Terni, teatro Verdi: «Revoca illegittima»

L’assessore Corradi annuncia il ‘congelamento’ dell’iter per il bando per la «situazione in essere», mentre l’Ati Krea-Officine Leoncini attacca: «Comporta danni gravissimi a tutti»

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di S.F.

La commissione

La battuta in avvio: «Assessore, è una specie di testamento?». A farla è il consigliere de ‘Il Cammello’ Franco Todini ed è diretta a Sandro Corradi: «Sì, un commiato», la pronta risposta. Iniziano così i lavori della I° commissione consiliare di venerdì mattina: in quasi quaranta minuti di intervento l’assessore ai lavori pubblici ha aggiornato i processi in atto per le opere pubbliche del territorio. Tra note positive – passerella stazione, ‘Gabelletta-Maratta’, all’apparenza fontana di piazza Tacito – e stonate, vale a dire parco Cardeto e ‘Città della Salute’ su tutte. E di mezzo non può che entrare l’iter di dissesto finanziario che, come ammesso dal 52enne ingegnere, giocoforza va a ostacolare alcune partite in corso. Sul teatro Verdi si aggiunge anche la ‘minaccia’ dell’Ati Krea-Costruzioni Leoncini: «Procedura di revoca in autotutela illegittima, pronti ad agire nelle sedi più opportune». Non male.

CORRADI E IL PIANO PERIFERIE TERNI: «SONO PREOCCUPATO E VI SPIEGO I MOTIVI», VIDEO

Teatro Verdi

Iter Verdi congelato, ma copertura finanziaria ok Si parte dal recupero del teatro cittadino. Corradi in avvio dà notizie per lo più positive ma, in conclusione, di fatto ufficializza che lo scenario è congelato. Il motivo è legato proprio al momento dell’amministrazione comunale: «La situazione è ottima – ha esordito l’assessore – perché il bando con il Dpp (Documento preliminare progettazione) è pronto da diversi giorni. Non l’ho ancora ‘mandato’ perché, vista la situazione (dissesto finanziario e passi successivi), magari ci fermano a stretto giro. Sul lato economico la copertura è quasi totale perché fondazione Carit e Regione (2,7 milioni) hanno incrementato i fondi a disposizione, mancano poche centinaie di migliaia di euro per coprire i 9 milioni (costo delle opere 7 milioni, 1,5 li mette il Comune). Ricordo che il bando prevede due gradi: il primo aperto a tutti, il secondo riguarda la selezione di cinque progettazioni. Il costo è di 80 mila euro per il concorso internazionale. Per le varie progettazioni invece si parla di circa 300 mila euro». Corradi poi aggiunge che «non ci sono problemi nemmeno per il vincolo sul lato posteriore con la soprintendenza, sono disposti a toglierlo; sarà mantenuto quello sui cinque metri anteriori, lato colonnato». Tutto liscio dunque? No, perché l’assessore sottolinea «di aver congelato l’iter del bando per ciò che sta avvenendo». Onesto.

LA DELIBERA DI GIUNTA DEL 10 AGOSTO 2017: REVOCA IN AUTOTUTELA DELL’APPALTO AGGIUDICATO

Krea-Leoncini all’attacco: «Revoca illegittima, danni gravissimi» Ciò che viene omesso nel lungo intervento è che lo scorso martedì la Krea Costruzioni – si era aggiudicata l’appalto Verdi nell’Ati con Officine Leoncini, poi ‘cancellato’ dal Comune nell’estate 2017 – di Narni si è fatta sotto con una missiva inviata a palazzo Spada (diretta a giunta, consiglio, segretario generale, dirigente e Rup) per dire (in estrema sintesi, il documento è di 28 pagine) un paio di cose dopo aver elencato una lunga serie di motivazioni tecniche per le quali la decisione di palazzo Spada è errata: «È di tutta evidenza – le conclusioni – che la denegata ipotesi di adozione della revoca dell’appalto in oggetto, oltre che essere palesemente illegittima perché fondata su un’istruttoria del tutto carente (sia sotto l’aspetto tecnico sia in ordine al rispetto dei principi di economicità e buon andamento dell’azione amministrativa), comporterebbe dei danni gravissimi prima ancora che per la scrivente Ati per il Comune di Terni, mettendo addirittura in pericolo la pubblica incolumità». Nel mirino, tra le varie spiegazioni c’è soprattutto l’architetto Mauro Cinti, il Responsabile unico del procedimento.

LE POLEMICHE ESTIVE SUL NUOVO ITER: «ANNI BUTTATI». CORRADI SPIEGA LE MOTIVAZIONI

Sandro Corradi

«Pronti a soluzione» L’Ati Krea-Officine Leoncini tuttavia prova a tendere la mano a palazzo Spada ed evitare il muro contro muro: «L’Ati aggiudicataria, dal canto suo, si rende immediatamente disponibile a trovare una soluzione condivisa che, nel rispetto della normative, eviti la revoca dell’appalto e comporti la sottoscrizione del contrattoo e l’inizio dei lavori nel più breve tempo possibile.  Con ogni riserva di maggiormente argomentare ed approfondire le considerazioni sopra svolte ed agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri diritti ed interessi, anche eventualmente segnalando la fattispecie agli organi inquirenti competenti». L’avviso è partito. L’Ati ricorda inoltre che l’aggiudicazione definitiva avvenne il 30 dicembre 2016, «oltre un anno e mezzo dopo quella provvisoria, senza mai aver ricevuto una giustificazione di tale ritardo»; quindi dal 10 maggio 2017 «inaspettatamente e inspiegabilmente non ha ricevuto più alcuna comunicazione dal Comune di Terni». L’amara scoperta qualche mese dopo: «In data 11 ottobre, a fronte dell’ennesimo sollecito, l’Ati è venuta a conoscenza dell’avvio del procedimento di revoca della gara d’appalto recante data del 5 settembre, mai ricevuta dalla società per un errore del Comune di Terni nell’indicazione dell’indirizzo pec della stessa». Krea-Officine Leoncini fa presente oltretutto che era all’oscuro della delibera di giunta – conteneva il dispositivo di avvio revoca – del 10 agosto. «Sostanzialmente – puntualizza – la giunta l’ha adottata sulla base di due conclusioni del Rup. Le opere previste non garantirebbero un miglioramento sismico accettabile in quanto le predette consentirebbero un miglioramento della vita nominale della struttura di appena due anni e quindi risulterebbe antieconomica; la revoca comporterebbe soltanto l’indennizzo all’Ati aggiudicataria di 5/6 mila euro». Conclusione: «Entrambe le affermazioni sono errate». E parte l’elenco delle motivazioni, tra le quali spicca il fatto che «fu il Comune di Terni con delibera di giunta del 6 dicembre 2013 ad aver dichiarato l’urgenza di porre in essere i lavori relativi al primo stralcio, in quanto sussisteva (e ancora persiste) un imminente pericolo di crollo della torre scenica tale da mettere in pericolo i palazzi limitrofi e la cittadinanza che opera nei pressi del teatro». E sì, bando ‘congelato’.

GABELLETTA-MARATTA, GRANA ANAS RISOLTA: SI PROCEDE SENZA CONVENZIONE

I due ponti

La ‘Gabelletta-Maratta’: «Diminuisce dislivello, no equilibrio con Anas» Situazione più cristallina – dopo anni di incertezza, in sostanza – in questo caso: «C’è stato un po’ di sano battibecco con Anas per la convenzione richiesta, ma l’equilibrio non è stato trovato. Gli abbiamo detto che non è necessaria per noi e negli ultimi giorni ho sbloccato l’impasse: possiamo diminuire i 36 centimetri di dislivello senza toccare il ponte Anas, così non ci sono problemi di nessun tipo perché in sostanza ci è stato comunicato che ‘se non toccate il ponte esistente non c’è problema’». Corradi ha parlato di una «trave» come ostacolo principale, ma superabile. «Da lunedì previste tre settimane di lavoro, il collegamento sarà usufruibile tra fine febbraio e inizio marzo». Dita – per i cittadini – incrociate.

FONTANA PIAZZA TACITO: «SI APRE ENTRO IL 2018»

Cardeto

Cardeto, aperture e pessimismo Novità arrivano anche per l’infinita partita per la riapertura – totale – del parco: «Situazione – quasi sconsolato l’assessore – davvero complessa. Siamo passati da 800 mila euro iniziali a tre milioni per l’appalto: Citarei ha fatto tante cose, anche troppe forse (Corradi cita la palazzina a quattro piani, dovevano essere due). Sono preoccupato perché non c’è finanziamento del Comune e tirar fuori tre milioni è dura. Ho fatto un recente sopralluogo e alla fine è stato stabilito che, entro fine aprile, sarà riaperto un altro pezzo consistente del parco: sarà spostata la recinzione attuale di circa 50 metri con l’inserimento del nuovo campetto. Oltretutto in quell’area può essere aperto un punto ristoro nella casetta gialla, per quel che ci riguarda siamo disponibili ad aiutare in tal senso. Si occuperà inoltre anche dell’arredo degli spogliatoi. La palazzina? C’è solo lo scheletro in cemento armato».

IL PIANO DI PERIFERIE PER TERNI

La fontana di piazza Tacito

Fontana piazza Tacito: «Confermo apertura entro l’anno» Altro tema ‘caldo’ – il più visibile – è l’eterno recupero della fontana: «Entro fine febbraio – le parole di Corradi – ci sarà il progetto esecutivo, anche se a parole ci hanno detto che arriva prima. Le fasi sono due: la prima riguarda l’esportazione e il consolidamento dei mosaici, la seconda il puro restauro. In quest’ultimo caso è stata fatta una delibera di giunta apposita, come richiesto dalla soprintendenza. Quindi ci sarà il bando, due mesi di tempi tecnici e assegnazione lavori a metà maggio: confermo, dunque, che entro il 2018 sarà possibile aprirla. Non credo avremo problemi, la fondazione Carit ha incrementato il contributo da 250 mila a 300 mila euro».

La Telfer

SMONTAGGIO TELFER, OTTO ANNI INUTILI

Largo villa Glori, stop Anac Problemi per la riqualificazione dell’area, almeno come voleva impostarlo il Comune: «C’è una delibera Anac che vieta interventi diretti delle fondazioni, a meno che non ci sia un interesse artistico. Non è questo il caso e quindi i 35 mila euro restano ma il bando dobbiamo farlo noi: noi selezioneremo l’impresa e loro pagheranno gli stati di avanzamento lavori. Questo l’escamotage trovato per proseguire».

LE NUOVE SCELTE PER IL TEATRO VERDI, OTTOBRE 2017

Il palazzetto

Il palasport, guaio mattatoio Anche in questo caso pro e contro rispetto al percorso in atto: «La determina con cui verrà nominata la commissione – cinque membri più il presidente – è pronta, a quel punto si potrà procedere all’apertura delle buste tecniche-amministrative dell’unica società in corsa (la Salc S.p.A. di Simonpietro Salini)». Corradi ha messo in evidenza che «il milione e 200 mila euro sui 3,5 complessivi che mette il Comune sono opzionali e sono legati agli operatori del mercato. La situazione per il mattatoio non è rosea, non c’è un loro interesse serio nella gestione dello spazio: posso dire che ho pronte due manifestazioni d’interesse (tentativo esplorativo), una per il mercato e una per il mattatoio, ma vanno portate in giunta e serviranno a capire se c’è qualcuno che può essere coinvolto nel discorso». Insomma, è lunga. Tra un giudizio e l’altro Corradi si dice «preoccupato» per l’investimento a otto zeri per il ‘piano periferie’: focus su tempistiche richieste e competenze tecniche per le progettazioni. 

IL RECUPERO DI VIA DELL’ARGINE

Via dell’Argine

La battuta su via dell’Argine e la fibra ottica «Non avrei dovuto dirlo». Si corregge – evidente il tono ironico della frase – subito Corradi quando, parlando dei lavori in via dell’Argine, sottolinea che «sono cominciati, ma la ditta è del sud e speriamo vada tutto bene». Detta con il sorriso, ma comunque c’è la retromarcia immediata. Breve passaggio anche su un’altra questione ritenuta rilevante: «Credo sia sottovalutata, ma voglio dire che l’iter per la fibra ottica sta andando avanti molto bene».

FIBRA OTTICA A TERNI: «PRONTA ENTRA IL 2018»

La passerella

La passerella e il progetto da 3 milioni per la stazione Tra un tourbillon di dubbi e questioni in sospeso, Corradi può anche ‘vantare’ l’apertura del passaggio pedonale sopraelevato alla stazione: «Interamente utilizzabile, ascensori e pratica Ustif tutto ok. Inoltre – rilancia – ci sono interlocuzioni con Centostazioni S.p.A. per la riqualificazione dell’area da tre milioni di euro (a carico della società): riguarda il blocco stazione, zona Millennium e due piani, per un totale di circa cento metri. Nel giro di due settimane dovrebbero consegnare il progetto». Condizionale. Ma intanto, quantomeno per la passerella, l’impasse è acqua passata.

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