Terni: tra bus vuoti, smog e idee assenti

Una metropolitana – vera – rifiutata e una fasulla mai realizzata. La città non respira più, ma nessuno ha il coraggio di prendere l’iniziativa – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

C’è una categoria di lavoratori che meriterebbe più attenzione e comprensione: i conducenti di autobus. Persi, in un mezzo sovradimensionato per le esigenze cittadine. Per ore al volante nella più completa solitudine, sognando i tempi in cui il cartello ‘Non parlate al conducente’ aveva ancora un senso.

Eppure una buona politica del trasporto pubblico urbano che indicasse proprio nei bus i mezzi da preferire, potrebbe dare una mano per parecchi problemi: dal traffico caotico alla sosta ‘anarchica’; dall’inquinamento cittadino – che forse non viene solo dall’inceneritore di Maratta – ad una vita migliore per chi in automobile subisce la tensione di un traffico caotico, irrispettoso di regole persone, o di cercare un parcheggio impossibile.

Invece si è innescato un circuito perverso: gli autobus sono vuoti, il servizio è carente (quasi impossibile tornare a casa in periferia dopo le 8 di sera), gli incassi risibili, i costi alti. Un altro caso in cui qualche idea e un po’ di coraggio non guasterebbe. Né le une né l’altro, però, sono in vendita in farmacia.

Anni addietro, ad esempio, accadde che c’erano trenta miliardi di lire lì, sul tavolo: stanziati dal Ministero per un intervento probabilmente velleitario per Terni, ma sicuramente coraggioso. Per bilanciare le scale mobili perugine era stato redatto il progetto di una metropolitana che, per l’intanto, unisse la stazione ferroviaria con piazza della Repubblica. Non un tunnel buio, ma una specie di seminterrato del Corso. Una metropolitana vera, non la cosiddetta metropolitana di superficie cui quei trenta miliardi rifiutati vennero (in parte) successivamente destinati. Una struttura che unirebbe borgo Rivo a Terni se funzionasse. Una struttura che ha inghiottito decine di milioni di euro, in pratica ‘investiti’ nello stravolgimento della zona nord della città. Struttura ora inutilizzata e – si teme – inutilizzabile. Un tratto della ferrovia Centrale Umbra, era. Lo stesso che ora a causa di altri lavori (e altri milioni spesi) si percorre in autobus.

E Terni, il centro di Terni, continua ad essere assediato dalle auto; i pullman mastodontici vuoti e con autisti ormai clienti fissi dello psicologo. L’unica ‘scossa’ per loro è che ogni hanno lo spazio per incrociarsi in tratti delicati come quello che taglia a metà la città e la zona pedonale di corso Tacito. E’ così da anni. Nessuno ha provato a compiere un atto coraggioso. E il problema langue. Ma ormai questa, sembra la prassi.

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