Terni, stallo sul ‘Verdi’: «Idea è nuovo teatro»

A lanciarla è il sindaco Leonardo Latini che parla anche di lavori pubblici, palasport, rapporti in giunta e DL Salvini: «Sulle unioni civili rispettiamo la legge, ma non le celebro»

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di F.T.

In attesa della conferenza stampa di martedì mattina in cui il sindaco di Terni Leonardo Latini e la sua giunta faranno il punto sui primi sei mesi – circa – di attività alla guida dell’ente, con il primo cittadino abbiamo scambiato alcune battute su alcuni temi ‘caldi’ – Cascata delle Marmore, lavori pubblici, rapporti non sempre sereni in giunta – destinati a tenere banco anche nei prossimi mesi.

Sindaco, ma questo bailamme sulla Cascata – gestioni ‘in house’, affidamenti ‘ritardati’, lavoratori a rischio, ritorni di immagine non proprio edificanti – non si poteva evitare?

«Gli uffici tecnici del Comune mi dicono che non c’era modalità né tempistiche diverse per la redazione dei bandi, tenendo conto dei vincoli imposti anche dalla normativa sul dissesto. Come giunta stiamo cercando di gestire una delicata fase di passaggio che giunge dopo dodici anni di gestione in continuità, con le difficoltà aggiuntive che tutto ciò comporta. Serve senso di responsabilità, credo che lo stiamo dimostrando, e per il futuro spero che si torni quanto prima alla piena efficienza dei servizi».

Se per la Cascata non è un gran periodo, per altri simboli di Terni, come il teatro ‘Verdi’, le cose non sembrano andare meglio…

«Ci sono però opere-simbolo, come la fontana di piazza Tacito che ben rappresenta la nostra comunità fra acqua, acciaio, tradizione e modernità, che siamo riusciti finalmente a ‘sbloccare’. Per quest’ultima è stato pubblicato il bando per il distacco e la musealizzazione delle tessere e mi sento di dire che il percorso abbia preso la giusta direzione. Sul ‘Verdi’ serve invece una profonda riflessione per valutare quali siano le soluzioni migliori, evitando il ‘muro contro muro’ con la Soprintendenza. A mio giudizio resta del tutto prioritaria l’esigenza di restituire un teatro alla città, degno di tale nome. Un punto di riferimento culturale indispensabile per il quale, di concerto con l’assessorato alla cultura, possono essere messe in campo anche soluzioni diverse, alternative alla ristrutturazione dell’esistente. Un’opera nuova, in sostanza, senza perdere di vista la delicata situazione finanziaria del Comune».

Anche il tema del palasport, ubicazione e caratteristiche, sembra aver riacceso la discussione con punti di vista diversi nella stessa maggioranza.

«Anche il palazzetto dello sport è indispensabile in relazione alla nostra idea di città. Una struttura che sia funzionale allo sviluppo di un’immagine di Terni quale ‘città dello sport’. Posto che anche in questo caso è stata ereditata una situazione complicata, legata alla Spada di Damocle del dissesto, ritengo che ci siano non solo una, ma più ipotesi sul campo. E nessuna di queste è ‘bizzarra’ come qualcuno ha affermato. Dovranno essere tutte discusse, come per il teatro ‘Verdi’, con il diretto coinvolgimento degli assessorati ai lavori pubblici, al patrimonio e ovviamente allo sport. Alla conferenza programmatica della prossima primavera sono convinto che arriveremo con le idee già chiare».

Lei cita diversi assessorati: in questi sei mesi i rapporti fra i membri della giunta, fra ‘fughe in avanti’, polemiche, denunce più o meno presunte, non sono sempre stati tranquilli. Non ultimo sulla delibera approvata sul tema delle farmacie. Teme che la situazione possa prima o poi sfuggirle di mano?

«Diciamo che i rapporti fra i membri della giunta sono talvolta ‘frizzanti’, normale quando ci sono di mezzo personalità competenti, creative, preparate. Ma le personalità vanno bene, i personalismi no. Modifiche o rimpasto? No, non ci ho mai pensato finora. Da sindaco credo sia essenziale mettere in campo un’attività di mediazione, ascoltare tutte le posizioni e favorire quel dibattito necessario per far emergere le idee migliori e assumere le decisioni giuste. Tutto ciò tenendo presente che l’ultima parola spetta al sottoscritto. Ben vengano comunque le persone preparate, come quelle su cui posso contare ogni giorno».

Infine il DL Salvini, sulla sicurezza, di cui lei è convinto sostenitore. C’è chi fra la minoranza, il consigliere Gentiletti per non fare nomi, l’ha accusata di non essere così equo nell’applicare la legge, visto l’atteggiamento tenuto sulle unioni civili.

«Posto che il DL Salvini non è materia di obiezione di coscienza visto che è in gioco la sicurezza delle persone che non va strumentalizzata per fini politici, credo sia giusto puntualizzare che il Comune di Terni, anche in fatto di unioni civili, la legge la rispetta appieno. Qui vengono celebrate e non è che a Terni non ci si sposi. Non le celebro io per, questa sì, un’obiezione di coscienza. Ma non vorrei che passasse l’idea che a Terni le unioni civili non esistano più. Sarebbe del tutto falso».

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