Terni, via del Cassero: lavori lenti e proteste

Il Consorzio Tevere-Nera impegnato nell’area di ponte Romano, ma i problemi non mancano: «Li abbiamo risolti e adesso recuperemo»

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Il cartello parla chiaro: 274 i giorni (che poi fanno nove mesi) previsti per la realizzazione dei lavori. Data di inizio: 12 novembre 2015. Una fa due conti e, sì, le cose di cui si lamentano i residenti di via del Cassero, a Terni, hanno una motivazione. Perché i nove mesi sono passati e, a occhio e croce, quei lavori non finiranno prima di altri sei. Se va bene.

Via del Cassero Terni17Le proteste «Qui abbiamo un cantiere aperto da mesi – accusano – e non si capisce se e quando lo chiuderanno. Montano e poi smontano cose, bucano e poi chiudono senza che in quei buchi ci finisca nulla. Il tempo intanto passa e quel giardino che ci hanno tolto forse non lo riavremo mai indietro». Perché «tutto lo spazio che c’era, a ridosso del fiume e della passerella pedonale, se lo sono preso per metterci la loro roba da lavoro e a noi che viviamo qui non è rimasto praticamente nemmeno un metro disponibile».

LE FOTO DEL CANTIERE

I lavori Il cantiere di cui si parla è quello aperto dal Consorzio di bonifica Tevere-Nera ed i lavori sono relativi, spiega la direttrice dei lavori, Paola Massarelli, «alla messa in sicurezza idraulica dell’area lungo la sponda destra del fiume Nera, nell’area che parte ponte Romano e prosegue fin dopo la passerella di via del Cassero. Effettivamente – conferma – non siamo stati in grado di rispettare i tempi previsti, ma ci siamo trovati di fronte a dei problemi che non erano preventivabili prima dell’apertura del cantiere. Adesso, però, abbiamo la certezza di poterli risolvere e di poter procedere al completamento dei lavori».

Via del Cassero Terni7I problemi Quello che il Consorzio sta realizzando è un complesso sistema di muri di contenimento delle acque del fiume e del sistema degli argini: «Con l’uso di pali di sostegno, muri che non saranno visibili e pareti di vetro antisfondamento che invece saranno ‘a vista’ e che permetterano a loro volta la vista del fiume», ma quando hanno iniziato a scavare «sono emerse quelle problematiche di cui le parlavo – spiega Paola Massarelli – e che, in sostanza sono riferibili alla conformazione stessa del terreno sul quale stiamo operando. Si tratta di un’area che, dopo la seconda guerra mondiale, ha ricevuto molto materiale di risulta (un eufemismo gentile per definire le macerie provocate dai bombardamenti; ndr) e che ci ha creato degli inconvenienti seri».

Il ferro Perché, visto che l’opera che si sta realizzando è di «bonifica e messa in sicurezza, in un’area che, oltre a normali pezzi di metallo, potrebbe anche ospitare dei residuati bellici – spiega la direttrice dei lavori – il ministero non ci permette il collaudo fino a quando gli strumenti che si utilizzano per la ricerca non smetteranno di segnalare presenze metalliche. Tanto che la bonifica è tutt’ora in corso, anche se fino ad ora non è emerso nulla di preoccupante».

Via del Cassero Terni11L’acqua Poi c’è un altro aspetto che secondo Paola Massarelli «è tutt’altro che trascurabile ed è quello della continua variazione del livello delle acque del Nera, che dipende dalle attività di Erg e che, ci è stato spiegato dall’azienda, non è programmabile, ma tiene conto delle richieste di energia elettriche che riceve e che, quindi, provoca variazioni di altezza del fiume anche notevoli nel corso della stessa giornata e questo non ci permette di far lavorare in sicurezza gli operai per lunghi periodi. Ora con Erg sono in corso delle interlocuzioni che potrebbero darci un po’ di margine in più».

Le modifiche Il progetto originario, comunque, è stato adattato a queste esigenze impreviste e «al fine di mantenere inalterato l’esito finale – dice la direttirce dei lavori – abbiamo deciso di usare delle ‘palacole’ (delle parti che che una volta infisse nel terreno formano una parete verticale continua; ndr) che ci permetteranno di ovviare alle problematiche di cui le parlavo e di ripartire spediti con i lavori».

Via del Cassero Terni16I tempi Il fatto è, però, che il progetto ‘rivisto’ dovrà essere approvato da Provincia e Regione, che ci può mettere fino a 60 giorni per farlo: «L’elaborato sarà pronto entro pochi giorni – garantisce Paola Massarelli e noi contiamo di avere il via libera prima del termine massimo di cui lei parla. Io conto di poter ultimare la struttura interrata entro fine anno e poi completare l’istallazione delle pareti di vetro a vista nei primissimi mesi del 2017 e chiudere il cantiere».

Il giardino Resta da capire se il giardino tornerà a disposizione dei cittadini: «Assolutamente sì – promette Masselli – perché il Comune ci ha concesso di utilizzare quell’area come cantiere fino al termine dei lavori, ma il nostro impegno è quello di restituirlo pienamente fruibile al quartiere e alla città. Quando ce ne andremo, insomma, lì ci sarà di nuovo un giardino e credo proprio che, anche se siamo stati costretti a provocare qualche disagio, sarà più bello di quello che c’era prima».

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