Terni, sindaco in ‘sella’: la partita più difficile

L’intenzione di Di Girolamo è quella di andare avanti ma le opinioni di giunta, consiglieri e forze di maggioranza saranno decisive

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Ritrovarlo al suo ‘scranno’, dopo ventuno giorni trascorsi agli arresti domiciliari, fa un certo effetto: «I giorni più duri sono stati i primi, quelli dell’arresto e dell’interrogatorio che poi lo ha confermato. Poi ho riacquistato via via lo spirito che è mio e sono riuscito a superare anche questa. Ora sono pronto a difendermi».

PARLA IL SINDACO: «PRONTO AD ANDARE AVANTI» – VIDEO

«Deciso il piano di riequilibrio» A parlare è il sindaco Leopoldo Di Girolamo che di abdicare – nonostante gli inviti espliciti di gran parte delle opposizioni, ed altri molto meno ‘pubblici’ provenienti da ambienti del suo stesso partito – non sembra avere alcuna intenzione. Decisive in questo senso saranno le opinioni che il primo cittadino, una volta tornato in sella a seguito della revoca della sospensione dalla carica attuata dalla prefettura dopo l’arresto, intende raccogliere. ‘Consultazioni’ che coinvolgeranno «la giunta, i consiglieri di maggioranza che mi hanno lealmente sostenuto, le forze politiche ma anche quelle sociali della città. Perché la decisione non può dipendere solo da me». Decisivo per la prosecuzione della legislatura – secondo Di Girolamo – sarà anche e soprattutto il voto sul piano di riequilibrio a cui il sindaco non sembra proprio voler anteporre le dimissioni.

INDAGINE ‘SPADA’, LA STORIA

M5S Per Andrea Liberati, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, «se davvero fosse quel galantuomo di cui si favoleggia, Leopoldo Di Girolamo si sarebbe dimesso già nel novembre scorso, all’alba dell’operazione ‘Spada’. Invece, così proseguendo, rischia di essere ricordato solo quale ultimo di una nutrita serie di servi di partito. Diventa quindi tragicomico e fantozziano leggere oggi di un suo improbabile ritorno, tamquam non esset, dopo riscontri così estesamente penosi sul piano non soltanto politico, tanto più alla luce delle parole utilizzate ieri dal tribunale del Riesame, affatto tenere. De jure, un avallo della tesi accusatoria, come pure emerge dalla stampa. Di Girolamo, le chiediamo un gesto tanto nobile quanto doveroso, prima di ulteriori derive giudiziarie e processuali: tolga rapidamente il disturbo».

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