Terni, Trebisonda: «Sostanza immutata»

Il Tar accoglie il ricorso dei genitori sulle iscrizioni: «Comune doveva fornire tutte le informazioni». L’assessore De Angelis: «Sentenza non incide, statalizzazione ok»

Condividi questo articolo su

di S.F.

«Ordina al responsabile del servizio scolastico del Comune di Terni (Vincenza Farinelli, ndr) di provvedere, nel termine di trenta giorni, all’adozione delle proprie determinazione all’istanza presentata dai ricorrenti. Condanna il Comune di Terni al pagamento delle spese di giudizio in favore dei ricorrenti nella misura di complessivi 2 mila euro». Scuola comunale dell’infanzia, iscrizioni per l’anno scolastico 2017-2018 bloccate e CoSec, palazzo Spada perde la partita: la prima sezione ha accolto il ricorso presentato da tre genitori sull’illegittimità «del silenzio serbato dal Comune» in ordine alla domanda di iscrizione per l’anno in corso. «Un elemento – commenta Emilio Festa, il legale dei ricorrenti – importante, perché dimostra che il Comune stava sbagliando. Una vittoria per i genitori». Nel pomeriggio ecco la risposta dell’assessore Tiziana De Angelis: «La sostanza non cambia. Sentenza che non incide sull’apertura».

La lettera sulle iscrizioni

‘BORGO TREBISONDA’: «BASTA, ORA SI VA PER VIE LEGALI. SERVE CHIAREZZA». RICORSO AL TAR

I genitori avevano optato per le vie legali lo scorso – data di deposito ufficiale – 30 giugno, chiedendo al Tribunale amministrativo dell’Umbria di accertare «l’illegittimità del silenzio serbato dal Comune in ordine alla domanda di iscrizione alla scuola comunale dell’infanzia ‘Trebisonda’ nonché della fondatezza della pretesa all’iscrizione alla scuola per l’anno scolastico 2017-2018». In sostanza i tre genitori coinvolti (difesi all’avvocato Emilio Festa) volevano far iscrivere i figli al plesso scolastico, senza ricevere feedback positivi in merito dopo l’annuncio dell’agosto 2016 sulla progressiva chiusura della struttura con successiva statalizzazione. Secondo i ricorrenti l’amministrazione comunale «avrebbe dovuto adottare un provvedimento espresso atto a chiarire le sorti della ‘Trebisonda’ al fine di garantire la continuità didattica». Replica del Comune: «Richiesta inammissibile perché, con la delibera del 3 agosto 2016, l’amministrazione ha già provveduto alla soppressione della scuola in questione, garantendo la continuità didattica mediante altre scuole della zona; inoltre l’azione ‘contra silentium’ non potrebbe mai essere utilizzata strumentalmente al fine di eludere il termine decadenziale per proporre l’azione di annullamento di atti asseritamente illegittimi e infine l’insussistenza nel caso di specie di un obbligo giuridico di provvedere a carico del Comune, risultando la pretesa sostanziale azionata manifestamente infondata».

IL PROCESSO DI STATALIZZAZIONE

Genitori e rappresentanti del CoSec

Il Tar boccia il Comune L’ultimo botta e risposta è avvenuto nella camera di consiglio del 5 settembre, dove l’avvocato dei genitori ha replicato all’eccezione «di inammissibilità evidenziando come la deliberazione dell’agosto 2016 riguardi esclusivamente l’anno scolastico già trascorso», mentre il Comune ha tirato in ballo – avvocato Paolo Gennari – l’intervenuta statalizzazione della ‘Trebisonda’, circostanza che «comporterebbe il difetto di legittimazione passiva, dovendo l’iscrizione essere semmai richiesta al competente organo scolastico statale; indi la causa è stata trattenuta in decisione». E il Tar – presidente Raffaele Potenza – ha dato ragione ai genitori, perché nel caso di specie «la presentazione da parte dei ricorrenti di istanza di iscrizione alla scuola per l’anno scolastico 2017/2018, unitamente al dovere di collaborazione che permea il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, comporta a carico del Comune l’obbligo di ‘clare loqui’. Al riguardo il Collegio ritiene che la sopravvenuta statalizzazione della scuola in questione andava comunque formalizzata con atto espresso al fine di renderne una volta per tutte edotti i ricorrenti, da consentire le opportune azioni ai fini di consentire ai propri figli minori l’assolvimento degli obblighi scolastici nonché la scelta, per quanto possibile, del plesso scolastico».

Vincenza Farinelli

2 AGOSTO 2016, IL SINDACO DI GIROLAMO ANNUNCIA LA PROGRESSIVA CHIUSURA. IL GIORNO DOPO LA DELIBERA

«Ecco che doveva fare il Comune» Niente inammissibilità del ricorso dunque, dal momento – sottolinea la prima sezione del Tar – «che gli atti di organizzazione adottati dall’amministrazione comunale nel corso del 2016 non riguardano la richiesta iscrizione all’anno scolastico 2017/2018 né rappresentano la statalizzazione della scuola in esame. Ragioni di leale collaborazione tra amministrazioni pubbliche avrebbero dovuto invece muovere il Comune ad intervenire presso i competenti organi scolastici statali al fine di consentire la richiesta iscrizione o, comunque, a fornire ai genitori tutte le informazioni del caso».

L’ASSESSORE DE ANGELIS: «CHIUSURA TREBISONDA, NESSUNA FORZATURA»

Palla al Comune, altrimenti rischio commissario Ricorso accolto e ordine di pronunciamento sulle richieste dei genitori, altrimenti c’è un ulteriore step: « Per l’ipotesi di ulteriore inadempimento il collegio procederà alla nomina – su istanza dei ricorrenti – di commissario ad acta, il quale provvederà in luogo e a spese dell’amministrazione inadempiente». Tutto sulle spalle di Vincenza Farinelli.

L’APPELLO DI INIZIO ANNO: «NON CHIUDETE»

Parla Emilio Festa: «Elemento importante» L’avvocato toscano sottolinea che «una pubblica amministrazione può essere commissariata se non adempie agli ordini. Ormai l’anno è andato, è più una questione di principio rispetto al lato operativo: i bambini sono stati iscritti altrove, però è un elemento molto importante perché dimostra che il Comune stava sbagliando. Per i genitori è una vittoria».

PERSONALE SEC: «SONO IN CRISI»

Ilenia Sorbelli (a sinistra)

«Volevamo solo collaborazione. Ora il codice meccanografico» Ilenia Sorbelli è l’ex presidente del comitato di gestione della scuola in questione: «L’amministrazione – ha sottolineato – non ha dato risposte, i giudici invece hanno detto che deve esserci chiarezza. Non è mai avvenuta in questo caso, loro ci hanno sempre detto che era «una scelta politica». Il CoSec voleva solo collaborazione e il Tar lo esprime perfettamente, è un obbligo rispondere e il cittadino merita rispetto, come in un normale iter. Per le prossime iscrizioni ci attendiamo un codice meccanografico che riconosca la statalizzazione del ‘Trebisonda’: i genitori volevano averne certezza perché Di Girolamo disse che qualora non ci fosse stato questo passaggio, la struttura sarebbe rimasta comunale. La statalizzazione non è mai stata dichiarata formalmente, lo dice anche il Tar, e per farlo occorre anche il codice meccanografico. Speriamo che appaia a gennaio. Inoltre in questa zona non c’è quel risparmio effettivo che poteva esserci: tra la ‘Casa delle musiche’ e l’affitto per le stanze vuote del plesso, non ce n’è». Sara Pascasi è invece uno dei tre genitori coinvolti direttamente nella vicenda (supportata dagli altri genitori e dal CoSec): «La legge ancora funziona per certi aspetti e per noi è una vittoria. Continueremo a seguire con attenzione».

IL COMUNE DI TERNI CHIEDE LA DEROGA AL VIMINALE PER ASSUNZIONI SEC

Rodolfo Graziani

Statalizzazione e chiarezza: «Cittadino suddito» Rodolfo Graziani, rappresentante del CoSec, si è invece soffermato su un altro aspetto: «Gli atti devono – ha spiegato – essere formalizzati. Neanche in sede di camera di consiglio del Tar il Comune ha presentato documenti che accertino la statalizzazione: lo hanno fatto solo oralmente e sono andati avanti in questo modo. Riteniamo che i servizi educativi comunali e i professionisti al suo interno siano ottimi, ma chiedevamo certezze sulla continuità didattica: la scelta del Comune è stata fatta per scopi di bilancio e il cittadino trasformato in una sorta di suddito che deve rispettare. Non è la prima volta che accade, con Campitello è stato peggio: il meccanismo è lo stesso. Si contesta soprattutto il fatto che non ci sia stato un rapporto trasparente tra utenza e amministrazione, stop. Assenza di chiarezza. E poi su quali basi giuridiche la ‘Oberdan’ sta dentro una struttura comunale?».

LO STOP DELLE ASSUNZIONI

Sec: «Potenziamento 0-3? Mai visto, c’è il collasso. ‘Pendolarismo’ insegnanti» Presente in via Cadore anche Valentina Rossi, membro del CoSec e del comitato del ‘Coccinella’. In attesa della risposta del Ministero dell’interno sulla deroga richiesta da palazzo Spada per le assunzioni Sec, vengono denunciati diversi problemi: «Il potenziamento della fascia 0-3 non si è mai visto, e anzi, il servizio è addirittura a rischio a causa della mancanza di personale. In alcuni nidi non ci sono insegnanti di sostegno e la risposta del Comune è stata quella di praticare un ‘pendolarismo’ del personale: in questo modo ci sono disagi per tutti, sono in condizioni precarie. Perché aspettare il 21 settembre per chiedere la deroga? Un modus operandi non più accettabile, perché tutto ciò sta provocando il collasso dei nidi. I nidi sono sottopotenziati e sappiamo che alcuni bambini non sono stati inseriti. Bastava un clima più collaborativo e a questo punto – conclude – speriamo che il Ministero dia l’ok».

Angelica Trenta

Angelica Trenta (M5S): «Dirigenti e assessori paghino spese» Sul tema è intervenuta in tarda mattinata anche il consigliere comunale del M5S, Angelica Trenta: «Il Movimento 5 stelle – la nota – aveva più volte avvisato sindaco e giunta mediante interrogazioni e documenti formali rivolti anche all’assessore Tiziana De Angelis, relativamente al fatto che le modalità adottate per fare strage di scuole e nidi comunali fossero non solo unilaterali e sbrigative – in barba a qualsivoglia principio di buon andamento dell’amministrazione pubblica – ma anche illegittime sotto ogni punto di vista. Neppure l’ultimo dei principianti allo sbaraglio avrebbe agito creando un caos tale sul fronte di servizi essenziali come quelli rivolti all’infanzia. La parola d’ordine della giunta targata Pd è stata solo ed esclusivamente ‘sbaraccare tutto’, anche quelle scuole dell’infanzia comunali che hanno fatto la storia di questa città; e quel che è peggio, è che tale smania di chiusura sembra abbattersi ora anche nei confronti dei nidi comunali, costringendo non solo le famiglie a rivolgersi al privato – non esistendo nidi statali – ma lasciando anche le lavoratrici dei nidi e infanzia in sotto-organico, i bambini senza supplenti, gli alunni con disabilità senza personale specifico. Ora a dar ragione ai genitori che hanno fatto ricorso arriva anche il Tar che boccia senza mezzi termini l’operato di sindaco e giunta ed obbliga il Comune a pagare anche le spese legali sostenute dalle famiglie che sono state costrette a rivolgersi al tribunale amministrativo per far valere le loro sacrosante ragioni. A questo punto riteniamo doveroso, che i dirigenti e gli assessori che hanno clamorosamente sbagliato con tanto di perseverare accanitamente in pratiche contra legem si offrano di pagare le spese legali addebitate al Comune, visto – conclude – anche lo stato delle casse comunali gravato da buchi in bilancio e debiti accumulati in anni di amministrazione a guida Pd».

Risponde il Comune: «Sostanza non cambia» Nel primo pomeriggio il Comune risponde attraverso una nota dell’assessore alla scuola: «L’amministrazione Comunale, in particolare la direzione scuola e l’avvocatura dell’ente, approfondiranno tutti gli aspetti formali e procedurali della sentenza del Tar sulla ‘Trebisonda’, che comunque non cambia la sostanza delle cose. La statalizzazione si è conclusa con successo, in tutti i suoi aspetti, compreso quello della dotazione organica. Il diritto allo studio è stato garantito e questo è l’interesse primario sia da parte del Comune che delle famiglie. La statalizzazione della Trebisonda arriva nell’ambito del piano di razionalizzazione e di eliminazione delle sovrapposizioni tra Comune e Stato, soggetto quest’ultimo al quale fa carico costituzionalmente la pubblica istruzione».

Tiziana De Angelis

Ricorso, perché? La De Angelis prosegue: «Il Comune si è mosso con l’obiettivo, raggiunto, di non sopprimere la scuola, lasciando così ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di proseguire in quel contesto sociale, in un ambito che sicuramente costituisce un valore per tutti. Già ad agosto del 2016 l’amministrazione comunale ha comunicato alle famiglie in percorso in atto, dicendo di esserci comunque la possibilità di una iscrizione alla stessa Trebisonda, cosa che la quasi totalità delle famiglie ha fatto, in un clima collaborativo che ha permesso di gestire, con la dovuta attenzione, anche le situazioni più complesse, come quelle di bambini con problemi di disabilità. Sfuggono dunque le ragioni di un ricorso al Tar, che sembra più incentrato su questioni ideologiche che di sostanza, tenendo conto che il servizio non solo rimane nella sua essenza ma anche nella sua natura, pubblico era con il Comune pubblico rimane con lo Stato. Voler continuare a chiedere al Comune servizi che non fanno parte della sua vocazione e dei suoi compiti vuol dire solo pretendere di distrarre risorse umane ed finanziarie che invece devono essere concentrate nei servizi che non possono essere garantiti da altri soggetti pubblici e che sono fondamentali per la comunità cittadina. Il Comune di Terni – conclude – ha sempre lavorato per garantire il diritto allo studio, collaborando con lo Stato, con le istituzioni scolastiche, con la dirigenza scolastica, affinché la rete della pubblica istruzione sia ampia e diffusa sul territorio comunale, arricchita di servizi che vanno dalla ristorazione di qualità all’assistenza e all’accoglienza. Una collaborazione fattiva e operativa in particolare con le famiglie dei bambini, perché al di là dei ricorsi al Tar e dei suoi pronunciamenti, quello che premeva alla sottoscritta e alla amministrazione era la garanzia del benessere dei piccolissimi alunni, così come assicurato ai loro genitori nei numerosi incontri». Il CoSec, una volta appresa la replica, chiude il cerchio: «La magistratura si è sbagliata, l’Anac si è sbagliata. Ora anche il Tar si è sbagliato. Il CoSec si stringe con affetto a questa amministrazione incompresa».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli