Terni, Telfer: «Nuova giunta, stesso stile»

Il centro studi ‘Malfatti’ replica all’assessore Melasecche: «Assessore con le medesime qualità dei precedenti. C’è bisogno di manager veri, non di distruttori»

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Un «atto di ordinario sproloquio mediatico». Questa la definizione che il centro studi politici e sociali ‘Franco Maria Malfatti’ dà in merito all’uscita di Enrico Melasecche sul futuro della passerella Telfer a Papigno: il neo assessore ai lavori pubblici – sulla base del giudizio dei tecnici comunali – aveva parlato di un «summet tecnico-legale-amministrativo» per discutere della questione. Replica immediata.

PONTI A TERNI, MA ANSIA PER LA TELFER: IL COMMENTO DI MELASECCHE

La replica e la sponsorizzazione Ast Il direttivo del centro risponde all’indomani dell’allarme lanciato da Melasecche: «Siamo alle solite, nuova giunta, stesso stile. Certo che per buttare giù un altro pezzo di archeologia industriale non c’era bisogno di una eccellenza, o di un nuovo assessore, bastava lasciare mano libera a quelli che volevano demolire la Telfer molti anni fa, distruggendo il più imponente manufatto del genere in Europa, proprio nella città dell’acciaio, dove produrre e sostituire le parti ammalorate sarebbe stato poco più che un gioco da ragazzi. Non possiamo dimenticare che nella nostra acciaieria si sono formati i migliori ingegneri siderurgici del mondo, che qui si sono prodotti elementi di caldareria per le centrali nucleari, elementi per le raffinerie, le navi, anche da guerra, fucinati anche di enormi dimensioni. E ci vogliono convincere che qui, a casa nostra, non si possono realizzare pochi profilati per sostituire quelli corrosi dalla ruggine? E che non si riesce a concordare una forma di sponsorizzazione da parte dell’acciaieria, come è già stato fatto per il pennone della fontana di Piazza Tacito?».

IL RICORSO DEL 2016 AL CAPO DELLO STATO

La Telfer di Papigno

«Dove sarebbe l’urgenza? Basta pseudopalazzinari» Il ‘Malfatti’ sottolinea che «è proprio nei momenti difficili e nelle situazioni complesse che si vedono i cavalli di razza. Evidentemente anche questo assessore palesa le stesse qualità dei precedenti, per favore non parliamo di ‘Terni libera’ è meglio. E poi, venendo all’aspetto giuridico, se proprio vogliamo approfondire, come mai se quel manufatto rappresenta da parecchi anni un pericolo per la pubblica incolumità non è mai stata emessa una ordinanza urgente per la chiusura al traffico della sottostante strada provinciale e la sospensione delle attività di rafting che sono svolte sistematicamente proprio sotto la Telfer, compreso anche un campionato italiano di canoa ‘under’ 23 nel 2015? E adesso, oggi, dove sarebbe l’urgenza? E l’elemento della contingibilità? Terni ha bisogno di manager veri, visionari, capaci, esperti, di distruttori e pseudopalazzinari ne abbiamo visti per decenni. E preferiamo – concludono – tacere sul fatto che si torni a parlare di questo argomento proprio sull’onda emotiva della disgrazia di Genova, crediamo che ognuno sia in grado di fare le deduzioni più opportune in merito».

I vecchi atti Il ‘Malfatti’ ricorda che il 24 novembre 2014 l’allora presidente Edoardo Mazzocchi «inoltrò a mezzo Pec al Comune di Terni e alla Provincia di Terni una diffida a mettere immediatamente in sicurezza l’area sottostante la passerella Telfer mediante l’adozione di ogni tipo di intervento atto a preservare la pubblica incolumità, prevedendo anche, se del caso, l’interruzione della circolazione stradale sulla SS Valnerina fino alla avvenuta messa in sicurezza del manufatto; il 12 dicembre 2014 l’Heritage Manager del Centro Studi Malfatti, il Generale Aldebrano Micheli, ha presentato presso il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Terni un esposto per ‘fattispecie presumibilmente configurabile come mancata messa in sicurezza di un’area da parte del Comune di Terni … (chiedendo) … di procedere secondo quanto previsto dall’ordinamento vigente, eventualmente ravvisdandosi fattispecie di reato perseguibile d’ufficio’».

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