Terni, Umbria Jazz: «Ripartiamo da qui»

Gli ‘addetti ai lavori’ la definiscono «l’edizione zero». Umbria Jazz Spring, dal 14 al 17 aprile, vuole «fare buona musica e promuovere il territorio con turismo di qualità»

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di Fra.Tor.

«Coniugare la buona musica e promuovere il territorio con turismo di qualità». Un nuovo inizio più che un ritorno di Umbria Jazz a Terni, con un’edizione primaverile che gli ‘addetti ai lavori’ definiscono «zero». Il Festival si svolgerà, infatti, dal 14 al 17 aprile a Terni, coniugando momenti di spiritualità legati alla Pasqua con altri più ‘leggeri’ in clima di vacanze.

IL PROGRAMMA COMPLETO DI UMBRIA JAZZ SPRING

Umbria Jazz Spring «Un Festival di quattro giorni nel periodo di Pasqua e con una sua propria identità legata sia al periodo in cui si svolge che alla città. Come è nella natura e nella storia di Umbria Jazz, si vogliono coniugare due aspetti: proporre buona musica e far crescere la conoscenza del jazz, da un lato; promuovere il territorio con il turismo di qualità, dall’altro», ha spiegato il vicepresidente della fondazione Umbria Jazz Stefano Mazzoni. «L’idea è di presentare l’Umbria come una regione che conserva, anzi rafforza, la sua tradizionale immagine culturale con i grandi eventi. Il Festival di Terni, come il concerto in beneficenza di Pat Metheny il 4 maggio ad Assisi e le iniziative che si svolgeranno a Norcia in estate, e ovviamente Umbria Jazz 17 a Perugia, vanno tutte in questa direzione. Il Festival di Primavera, edizione zero, coniuga momenti di spiritualità legati alla Pasqua con altri più ‘leggeri’ e più appropriati ad un clima di vacanza, ma il filo rosso che lega i diversi eventi è sempre quello della qualità. Si ascolterà jazz, sia italiano che americano, per puristi ma anche gospel, soul, canzone d’autore e altro ancora».

L’INTERVISTA A CARLO PAGNOTTA – IL VIDEO

La patria Umbria Jazz nacque «più di 40 anni fa per opera di alcune persone appassionate che proposero alla Regione dell’Umbria di impegnarsi e sostenere un evento che portava il jazz in Umbria», è intervenuto il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. «Nel tempo è diventata una grandissima manifestazione di richiamo internazionale, con migliaia di appassionati che vengono da tutto il mondo ad ascoltare questi grandi interpreti. Come amministrazione abbiamo sempre lavorato affinché Terni tornasse ad essere un punto importante di questo Festival. Una città che ne è stata appunto un po’ la patria, anche grazie ad Alberto Provantini che a quel tempo era assessore e che sposò subito la proposta di Pagnotta. Da soli non ce l’avremmo mai fatta, ma ci siamo riusciti grazie a diversi ‘attori’ importanti che hanno detto sì e si sono messi a disposizione, come la fondazione Umbria Jazz, la fondazione Carit, la Regione dell’Umbria, la Diocesi di Terni-Narni-Amelia, la Erg e Umbria Experience».

Terni e Perugia Parola al direttore artistico Pagnotta, che prima di illustrare il programma ormai già abbastanza noto, ha voluto ricordare un po’ i suoi primi incontri con Provantini negli anni ’70. «Posso dire sinceramente, fuori dalle polemiche, di essere felice di questo ritorno a Terni. Ma sono convinto che questa città meriti molto di più che un programma come questo, ne riparleremo nel 2018, per l’edizione numero uno. Tanta gente che io volevo era impegnata e a me non piace fare le cose di fretta, vanno organizzate bene e con i giusti tempi. A differenza di Perugia, però va detto, il centro storico di Terni mi sembra che funzioni meglio, lo dimostra quello che succede la sera nei locali. Noi vinciamo il derby, ma voi vincete per quello che succede nella vita cittadina».

La Pasqua La Fondazione Carit «è sempre stata attenta alle esigenze dei cittadini attraverso i settori di intervento in maniera accurata e discreta», ha sottolineato il vicepresidente Ulrico Dragoni. «Godiamoci questi quattro giorni, resi possibili dalla risolutezza del vicepresidente regionale Fabio Paparelli, dalla capacità del direttore artistico Carlo Pagnotta e, permettetemelo, dalla determinazione del presidente della fondazione Carit Luigi Carlini e dal suo Consiglio». Quando al vescovo Giuseppe Piemontese è stata presentata questa idea, «sinceramente, ero un po’ perplesso, perché il Festival cade nella Settimana Santa, ma ci ho ragionato sopra e ho capito che è giunto il momento di dare speranze alle persone. Umbria Jazz non è uno spettacolo ‘leggero’, è arte e cultura e questo non può che aiutare le persone a cogliere elementi d’arte e di spiritualità della Settimana Santa e della Pasqua».

La Regione Il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli ci tiene a precisare nuovamente che «Umbria Jazz nacque nel 1973 a Villalago. Grazie al lavoro sinergico fra pubblico e privato, ci aspettiamo che questa ‘edizione zero’ a Terni segni una ripartenza, sia a livello locale che regionale». Mentre per l’assessore regionale ai grandi eventi Fernanda Cecchini, «questa è una giornata speciale perché posso finalmente venire a Terni e parlare di cose belle che compensano i dolori che riguardano le vicende ambientali. La Regione ha destinato 1 milione 200 mila euro del POR-FERS per rafforzare l’offerta culturale e la fruibilità degli spazi a Terni. Umbria Jazz a Terni è la dimostrazione che si è alzato lo sguardo oltre la quotidianità e che sul territorio si sono trovate anche le giuste sinergie che hanno permesso di realizzare un progetto concreto».

Una marcia in più Dopo la conferenza stampa di presentazione dell’evento, sulla propria pagina Facebook il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, ha scritto: «Bel clima per la presentazione del programma di Umbria Jazz Spring che, a Pasqua, si terrà a Terni. Regione, Comune, Fondazione Carit, Fondazione Umbria Jazz, Erg, istituzioni e non, per una grande manifestazione che aiuterà a far tornare Terni nei circuiti internazionali. Un esempio di lavoro di squadra. Significative le parole di Carlo Pagnotta, il direttore artistico. Ha ricordato la nascita di Umbria Jazz con Alberto Provantini che si inventò la formula di musica in spazi open. Pagnotta ha anche fatto i complimenti a Terni: ‘La vostra è una città vitale, la sera il centro è affollato, non come a Perugia!’. Ecco, se anche noi ternani fossimo più consapevoli e fieri delle qualità della nostra città, Terni avrebbe una marcia in più».

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