Terni: «Sul riequilibrio criticità conosciute»

Piacenti D’Ubaldi: «Il Ministero ha dato una valutazione tecnica e non di merito, noi conosciamo anche i punti di forza». Le opposizioni scatenate chiedono le dimissioni

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«Le prime comunicazioni che arrivano dal Ministero, dalla Commissione deputata – aveva detto il 20 giugno scorso l’assessore al Bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi – ci dicono che il Piano di riequilibrio finanziario è fattibile. Si tratta di un parere autorevole, che conferma che il percorso tracciato è quello giusto, nell’ottica di mettere in sicurezza i conti dell’Ente, di eliminare le criticità finanziarie, dando una prospettiva di risanamento e di investimento». Beh, pare che in realtà non sia proprio così.

Gianpiero Bocci

Il Ministero Nelle sue conclusioni, la commissione presieduta dal sottosegretario Gianpiero Bocci, scrive che «il piano del Comune di Terni non appare del tutto conforme ai contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento ed alle indicazioni contenute nelle Linee guida elaborate dalla Corte dei conti, ciò in quanto, dagli atti esaminati, emerge che il procedimento di realizzazione delle misure di risanamento si presenta ancora nelle fasi iniziali del cronoprogamma di realizzo. Sulle criticità riscontrate si è già espressi nel corpo della Relazione, con particolare riferimento alla non raggiunta certezza sulla quantificazione della massa passiva condizionata dalla valutazione sulle passività potenziali. In ordine alle misure di risanamento, benché l’Ente sia dotato di un patrimonio immobiliare di rilievo e di una imponente società di gestione delle farmacie comunali, tale patrimonio non sembra dare adeguate garanzie sul dimensionamento delle entrate da dismissione e sul cronoprograrnma di realizzo. Si propone che la presente relazione sia trasmessa dalla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali alla Direzione centrale della finanza locale, per il successivo inoltro alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei conti». E lascia così la decisione finale proprio alla Corte dei conti.

IL TESTO COMPLETO RIMESSO DAL MINISTERO

«Dimissioni subito» Immediata e violentissima la reazione del Movimento 5 Stelle: «La giunta ha nuovamente mentito alla città, per questo crediamo che la fine della consiliatura sia ormai improcrastinabile. Il sindaco Di Girolamo deve immediatamente rimettere il proprio mandato avendo ormai rotto oltre ogni evidenza il rapporto di fiducia con i cittadini.
Il 20 giugno l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi affermava “Le prime comunicazioni che arrivano dal Ministero, dalla Commissione deputata ci dicono che il Piano di riequilibrio finanziario del Comune di Terni è fattibile. Si tratta di un parere autorevole, che conferma che il percorso tracciato è quello giusto”, oggi si palesa una verità che è l’esatto opposto di quanto comunicato all’opinione pubblica».

Thomas De Luca

«Piano non conforme» Secondo il capogruppo a palazzo Spada, Thomas de Luca, «quello che abbiamo ripetuto incessantemente ormai da quasi un anno si è rivelato corrispondente alla realtà: il piano è stato giudicato non conforme alle disposizioni normative di riferimento, incerto nella quantificazione dei debiti e inadeguato nella garanzia delle coperture agli stessi. Emerge da questa situazione l’irresponsabilità con cui questa giunta ha voluto ostinatamente andare avanti contro ogni logica e contro gli interessi della città. A pagare saranno nuovamente i cittadini con un dissesto strutturale dell’ente disastrosamente peggiorato nel corso degli ultimi mesi, ormai compromesso. Andare avanti fino alla pronuncia della Corte dei conti dopo l’inequivocabile parere da parte del Ministero vuol dire continuare il gioco sporco sulle spalle dei cittadini, per cercare di aggrapparsi ad ogni ultimo disperato tentativo di rimanere incollati alla poltrona».

Giovanni Ceccotti

«Non ci sono più alibi» Anche Giovanni Ceccotti, del ‘Movimento Civico-Progetto Terni’ usa la mano pesante: «Dopo aver comunicato alla città ed al consiglio comunale la falsa notizia dell’accoglimento dell’irrealizzabile Piano di riequilibrio da parte del ministero degli Interni, riteniamo che l’unica soluzione possibile per sistemare le cose, vista la risposta comunicata ufficialmente oggi dalla commissione ministeriale, che dice chiaramente che il Piano presentato non è realizzabile, siano le immediate dimissioni del sindaco Di Girolamo, non essendoci più gli estremi per gestire i debiti dentro e fuori il bilancio del Comune di Terni. Lo invitiamo a farlo nel più breve tempo possibile, per dare finalmente alla città la consapevolezza della reale situazione. Dimostrare adesso quel senso etico proprio di chi consapevolmente riconosce i propri errori. Non ci sono più alibi; è necessario il ricorso a qualcuno che, in modo indipendente e competente, sia in grado di mettere in sicurezza i conti del Comune, garantendone il normale, corretto e legale funzionamento fino alle prossime elezioni. Giriamo pagina, giriamo questa bruttissima pagina della città di Terni».

Paolo Crescimbeni

«Anticipazioni di rispondo alla realtà» Secondo Paolo Crescimbeni (Gruppo misto), «le dichiarazioni relative al parere del ministero dell’Interno rese in aula dall’assessore Piacenti non appaiono conformi a quanto reso noto in data odierna dallo stesso Ministero. Infatti, con riferimento al piano di risanamento presentato dal Comune di Terni, il ministero dell’Interno dichiara che il piano di risanamento non è conforme ai contenuti richiesti dalle disposizioni normative esistenti in proposito.
Quanto alle “criticità” (leggi debiti fuori bilancio) il Ministero afferma che non è stata raggiunta alcuna certezza in ordine alla mossa passiva. Infine, in ordine alle misure di risanamento, il pur ragguardevole patrimonio messo a disposizione dal Comune di Terni non sembra dare sufficienti garanzie. Le anticipazioni fornite dall’assessore non rispondono dunque alla realtà e definire “critica” la situazione del Comune di Terni appare oggi un vero eufemismo».

Francesco Ferranti

«Primo dovere: trasparenza» Secondo il capogruppo di Forza Italia a palazzo Spada, Francesco Ferranti, «il primo dovere di un amministrazione pubblica è essere trasparente e sincera con l’opinione pubblica, quindi con i cittadini. La furbata di far passare il bicchiere per mezzo pieno quando è mezzo vuoto da 20 anni e più, non è atteggiamento serio e rispettoso, parlando di vicende finanziarie specialmente nei confronti di famiglie e imprese vessate da tasse fortissime. Qui mi pare che il Pd continui a minmizzare i problemi e i danni compiuti, lo fanno su tutto e anche sui pareri del Ministero, adeguati alle esigenze di comunicazione del partito».

Vittorio Piacenti D’Ubaldi

L’assessore In serata parla anche l’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi: «Premetto che il documento del Ministero non l’ho ancora letto – esordisce – e che nella giornata di martedì il Comune diramerà una nota ufficiale in relazione a questa vicenda, ma intanto ricordo che il Ministero non dà giudizi di merito, ma la sua è una valutazione tecnica che, stando le cose come stanno, non poteva che essere quella che è stata inviata. Noi sappiamo perfettamente quali sono i punti di forza e di debolezza del Piano di riequilibrio che abbiamo elaborato e su quelli lavoreremo. Ministero e Corte dei conti sanno perfettamente, per esempio che la vendita delle quote di FarmaciaTerni non avverrà in tempi brevissimi, ma che noi contiamo di portarla a componimento entro la fine dell’anno». Quanto alla dichiarazione ottimistica fatta il 20 giugno, Piacenti D’Ubaldi è spiazzante: «Io quelle cose le ho dette dopo aver letto le cose che venivano pubblicate dagli organi di informazione».

Marco Cecconi

«Consiglio straordinario» Per Marco Cecconi (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale), «ora ci vuole subito un consiglio comunale straordinario, che immediatamente provvederò a richiedere. E nessuno si sorprenda, giacché le censure mosse dal Ministero degli Interni al Piano di riequilibrio del Comune di Terni risalgono a più di sei mesi fa: quando dal Viminale presero carta e penna per mettere subito nero su bianco ben 18 eccezioni. In quei 18 punti, il Ministero denunciava già allora gravi scostamenti con la struttura che il Piano avrebbe dovuto avere, voci mancanti, anomalie, irregolarità e pressapochismi nella gestione dei conti (come per il mancato inventario dei beni di proprietà dell’Ente corredato da stime di dettaglio; come per l’effettiva capacità di riscossione a fronte di tante previsioni chiaramente fallaci sin dall’origine; come per la ricognizione non ancora compiuta dei debiti/crediti con le società partecipate; come per l’insussistenza di accordi transattivi con i creditori e via dicendo). E denunciava di fatto anche il carattere aleatorio delle ipotesi di rientro, affidate per lo più alla vendita di beni senza una perizia del loro valore».

I bluff Secondo Cecconi «l’unica cosa, è vero, che non cessa di fare meraviglia, è l’attitudine al bluff: i bluff dell’assessore al bilancio, tanto per cambiare; il bluff del PD ternano, tutto intento a spiegarci da giorni che la sua Amministrazione sotto-inchiesta sta costruendo il nostro futuro; il bluff di tutti quelli – sindaco in testa – che provano e riprovano a convincerci del fatto che stanno mettendo in sicurezza i conti comunali. Ora basta, il re è nudo, ogni maschera è caduta, ogni ulteriore chiacchiera o rinvio sarebbe irricevibile. Andatevene e fatela finita. Il sindaco venga immediatamente in consiglio a riferire: il Piano l’ha approvato il consiglio, il consiglio deve sapere. Di Girolamo riferisca e si dimetta».

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