Terni, turbativa d’asta al Santa Maria: assolti

‘Il fatto non sussiste’ per Dal Maso, Brugnetta e Lorenzoni. Erano stati indagati per l’affidamento di un progetto per la prevenzione di infezioni

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Assolti perché ‘il fatto non sussiste’. Questa la sentenza di proscioglimento emessa mercoledì mattina dal gup presso il tribunale di Terni, Simona Tordelli, nei confronti delle tre persone indagate – la posizione di una quarta, la responsabile degli appalti Cinzia Angione, era stata archiviata precedentemente – per ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’ nell’ambito di un appalto affidato dall’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni. Assolti il direttore generale – ora commissario – Maurizio Dal Maso, l’ex direttore amministrativo Riccardo Brugnetta e il responsabile degli affari generali e Rup del procedimento, Andrea Lorenzoni.

Maurizio Dal Maso

Pm chiede l’assoluzione

L’assoluzione dei tre è stata chiesa in aula dal pm Raffaele Iannella, che ha accolto le memorie difensive depositate dai rispettivi legali, gli avvocati Luca Petrucci per Dal Maso, Patrizia Bececco e Giancarlo Viti per Brugnetta e Alessandro Vitale per Lorenzoni. Per la procura il fatto non avrebbe costituito reato: più ampia la formula assolutoria adottata dal tribunale secondo cui ‘il fatto non sussiste’.

L’indagine

All’udienza preliminare ci si era arrivati in seguito alle richieste di rinvio a giudizio formulate dallo stesso pm Iannella. Sotto la lente c’era finito l’affidamento diretto per la fornitura di materiali e specifica formazione per un progetto sperimentale legato alla prevenzione di infezioni nell’ambito dell’ospedale di Terni. Importo del servizio, 249 mila euro che però – secondo gli inquirenti – doveva essere messo a bando, con tanto di gara ad evidenza pubblica. L’affidamento era avvenuto attraverso una delibera del 2017 ad un’azienda lombarda, la 3M Italia di Pioltello (Milano), non coinvolta nell’indagine.

Riccardo Brugnetta

La difesa

In precedenza l’azienda ospedaliera di Terni si era ‘difesa a mezzo stampa’, affermando che non vi era stata alcuna spesa aggiuntiva e alla fine della sperimentazione erano stati riscontrati una sensibile riduzione delle infezioni ospedaliere e un importante risparmio in termini di giornate di degenza, costi diretti e indiretti legati all’assistenza. «Il progetto di sperimentazione realizzato con un’azienda lombarda, la 3M Italia – spiega l’azienda ospedaliera di Terni in una nota – in realtà ha permesso di ridurre, durante e a seguito della sperimentazione stessa, di oltre il 20% le infezioni ospedaliere per i pazienti operati. Infezioni sensibilmente aumentate in Italia e che al ‘Santa Maria’ di Terni, invece, si sono fortemente e stabilmente ridotte negli ultimi anni». Il commissario Dal Maso esprime invece «grande soddisfazione per la sentenza di proscioglimento, con cui si riconosce la correttezza con cui la direzione aziendale ha operato perseguendo la sicurezza e la qualità delle cure per i pazienti, nel pieno rispetto delle normative vigenti». 

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