Terni, truffa milionaria Ciam nella bufera

Dieci persone denunciate dalla Guardia di finanza per una presunta truffa ai danni dello Stato. Sequestrati beni per 5 milioni di euro

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Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Terni ha portato a termine una complessa attività di polizia amministrativa e giudiziaria nei confronti di una società ternana – la Ciam Servizi Spa – operante in diversi settori fra cui quello degli ascensori e titolare dell’intervento di recupero del parco Cardeto (non coinvolto comunque nel ‘sistema’ messo in atto), già destinataria nel corso del 2016 di una verifica fiscale conclusasi con la constatazione di violazioni alle imposte dirette e all’Iva per oltre 70 milioni di euro.

Alberto Liguori e Vincenzo Volpe

FABRIZIO MARCHETTI: «TRUFFA, FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI E SEQUESTRI, ECCO COME È ANDATA», IL VIDEO

‘Ascensore in panne’ I dettagli dell’operazione  – il nome in codice è ‘Ascensore in panne’ – li hanno spiegati il procuratore capo della Repubblica Alberto Liguori; il sostituto procuratore Marco Stramaglia; il comandante provinciale delle Fiamme Gialle Vincenzo Volpe; il comandante del nucleo polizia tributaria Fabrizio Marchetti e il comandante della sezione tutela finanza pubblica Paolo Pepponi.

I ‘progetti di sviluppo’ Nello specifico i finanzieri, attraverso un’approfondita analisi contabile e documentale, hanno accertato che l’amministratore unico dell’azienda, controllata in concorso con altri imprenditori, avvalendosi di compositi sistemi fraudolenti perpetrati mediante la formazione e la presentazione agli enti erogatori di documenti ideologicamente e materialmente falsi, nonché tramite l’interposizione fittizia di ‘società di comodo’, era riuscito a farsi finanziare, in relazione a specifici bandi emanati dal Mise e dalle Regioni Umbria e Sardegna, ben dodici progetti di sviluppo – anche utilizzando una società ‘satellite’ la Systech Engineering, così come altre – in materia di ricerca ed innovazione tecnologica, i cui effettivi costi di realizzazione si sono rivelati di gran lunga inferiori agli oltre 5 milioni di euro ricevuti a titolo di erogazioni pubbliche. Stramaglia ha spiegato che «le indagini sono ancora in corso e l’analisi è stata complessa; c’è stata una numerosa documentazione fittizia e nel sistema rientra anche il falso impiego di dipendenti. Ci aspettiamo di recuperare ancora di più, per il momento siamo ad una fase iniziale».

Fabrizio Marchetti

I reati Oltre al responsabile della società, definito dalla Guardia di finanza «vero dominus della vicenda», sono state denunciate alla procura della Repubblica di Terni altre nove persone che, a vario titolo, hanno preso parte alla commissione dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di documenti per operazioni inesistenti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Sandro Citarei

Sequestrati oltre 5 milioni di euro Su richiesta del sostituto procuratore Marco Stramaglia, che ha coordinato le indagini, il gip del tribunale di Terni ha disposto il sequestro preventivo di beni finalizzato alla confisca ‘per equivalente’ per un importo di oltre 5 milioni di euro. «Ciò – spiegano le Fiamme Gialle – nell’ottica di assicurare il reale recupero dei finanziamenti pubblici illecitamente percepiti». All’amministratore della società sono stati sequestrati numerosi conti correnti bancari, una lussuosa villa con campo da tennis e piscina (a Quartu Sant’Elena, provincia di Cagliari), un appartamento di oltre 300 metri quadrati (Terni) ed un locale commerciale. Le violazioni sono state segnalate anche alla procura regionale della Corte dei conti per i relativi profili di responsabilità erariale a carico degli indagati. Volpe e Marchetti hanno sottolineato che «tutto è nato da semplici esami fiscali nel gennaio 2016. Paradossalmente sono stati troppo veloci e da lì l’indagine ha preso corpo: avevamo dei sospetti sulla Ciam – le parole del comandante del nucleo polizia tributaria – e siamo andati avanti. Quindi siamo arrivati al secondo step fondamentale, ovvero i fondi percepiti dall’Ue – attraverso il fondo europeo di sviluppo regionale – e dal Mise: oltre che in Umbria, la società operava molto anche in Sardegna». Il 40% dei fondi incassati sono statali.

Il capo della Procura di Terni, Alberto Liguori

«Prove solide e documentate» Liguori, nel complimentare e ringraziare la Finanza per l’operazione, ha voluto sottolineare che «il sistema imprenditoriale ternano è sereno in genere, in questo caso abbiamo registrato delle anomalie; la sfortuna dei nostri ‘clienti’ è stata quella di impattare con il nucleo della polizia tributaria. Siamo riusciti con difficoltà a tracciare l’opera dell’ingegno messo in piedi: chiedevano rimborsi dopo aver messo fatture per operazioni inesistenti e riteniamo che le prove siano solide, documentate e tracciabili. La Procura è molto interessata al settore della spesa pubblica e in questo caso abbiamo ottenuto un sequestro preventivo ‘per equivalente’. Sul tema – spesa pubblica, ha aggiunto – sarà sviluppato un percorso di sensibilizzazione degli organi amministrativi. Ricordo inoltre che è molto alta l’attenzione sugli evasori fiscali».

Gli indagati e il dominus Ciam Marchetti ha poi evidenziato come tra gli indagati – a vario titolo – ci «siano anche dei professionisti ternani, tra i quali un geometra, che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti favorendo in questo modo la truffa». Cardeto? «Non c’è nulla sugli appalti riguardanti il parco, solo un coinvolgimento ‘soggettivo’ in quanto la gestione fa capo a loro. Per quel che concerne le altre aziende ‘satellite’ abbiamo riscontrato un ritorno finanziario».

Vincenzo Volpe

«Tutelato l’interesse collettivo» «L’operazione posta in essere – è stato messo in risalto dalle Fiamme Gialle – conferma ancora una volta il ruolo della Guardia di finanza quale forza di polizia posta a presidio degli interessi economico-finanziari dell’Unione Europea, dello Stato e degli enti locali, assicurando, sul versante delle ‘uscite’, che le risorse messe a disposizione siano correttamente impiegate per finalità di interesse collettivo, nonché per favorire le politiche di sviluppo sociale e imprenditoriale». Non è finita qui: le indagini proseguono per stabilire ulteriori, eventuali responsabilità nell’ambito del sistema messo in atto.

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