Terni, ‘Spada’ bis: chieste nuove misure

Per la procura i fatti sono stati ‘cristallizzati’. Chiesta revoca domiciliari per Montalbano e interdittiva per Piacenti e Camporesi. Udienza al Riesame il 16 gennaio

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di F.T.

Dagli arresti, eseguiti il 21 dicembre, dell’assessore comunale Vittorio Piacenti D’Ubaldi, del commercialista riminese Roberto Camporesi e dell’amministratore unico di TerniReti – ‘ex’ dopo le dimissioni irrevocabili del 22 dicembre – Vincenzo Montalbano Caracci, l’indagine ‘Spada bis’ – in campo il procuratore Alberto Liguori, il sostituto Marco Stramaglia, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e la squadra Mobile di Terni – non si è mai fermata.

L’INCHIESTA SUL COMUNE DI TERNI

Piacenti D’Ubaldi e Montalbano Caracci

Fatti ‘cristallizzati’, l’indagine si amplia Gli inquirenti hanno sentito diverse persone più o meno direttamente interessate dalle contestazioni – ‘turbata libertà degli incanti’ e ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’ – mosse ai sette (ma il numero sarebbe destinato ad aumentare) indagati. E quel lavoro, condotto con celerità, ora può dirsi praticamente concluso, con la procura che è riuscita a ‘cristallizzare’ buona parte dei fatti finiti sotto la lente investigativa. Testimonianze, documenti, atti, ipotesi che – con il passare dei giorni – hanno assunto una fisionomia ben definita e che condurrebbero ad un’estensione ulteriore dell’indagine, incentrata inizialmente su alcune consulenze affidate dal Comune di Terni, dalle partecipate FarmaciaTerni e TerniReti al professionista romagnolo.

TERNI, INCHIESTA ‘SPADA’: «SENSO DI IMPUNITÀ»

Il gip Federico Bona Galvagno

Misure ‘da rivedere’ Al termine di questa fase la procura, con in tasca quelle che ritiene essere prove evidenti da far valere in sede processuale, ha formalmente chiesto al gip Federico Bona Galvagno la ‘revisione’ delle misure cautelari applicate e successivamente confermate dal gip ai tre arrestati. E se per Vincenzo Montalbano Caracci, anche in ragione delle dimissioni da amministratore unico di TerniReti, il rischio di reiterazione del reato non sembra più sussistere – da qui la richiesta della procura di revoca dei ‘domiciliari’ -, per Vittorio Piacenti D’Ubaldi (sospeso dalla carica di assessore su provvedimento del prefetto di Terni) e Roberto Camporesi, il discorso sarebbe diverso.

Roberto Camporesi

Reiterazione possibile Per quest’ultimi infatti, il pericolo di reiterazione dei reati viene ritenuto dalla procura ‘concreto’ ed ‘attuale’. Al tempo stesso, le principali fonti di prova sarebbero state acquisite nei giorni successivi l’arresto, con una sensibile riduzione del rischio di inquinamento. Da qui la richiesta, inoltrata mercoledì mattina al gip, di ‘adeguare’ le misure cautelari al nuovo contesto: non più arresti domiciliari ma divieto di dimora a Terni per entrambi, sospensione dai pubblici uffici per Piacenti D’Ubaldi e dall’esercizio dell’attività di commercialista per Camporesi.

Il procuratore Alberto Liguori

Spada 1 e Spada 2 In questo senso la procura di Terni sembra voler tirare dritto. Recentemente, anche in occasione della conferenza stampa convocata per tracciare il bilancio delle attività condotte nel 2017, il procuratore capo Alberto Liguori ha riepilogato non solo i contenuti della ‘prima’ indagine-Spada (per la quale si è in attesa della fissazione dell’udienza preliminare, ndR) ma anche della seconda e più recente ‘tranche’ dove – per gli inquirenti – la continua attività di definizione ‘ad hoc’ di atti e delibere comunali da parte del commercialista Camporesi, senza incarico, sarebbe stata ‘ripagata’ con consulenze ‘contra legem’ dallo stesso Comune e dalle due controllate finite al centro dell’indagine.

Il pm Marco Stramaglia

Riesame in bilico? Ora spetterà al gip decidere se accogliere o meno le richieste della magistratura. Resta da capire se questo passo condizionerà o meno il percorso di avvicinamento delle difese di Piacenti e Camporesi al tribunale del Riesame – udienza fissata per il 16 gennaio – a cui i legali hanno chiesto di revocare gli arresti domiciliari applicati dal gip di Terni. Possibile un ‘detrofront’ salvo che non si punti ad ottenere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. Di fatto, le posizioni degli indagati – agli occhi di chi ha il compito di accertare i fatti – ad oggi non si sarebbero alleggerite.

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