Terni, ‘veleni’ in Usl: dirigente a giudizio

Una presunta ‘macchinazione’ contro l’ex dg Panella e l’ex dipendente Mostarda. Assolti due carabinieri ed un finanziere

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Un rinvio a giudizio e tre assoluzioni nel merito: questo l’esito dell’udienza che si è tenuta lunedì mattina di fronte al gup di Terni Barbara Di Giovannantonio, incentrata su una vicenda legata a dissidi interni alla Usl Umbria 2 – ex Asl 4 – e sfociata in un’indagine del pm Elisabetta Massini. Secondo quest’ultima – ora operativa presso il tribunale di Viterbo – e secondo i legali che assistono le due persone offese, in passato – i fatti sono compresi fra il 2012 e il 2014 – l’ex direttore generale Vincenzo Panella ed il dipendente Alberto Mostarda – assistiti rispettivamente dagli avvocati Patrizia Bececco ed Antonella Triassi – sarebbero finiti al centro di una ‘macchinazione’ messa in piedi l’obiettivo di screditarli, più e meno pubblicamente. Il primo per una serie di decisioni evidentemente non gradite a figure interne alla Usl ed il secondo per essersi rifiutato di testimoniare, falsamente, contro Panella.

Assolti in tre Una tesi, quest’ultima, ovviamente tutta da dimostrare al pari delle accuse, che ora gravano solo sulle spalle del dirigente Usl Fausto Bartolini, difeso dall’avvocato Manlio Morcella e rinviato a giudizio dal gup per violenza privata, diffamazione, calunnia e atti persecutori. Il tribunale ha così accolto la richiesta formulata in aula dal pm Marco Stramaglia. Non l’unica, visto che lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione – poi disposta dal tribunale ‘perché il fatto non sussiste’ – per gli altri tre indagati giudicati con rito abbreviato: due carabinieri ed un finanziere. Già archiviate in precedenza dal gip le posizioni di un’ex consigliera comunale e di una funzionaria dell’Agenzia delle Entrate. La prima udienza del procedimento è fissata per il prossimo 29 ottobre.

Il legale Così l’avvocato Manlio Morcella, difensore del finanziere, sull’esito dell’udienza: «Sono soddisfatto – afferma – dell’esito, comunque scontato, del giudizio nei confronti del finanziere, con una formula – il ‘fatto non sussiste’ – che non ammette discussioni. Inoltre sono per nulla preoccupato per il rinvio a giudizio dell’altro mio assistito perché al di là di non essere stato provato che egli sia l’autore degli anonimi dal supposto contenuto calunniatorio, il problema reale verte sulla natura calunniatoria di tali anonimi. Se questi avessero rappresentato fatti effettivamente accaduti, non avrebbero natura calunniatoria e quindi la partita si risolverà in maniera antagonista rispetto a come oggi è costruita dall’accusa. A questo riguardo non  è da scartare la possibilità che la verifica venga sollecitata con iniziative da adottare in tempi stringenti».

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