Terni, sulle farmacie adesso è guerra

Il Cda di FarmaciaTerni contesta la vendita ai privati e accusa il Comune: «Noi abbiamo risanato l’azienda, voi perderete fatturato e il bilancio ne risentirà»

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Il  7 aprile se ne parlerà in una seduta ‘dedicata’ del consiglio comunale, ma l’aria che tira non è buona e potrebbe pure andare a finire che, oltre che a palazzo Spada, della vendita delle farmacie comunali si vada a discutere pure a palazzo di giustizia. Perché il messaggio che è arrivato in Comune appare chiaro e, più o meno, il senso è questo: voi ci avete rivolto delle accuse immotivate e vendete le farmacie comunali, ma noi mettiamo ‘nero su bianco’ che state facendo un errore e che provocherete un danno economico grave.

Una farmacia comunale

La lettera Il tutto sta in una lettera che il Cda di FarmaciaTerni ha fatto protocollare in Comune nella mattinata di martedì e nella quale, dopo una premessa nella quale si ricorda la «totale disponibilità espressa dai membri del Cda a supportare il Comune anche nell’attuale fase di ulteriore trasformazione societaria», si afferma che lo stesso Cda «ha il dovere e non la facoltà del rispetto assoluto delle normative e della gestione della società al fine, in via generale, di ottemperare e tutelare il denaro pubblico e gli interessi publici sottesi a tale attività, nonché in ossequio al dovere di diligenza e sana gestione specificatamente diposto dall’articolo 2392 del codice civile».

Il presidente Stefano Mustica

La storia Nella missiva, poi, si ripercorre la storia: «Codesto Consiglio di amministrazione, fin dalla sua nomina, si è rapportato con il socio Comune per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ed approvati dall’Ente stesso nel Piano industriale ancora oggi vigente. Costantemente abbiamo sottoposto al Comune, all’Assessore delegato ed al Sindaco, le problematiche insorte o insorgende nel corso dell’attività societaria, non per ingerire in decisioni politiche del tutto estranee all’attività dell’organo amministrativo societario, ma per rendere edotto il socio controllante degli ostacoli che si potevano frapporre all’esecuzione del piano come approvato. Va dato atto che, spesso e volentieri, alle nostre comunicazioni, effettuate sia per le vie brevi che in via formale, o non è stato dato riscontro o le risposte fornite non hanno chiarito le problematiche sollevate. Tale atteggiamento dell’Ente — che ha l’obbligo anch’esso e non la facoltà di tutelare gli interessi della società e, in definitiva dello stesso Comune — ha di fatto disapplicato i principi di sana e leale collaborazione istituzionale sanciti dall’articolo 13 del Contratto di servizio, finendo per generare spesso disservizi e diseconomie di sistema».

I silenzi Il Cda, poi, affonda il colpo: «A tutt’oggi non è pervenuta dal Comune alcuna risposta alle richieste di chiarimenti formulate dalla società in merito a taluni spetti essenziali della fattibilità e della procedura amministrativa per la vendita o la concessione delle farmacie. Tale protratto silenzio ha impedito di adottare i successivi atti amministrativi di competenza», tanto che «a fine 2016, peraltro, si è avuta notizia (prima dagli organi di stampa, poi attraverso una delibera di giunta) della volontà di dismettere le quote di maggioranza della società, congelando di fatto parte del Piano industriale. Pertanto “il tentativo di vendita o di concessione” è stato effettivamente avviato dal Cda, mentre “l’andamento economico disallineato” non può che essere attribuito all’Amministrazione comunale per aver omesso le dovute risposte alle richieste di chiarimenti della società».

Una farmacia comunale

Le contestazioni Il Cda, quindi, chiarisce che «duole, pertanto, dover ricevere la reprimenda (che sarebbe stata rivolta con una lettera del 13 marzo scorso; ndr), ma non possiamo esimerci dal ribadire che FarmaciaTerni deve adottare ogni possibile iniziativa affinché venga garantito l’ordinato ed economico funzionamento del servizio». Tanto che «definire irrituale la richiesta di correggere la delibera 47 del 2017, quando il contenuto della stessa appare un’erronea rappresentazione dei fatti, palesa in modo inequivocabile una ostinata volontà di accusatoria nei confronti dell’organo amministrativo societario per fatti assolutamente non imputabili allo stesso».

Le rivendicazioni Poi c’è lo scatto d’orgoglio: «Il presente Cda ha risanato questa azienda – c’è scritto nella lettera – dopo averla presa in mano in condizione limite, passando per le forche caudine di continui attacchi politici di esponenti del consiglio comunale che in più di una occasione hanno affermato falsità e calunnie», mentre «la stessa perizia depositata dal dottor Troiani (indicato dal tribunale; ndr) dimostra quale è l’esatta rappresentazione dei fatti».

Vittorio Piacenti D’Ubaldi

I servizi e il fatturato Dopo aver chiarito anche l’aspetto relativo – con citazione di dichiarazioni dell’assessore Piacenti D’Ubaldi – alle spese riguardanti il passaggio da azienda speciale ad azienda ‘in house’, il Cda di FarmaciaTerni, passa poi a toni quasi amichevoli e pare voler dare dei buoni consigli al Comune. Nella lettera, infatti, dice che «le delibere 125 e 130 del 2016, nel secondo semestre del 2016 hanno determinato una diminuzione di servizi e di orari di apertura delle farmacie, con un significativo calo di fatturato, di ricette e di clienti». Ma non solo, perché «l’impatto sul 2017, avendo carattere di progressività rispetto ai livelli di riduzione della forza-lavoro già realizzata nel 2016, imporrà la necessità di operare ulteriori riduzioni di personale e, conseguentemente, l’adozione di provvedimenti di chiusura delle farmacie nel prossimo periodo estivo in coincidenza con le ferie dei dipendenti».

Danno economico Secondo il Cda «l’effetto, al momento, è quantificabile solo in rapporto al danno emergente che viene stimato in 500-700 mila euro di minor fatturato rispetto al 2016 ed una perdita economica di bilancio di circa 200-250 mila euro che dovranno essere posti a carico del bilancio del Comune». Ma ovviamente, sottolinea il Cda, «stante il tenore perentorio della vostra comunicazione, ci atterremo a quanto da voi deciso».

Una farmacia comunale

Direttore e personale C’è poi la grana relativa alla copertura di un posto di direttore di farmacia e il Cda chiede al Comune «nuove determinazioni, in quanto la società deve mantenersi entro il limite di legge del 20% nel rapporto tra tempi determinati e tempi indeterminati, può coprire detto posto solo con assunzioni in ruolo e non c’è nessuna graduatoria in corso di validità»; mentre per quanto riguarda il personale, viene fatto notare che «avendo la società già fatto largo uso negli ultimi anni di contratti a tempo determinato, il ricorso ad ulteriori rapporti a termine appare non conforme alla normativa ed espone il Cda a sanzioni». Meno amichevole, infine, torna ad essere il richiamo al fatto che ci sarebbero delle «limitazioni nelle assunzioni» previste dalle stesse delibere 125 e 130 «di cui si era inteso chiedere una urgente riforma».

Le voci Ora non resta che aspettare la reazione di chi, a palazzo Spada, tiene in mano il telecomando dell’operazione – i rumors, poi confermati, parlavano di un atto autoritario, con la nomina di un amministratore unico a cui affidare la gestione del trapasso e la cessione ai privati – che è chiamato a fare chiarezza sui punti messi in evidenza. Ma anche a lucidare gli elmetti, perché l’impressione è che quella del Cda di FarmaciaTerni sia una – cortese – dichiarazione di guerra. Anche legale.

 

 

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