Terni, ‘tris’ di urologie: «Qualcuno spieghi»

Il Movimento 5 Stelle regionale e comunale: «L’ospedale dispone di tre reparti ‘e mezzo’. Pronte interrogazioni per fare luce»

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I consiglieri regionali Liberati e Carbonari

dei consiglieri regionali e comunali di Terni del M5S

L’ambito trofeo di capitale europea della prostata ancora non esiste, ma siamo sicuri che un’eventuale giuria internazionale non avrebbe alcun dubbio sul vincitore. È singolare infatti che l’ospedale di Terni disponga di ben tre reparti ‘e mezzo’ di urologia in considerazione del fatto che assieme a tre strutture complesse, cui fanno capo altrettanti primari, esiste anche una struttura semplice dipartimentale.

Quando il reparto di urologia raddoppiò in molti si interrogarono su quale fosse il reale motivo per cui nello stesso ospedale operassero due strutture pressoché identiche. Con l’arrivo del terzo reparto la curiosità sfociò, com’era ampiamente prevedibile, nella più facile ironia riguardo all’indirizzo che il nosocomio stava lentamente prendendo. Che tale situazione potesse essere transitoria sembrava piuttosto scontato stando anche a diverse dichiarazioni rilasciate in varie occasioni pubbliche dall’assessore Barberini.

Consiglieri M5S in Comune a Terni

Tuttavia, con grande stupore, abbiamo appreso che il posto vacante del reparto lasciato dal pensionamento del dottor Luzzi è stato messo da subito a bando per essere nuovamente occupato ripristinando il trio. Una scelta il cui senso continua ad apparire tutt’altro che chiaro, in primis da un punto di vista economico e organizzativo: quale sarebbe la convenienza rispetto ai costi per il mantenimento? Cosa non secondaria da considerare è senz’altro che il numero delle strutture complesse è di norma limitato e definito per ciascun ospedale, per cui potrebbe capitare che qualche reparto resti escluso e senza primario.

Pretendiamo a questo punto di capire meglio e siamo pronti a depositare i dovuti atti, interrogazioni e mozioni, sia in Regione che in Comune, per chiarire i motivi di tali scelte e soprattutto chiederemo di ritirare il bando fino a quando non ci sarà un’effettiva indagine sui reali costi-benefici di tale programmazione dei reparti.

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