere. Serve un interlocutore, un leader, ma serve soprattutto maggiore confronto nella coalizione».

Chiede a più riprese dialogo, confronto: cos’è che non le ‘torna’ in particolare?

«Ferma restando la totale fedeltà al sindaco e al progetto politico, continuo a vedere troppe cose fatte a nostra insaputa, che vengono gestite in modo superficiale. Parliamo di temi importanti, su cui abbiamo costruito la campagna elettorale. Dallo sport alla situazione ambientale della conca. Nel programma che ha portato all’elezione di Leonardo Latini c’è scritto che il miglioramento delle condizioni ambientali sarebbe stata una priorità, che avremmo portato il territorio ad essere riconosciuto come ‘area ambientalmente complessa’. Non si tratta di una mia fissazione ma di un elemento programmatico fondamentale perché le cose non possiamo risolvercele fra di noi. Serve invece un intervento del governo e dobbiamo cogliere l’opportunità data dal fatto che la Lega è al vertice in Italia così come a Terni. Oltre alla Saltamartini, possiamo contare sulla prossimità di figure di alto livello, come il sottosegretario Stefano Candiani e lo stesso ternano Daniele Carissimi, consulente del sottosegretario al ministero dell’ambiente, per sostenere questa battaglia. Vincerla significa salvaguardare la salute ed anche produzioni strategiche per Terni e per l’Italia, come l’acciaio, l’energia elettrica, il trattamento dei rifiuti».

Nel concreto, dell’azione di questa giunta, che vede al proprio interno due esponenti ‘azzurri’, cosa ne pensa?

«Ripeto, ho visto cose buone, talvolta ottime rispetto a quella che è ‘l’ordinaria amministrazione’, al quotidiano. Novità significative e importanti per i cittadini. Il punto, però, è che dobbiamo ricordarci che siamo stati eletti anche per disegnare una nuova prospettiva per Terni. A volte conviene andarsi a rivedere il programma con cui siamo stati eletti e ripartire da lì. Sulle stesse partecipate, in merito alle nomine, ci siamo dati dei criteri precisi e condivisi: credibilità, autorevolezza, serietà e capacità. Requisiti universali quando si deve gestire un’azienda, privata o pubblica che sia, in maniera efficiente e redditizia. Non esistono altre strade. Il mio invito è proprio questo: ripartiamo dal programma, rilanciamo quella visione di città. Il rischio è che i ternani finiscano per dire che ‘non è cambiato nulla’ quando sappiamo benissimo che non è così. La nostra fedeltà al sindaco Latini non è in discussione, però bisogna parlarsi di più, trovare soluzioni condivise. La quotidianità porta ad affrontare problemi di tutti i tipi ma non possiamo continuare ad apprendere le cose dai giornali. La collegialità interessa non solo la giunta ma anche le forze politiche. Non dico che non si possano avere idee diverse, ma ciò che conta è mettersi attorno ad un tavolo e confrontarsi. Serve fare un bilancio delle tante cose fatte fin qui, per una città consegnataci ‘cadavere’, e saper cogliere quei temi cruciali per i quali siamo stati eletti».

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