Terni, teatro Verdi: arredi in vendita

Revocato l’appalto per lo smontaggio e lo smaltimento, l’amministrazione opta per l’alienazione: il bando riguarda poltroncine, sedute, sipario in velluto e tendaggi

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I beni in vendita non sono pochi. Si tratta di 943 poltroncine in velluto con struttura portante e schienale in legno, 13 sedute imbottite in struttura tubolare assemblate in moduli, 55 sedute in struttura tubolare in acciaio e seduta in plastica termoformata, un set sipario in velluto per boccascena e 2 tendaggi in velluto: si tratta degli arredi del teatro Verdi di Terni e il Comune, tramite un apposito bando, cercherà di alienarli perché «non più funzionali alle esigenze dell’amministrazione». Questo step si inserisce nel nuovo percorso avviato dall’assessore Sandro Corradi per il recupero della struttura.

TEATRO VERDI: IL NUOVO ITER PER IL RECUPERO

Il teatro Verdi di Terni

«Cantiere via quanto prima» Il bando sarà corredato dallo schema di gara, dal modello di domanda di partecipazione, dal modello di offerta economica e dalla documentazione fotografica degli arredi: «Si tratta – spiega Corradi – di lavori propedeutici all’avvio della nuova procedura che intendiamo adottare per il recupero-rinnovo del teatro per il Verdi è già iniziato un nuovo percorso dopo che l’Amministrazione ha valutato non accettabile il rapporto costi benefici del vecchio progetto procedendo, in linea tecnica, con la revoca dell’appalto sulla base di motivazioni che attengono alla sicurezza sismica. È ferma intenzione dell’amministrazione comunale dare il via al cantiere quanto prima. Nostro prioritario obiettivo è ricostruire nella sua bellezza il teatro, un patrimonio indispensabile, che deve essere riconsegnato alla città in quanto luogo simbolo della sua storia e della sua identità, restituendogli la funzione di fulcro della vita culturale e sociale da tempo perduta».

L’assessore Sandro Corradi

CORRADI: «ECCO LE MOTIVAZIONI PER L’INTERRUZIONE DEL VECCHIO ITER»

Lo smontaggio e la revoca Il bando per l’alienazione fa seguito a tutta una serie di passi – c’era l’assessore Stefano Bucari all’epoca – approvati tra dicembre 2016 e maggio 2017, quindi ci sarà il cambio – approvati e poi ‘rigettati’. Il 30 dicembre fu dato il via libera per l’affidamento dei lavori propedeutici ed interferenti all’avvio del cantiere per il recupero (spostamento reti tecnologiche e smontaggio/smaltimento delle poltroncine); il 12 maggio fu assegnato l’affidamento definitivo alla cooperativa Solco e tre mesi – 10 agosto – ci fu la revoca dell’appalto. Il tutto per giungere alla decisione attuale, deliberata dalla giunta lo scorso giovedì. 

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