«Terni, serve rilancio economico e sociale»

L’appello di Federici (Confesercenti): «Difendiamo la Camera di commercio, basta accorpamenti con Perugia»

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di Italo Federici
Presidente Confesercenti Terni

Terni città meno bella e ricca di storia di Perugia: mancava un commento così tranciante e negativo da parte di una candidata a sindaco di Perugia. Mancava dopo tutti gli scippi o ‘accorpamenti’ su Perugia che Terni ha subito nel tempo e che abbiamo già avuto modo di elencare: università, uffici regionali, Ance, Ater, Atc, Usl, Arpa, Banca d’Italia ed altre banche, Ispettorato del lavoro, persino il Cesvol, e dopo che la Regione ha soppresso gli strumenti a suo tempo creati per combattere la deindustrializzazione come Consorzio aree industriali, Umbria innovazione, Isrim, Icsim, e dopo aver subito trattamenti fortemente sperequati sull’Alta velocità, sulla la Fcu ancora inattiva, e mentre continua la lotta per non impoverire ulteriormente il territorio nel settore della sanità.

Rimane l’ultima battaglia, quella su quale tutti dobbiamo impegnarci: quella di salvare la nostra Camera di commercio come messo in evidenza anche nel forum di Terni Universitaria. Se Terni è una città meno bella di Perugia molto dipende dalle amministrazioni comunali precedenti e da quella attuale cui spetta il compito di rimediare. Teatro Verdi e fontana di piazza Tacito, cantieri infiniti? Certo ma non solo: pensiamo anche al vecchio mercato coperto, ricettacolo di sporcizia, rifiuti e topi da almeno 8 anni, pensiamo ai quartieri dormitorio, non solo quelli già definiti tali come San Valentino ma anche quelli centrali come piazza Clai; pensiamo all’area Foro Boario che da anni è oggetto di promesse di sistemazione.

A tal proposito, se la politica e l’amministrazione intendono modificare il progetto già noto e andato in gara e per il quale, anche se in ritardo, è stata costituita la commissione per la valutazione tecnica ed economica, è un loro diritto, fermo restando che pensare di spostare il palasport in un’area in cui vige un vincolo della Soprintendenza da oltre 70 anni e sul quale il demanio si è già dichiarato contrario alla cessione, non fa altro che allungare i tempi (cosa di cui non se ne sente il bisogno!) e che non interviene a modificare la situazione dell’area Foro Boario. Salvo che chi intende costruire il palasport nella nuova area non abbia da destinare risorse anche per la sistemazione dell’area antistante lo stadio Liberati.

Abbiamo già visto come vanno a finire le cose quando c’è smania di protagonismo: al forum su citato si ricordava la vicenda del Centro commerciale naturale fatto a Perugia e non a Terni, dove la città non ha solo perso un’occasione di finanziamenti ed investimenti ma anche una ripresa del commercio in centro. Un commercio al dettaglio tradizionale che perde nei confronti dell’e-commerce (negli ultimi 10 anni le nuove attività di e-commerce sono cresciute di 14 mila unità, mentre oltre 16 mila negozi hanno chiuso), che subisce la concorrenza sleale della contraffazione o della evasione fiscale, che lotta contro le grandi strutture commerciali, che rischia tutti i giorni di finire nelle maglie della criminalità, che registra ammanchi per furti o rapine. E tutto ciò senza considerare le tasse da pagare comprese quelle locali.

A tal proposito va ricordata la proposta, poi ritirata, sulla stangata (perché tale è, non incremento!) sulla pubblicità mentre i provvedimenti che possono interessare i commercianti non vengono nemmeno esaminati: riduzione dell’Imu e della Tasi per i proprietari che affittino ad un canone calmierato, una Tari commisurata all’effettiva produzione di rifiuti, ed altro. Occorre ricordare che quando chiude un esercizio commerciale non è solo una perdita lavorativa, per una o più persone, ma anche una perdita di ricchezza, cosa ben più grave.

La crisi è generale, in Italia e in Umbria e a Terni, ma a Terni è ancora più sentita: abbiamo una disoccupazione che nel terziario arriva al 43 per cento, un invecchiamento della popolazione tra i più elevati d’Italia, un ridimensionamento generale della domanda interna ed in particolare dei consumi, una crisi delle imprese. Terni non ha bisogno di chiacchiere, protagonismi e personalismi: ha bisogno di iniziative per il rilancio economico e sociale a cominciare dall’avvio delle iniziative da assumere per la difesa della sede a Terni della Camera di commercio. Altrimenti rimarremo, come ci dicono, una città brutta e senza storia, una città, aggiungo, senza futuro.

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