Terni, tenta suicidio: 48enne fuori pericolo

Salvato dalla polizia di Stato giovedì in via Breda, l’uomo si trova ricoverato in osservazione. Il plauso del sindacato di polizia Sap

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L’allarme è scattato subito – un passante ha visto il corpo penzolare, ha avvertito un residente che a sua volta ha chiamato i soccorsi – ed ha consentito di intervenire immediatamente e, probabilmente, salvargli la vita. Di certo c’è che l’uomo, un ternano di 48 anni, che giovedì pomeriggio ha tentato di togliersi la vita impiccandosi sul ponte pedonale fra via Breda e via Lucania, è vivo, cosciente ed è stato condotto in ospedale dal 118 dove le sue condizioni verranno valutate compiutamente. Decisiva la polizia di Stato – in particolare due agenti della squadra Mobile che si sono resi conto che l’uomo era ancora vivo e lo hanno ‘liberato’ dalla corda – e successivamente i vigili del fuoco di Terni. L’uomo, una volta finito nel greto asciutto del torrente Serra, è stato imbarellato e condotto al ‘Santa Maria’. Pochi istanti in più e sarebbe stata tragedia. Con il passare delle ore le condizioni del poveretto sono migliorate e al pomeriggio di venerdì si apprende che si trova ricoverato in ospedale in osservazione: è fuori pericolo.

Il Sap: «Orgogliosi ma il contesto è difficile»

Sull’accaduto giunge una nota del sindacato autonomo di polizia Sap attraverso il segretario provinciale di Terni, Luca Paolucci: «Il lieto epilogo dei noti fatti di cronaca locale, in cui proprio ieri (giovedì, ndR) si dava notizia che due poliziotti in servizio presso la questura di Terni avevano salvato la vita ad un uomo che cercava di togliersela, si presenta come la giusta occasione per esprimere gratitudine non solo ad entrambi i colleghi, che con orgoglio rappresentiamo quale appartenenti a questa organizzazione sindacale e che ricordiamo aver manifestato grande professionalità ed audacia nel loro operato, ma soprattutto è rivolto a tutti gli appartenenti alle forze di polizia che giornalmente si dedicano ad un’attività divenuta ad oggi ancor più complicata e rischiosa. Il nostro compito – afferma Paolucci – è da sempre servire e proteggere, ma troppo spesso siamo bersaglio di intolleranza, di maleducazione, di aggressioni ed alcune volte diveniamo vittime di omicidi. Tutto ciò, ci duole dirlo, innanzi all’indifferenza generale e colpevole di una società che non difendere i suoi difensori, che scorda presto i fratelli caduti ed i gesti eroici compiuti. Il diffuso odio per una divisa indossata in nome e per conto del popolo di questo Stato, la carenza di dotazioni, di mezzi, di personale, di regole d’ingaggio e di tutele, non fanno in alcun modo venir meno la passione e l’abnegazione che noi poliziotti mettiamo nel nostro lavoro, ma credo debba far riflettere chiunque, all’occorrenza e quando non ne ha bisogno, vede il poliziotto come un nemico».

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