Terni, cimitero: «Basta massimo ribasso»

La protesta dei lavoratori delle coop in vista del nuovo affidamento dell’appalto: «Noi e le nostre famiglie in ginocchio, a rischio le tumulazioni»

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L’appalto scade il 31 dicembre prossimo, le procedure per il nuovo affidamento non sono state ancora avviate, ma le premesse sono tutt’altro che buone: c’è allarme tra i lavoratori che operano nel settore dei servizi cimiteriali del Comune di Terni, dove la gara Mepa (il nuovo portale per le pubbliche amministrazioni) al massimo ribasso che dovrà essere formalizzata a breve da palazzo Spada, ma di cui si conoscono già i dettagli, rischia di mettere in ginocchio non solo una ventina di famiglie, ma anche i servizi forniti al cittadino, per di più in un settore così delicato.

La mobilitazione

L’attività, dalle tumulazioni alla pulizia delle tombe fino alla manutenzione del verde, viene gestita attualmente dall’Ati composta dalle cooperative Alis, UltraServizi, Gea e Solco, le quali lunedì mattina, insieme ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, hanno radunato davanti al cimitero centrale i lavoratori interessati per protestare e chiedere al sindaco Leonardo Latini di aprire un tavolo immediato per un confronto sulla questione. «Questione di cui ci occupiamo per il bene dei lavoratori e dei cittadini – è stato detto dai rappresentanti delle coop – al di là di chi risulterà l’affidatario del servizio».

I numeri

«La determina a contrarre del Comune uscita due mesi fa – ha spiegato Antonio Sabatini della UltraServizi – annunciava una gara per l’affidamento di un anno a prezzi congrui, simili a quelli attuali, ora è stata annunciata una gara al massimo ribasso, per un appalto per tre mesi che dovrebbe garantire gli stessi servizi, ma con un abbassamento dei costi totali del 43%». In particolare rispetto alle attuali 168 ore settimanali per i servizi cimiteriali si dovrebbe passare a 120 (-29%), dalle 100 per i servizi di pulizia e mantenimento del decoro a 60 (-40%), dalle 64 dei servizi di manutenzione del verde ad appena 8 (-87%). In totale, fanno 144 ore settimanali in meno, per un importo dell’appalto a base d’asta di 38 mila euro.

L’allarme

Le unità lavorative impegnate dovrebbero passare da 12 (ma sono una ventina in totale i lavoratori che ruotano intorno al servizio) a 10, con un costo orario della manodopera stimato dal Comune di 13,05 euro, quando quello minimo previsto dal contratto collettivo, tra l’altro per un livello inferiore a quello degli operai interessati, è di 14,70 dunque superiore. Una differenza percentuale di oltre l’11%, senza al momento considerare l’eventuale ribasso. Ecco dunque da dove vengono i timori, in primis dei dipendenti delle coop. «La situazione si farà sempre più difficile per noi – è il loro grido di allarme -, non sappiamo come sbarcare il lunario, come far mangiare i nostri figli, che hanno diritto anche a studiare come tutti gli altri».

Operatività a repentaglio

Ma, come detto, ci sono anche altre questioni che riguardano più in generale tutta la collettività. «Come si può pensare di garantire con la metà delle ore lo stesso servizio – ha detto Stefano Notari, della coop Alis -, tra l’altro un servizio essenziale ma già oggi in evidente difficoltà nel rispondere alle tante richieste. Il rischio è quello che un domani funzioni solo il cimitero centrale, a discapito di quelli periferici». «Il rischio – ha aggiunto Sabatini – è di dover lasciare i morti dentro l’obitorio». Non trascurabile anche la questione del guano dei piccioni che si accumula nella nuova ala del cimitero centrale, una questione di decoro ma prima di tutto anche igienica. «Chi garantirà la pulizia?» è la domanda delle coop.

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