Terni, servizi educativi: Cosec si rifà avanti

Elenco di proposte tecniche su refezione, scuola per l’infanzia, comitato mensa e fasce Isee: «Famiglia e diritti dei bambini tornino al centro della politica»

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La rimodulazione delle fasce proposta dal Cosec

Forze politiche, civiche, sindacati, associazioni e organizzazioni di categoria. L’invito era esteso a loro e l’obiettivo dell’iniziativa, al di là della mera promozione, è quello di farle sottoscrivere in modo tale da concretizzarle in un prossimo futuro: a lanciare le proposte a meno di due mesi dalle elezioni amministrative, nell’appuntamento di venerdì pomeriggio a palazzo Spada, è stato il Cosec. I temi sono già noti e coinvolgono i servizi educativi, la refezione scolastica, il comitato mensa cittadino e i nidi d’infanzia: «In un contesto preoccupante come quello del dissesto finanziario, riteniamo che la famiglia e i diritti dei bambini debbano tornare al centro della politica».

NIDI D’INFANZIA: APPROVATE LE GRADUATORIE

Luca D’Abramo ed Erika Camuzzi

La partecipazione Invito del Cosec raccolto solo parzialmente. A presentarsi in sala consiliare per ascoltare le proposte tecniche del comitato sono stati – su tutti – il candidato sindaco del M5S Thomas De Luca – con lui anche Valentina Pococacio e Luca Simonetti  – Marco Cecconi, coordinatore Fratelli d’Italia Terni ed Enrico Melasecche, ‘indipendente’ in orbita Lega. Il punto base del Cosec poggia sull’approvazione delle recenti graduatorie per i nidi d’infanzia: «Quarantuno domande presentate a fronte di ventisei posti disponibili. Da questo dato che vogliamo partire, per ribadire ancora una volta come i Servizi educativi comunali siano un patrimonio che, pur vituperato dai tagli e da una scriteriata gestione dirigenziale e amministrativa, continua ad essere apprezzato e richiesto da numerose famiglie. Un servizio che deve essere rilanciato in tutte le sue potenzialità». Ed ecco le idee.

LA BAGARRE CON ALL FOODS E LA CONFERENZA DI FEBBRAIO

Valentina Pococacio e Thomas De Luca

Refezione, esenzioni ed equità Come detto gli argomenti sono già stati dibattuti a lungo nell’ultimo biennio. Da un lato il Cosec, dall’altra l’amministrazione comunale. Punto primo la refezione: «Abbiamo predisposto – ha spiegato Erika Camuzzi – un modello per la redistribuzioni delle rette con delle fasce Isee. Già lo facemmo nel 2016 e furono inserite nella delibera 195 del 2016 (atto di indirizzo della II° commissione consiliare, ndr): non sono mai state attuate né tantomeno inserite nel nuovo bando. Ora le abbiamo modificate sulla base della situazione economica del Comune: vogliamo maggior equità nel pagamento senza aggravare i costi a carico dell’amministrazione. Nel modello ci sono dei nuovi scaglioni con una fascia di esenzione totale da 0 a 3 mila euro: al momento non ne esiste una di tipo reddituale, ma è rivolta a coloro che sono sottoposti al controllo dei servizi sociali. Ricordo che per la fascia intera – oltre i 20 mila euro – il Comune versa un contributo ed eliminandolo è possibile creare dei ribassi per le fasce più disagiate. Così si viene incontro alle famiglie meno abbienti». Si passa poi ad un secondo aspetto: «Fondamentaele – ha proseguito – inoltre l’istituzione di un comitato mensa cittadino che faccia da coordinamento tra i vari commissari delle singole scuole, l’Usl, l’amministrazione comunale e il gestore. Anche questo era stato inserito nella delibera 195 ma senza essere attuato».

REFEZIONE SCOLASTICA E MENSE, IN ARRIVO IL CENTRO COTTURA GEMOS

Enrico Melasecche, Ilenia Sorbelli e Marco Cecconi

I nidi d’infanzia e diversa distribuzione Fasce e modifiche anche in questo caso. Partita aperta già dal 2016: «Focus – la puntualizzazione di Claudia Riccieri – sui nidi d’infanzia perché si parla di un servizio 0-6 di continuità didattica e a Terni c’è un modello trentennale che verte su questo. Ci sono state discussioni con la dirigenza del Comune in merito alla riprogrammazione il servizio: non è mai accaduta, anzi, stanno chiudendo. Le nostre proposte si basano sullo scaglionamento delle fasce Isee diverse e soprattutto una distribuzione oraria differente: in questo modo la famiglia ha l’opportunità di non pagare la retta piena, ma di entrare e portare il proprio figlio in diversi orari». Motivo? «Ci siamo resi conto – ha concluso – che spesso i genitori lasciano il bambino al nido fino alle 17 perché pagano la retta intera. Stiamo cercando di aiutarli, lo stesso vale per gli insegnanti: redistribuzione dell’orario e creazione di un sistema integrato sono gli obiettivi».

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Le fasce attuali

Il background Non poteva mancare nel lancio dell’iniziativa odierna un passaggio sulle vecchie ‘puntate’: « Le strategie perseguite fino ad oggi – in riferimento alle mosse del Comune – hanno avuto il solo scopo di far cassa e preferendo delegare l’importante funzione educativa verso il privato. Ne è riprova l’ampio numero di famiglie escluse dalla richiesta d’iscrizione presso la scuola materna ‘Aula Verde’: se si fosse provveduto a dar seguito a quanto previsto all’interno della delibera di consiglio 314 dell’8 settembre 2016 (altro atto di indirizzo, questa volta a ‘cura’ M5S), ampliando il numero di posti disponibili con l’attivazione di un ulteriore sezione e mezza, ora non ci sarebbero ben 12 bambine/i lasciati fuori. Senza considerare, non soltanto quei genitori che scoraggiati dal ridotto numero di posti hanno deciso di non provare la sorte, ma anche i ritardi nella pubblicizzazione dell’apertura delle iscrizioni; accompagnata da una scarsa promozione, perpetua durante tutto l’anno scolastico. I limiti del grottesco vengono però raggiunti quando si sente ancora parlare di principio di ‘territorialità: famiglie con alti punteggi escluse dalle graduatorie, perché non residenti nell’area scolastica di riferimento, come accaduto per numerose domande d’iscrizione presso l’Aula Verde’. Dopo la chiusura di tre scuole e la conseguente perdita dei presidi territoriali, sarebbe quanto meno ora di smetterla con queste assurde suddivisioni». Storia lunga.

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