Terni, violenza al Chico Ricercato un ragazzo

Da poche ore a due giorni: gli inquirenti contano di chiudere la prima parte di una partita difficile. Perché la violenza sessuale è un reato tanto grave quanto ostico

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di F.T.

L’immagine – fra le tante scattate da chi quella sera era al lavoro come fotografo – c’è ed il suo volto è stato riconosciuto tanto dalla ragazza che ha denunciato di essere violentata, quanto dalle sue amiche. C’è anche il nome e pure l’età, praticamente coetaneo della vittima. Manca solo lui all’appello ma in un arco temporale che va da poche ore ad un paio di giorni al massimo, i militari dell’Arma ternana – coordinati nell’occasione dal tenente colonnello Stefano Verlengia e dal capitano Mirco Marcucci – contano di chiudere il cerchio sul soggetto, consegnando al pm Barbara Mazzullo lui e tutta una serie di elementi in grado di costituire una base solida in vista del percorso processuale che verrà. E che, salvo colpi di scena, lo vedrà accusato di violenza sessuale nei confronti di una 20enne di Terni.

TERNI, VIOLENZA AL ‘CHICO’: INDAGINI A TAPPETO

In fuga?

Si guarda anche oltre, infatti, nel percorso investigativo che i carabinieri della Compagnia di Terni stanno seguendo per rintracciare il soggetto, la cui posizione – di base non certo tenue ma che dovrà essere integrata dalla sua versione dei fatti – potrebbe essere ulteriormente appesantita dalla condotta successiva il gravissimo episodio accaduto all’alba di domenica nel parcheggio del ‘Chico Mendes’, a margine della festa organizzata nel parco del ‘mare di Terni’ a partire dalla cena di sabato sera. Il fatto che ancora non si sia consegnato né sia stato trovato agevolmente dai militari, fa pensare infatti che, consapevole dell’accaduto, abbia cercato di fuggire dalle proprie responsabilità, compresa quella di spiegare, allontanandosi dai luoghi dove abitualmente risiede. Ma, come si dice, le ore per lui sono contate.

VIOLENZA AL ‘CHICO’, FOTOGRAFIE DECISIVE

Dai baci allo stupro

Eppure quel ragazzo sembrava educato, gentile, carino. Anche per questo era riuscito a guadagnare le attenzioni della giovane ternana in una serata fatta di spensieratezza, amicizia, allegria. Si erano conosciuti in mezzo alla pista da ballo e lì era scattato qualcosa. Tanto che fra i due c’erano state, anche davanti agli occhi del ‘gruppo’, delle effusioni. Poi, a tarda notte, l’invito a seguirla nel buio parcheggio del parco, fra le auto. Lì, erano le 4 del mattino, in pochi istanti si è consumata la violenza, l’atto sessuale rapido, brutale e completo contro la volontà della giovane. Forse ‘alimentato’ dall’alcol ma – il caso Raggi e il lavoro condotto dal compianto Maurizio Santoloci, dal punto di vista giuridico, lo dimostrano – questo aspetto non può certo essere avvicinato ad alcun tipo di attenuante. Anzi.

Ciò che poteva essere

Se il giovane sia di nazionalità italiana o di origini straniere – posto che risulterebbe comunque pienamente integrato – non è ancora noto e, anzi, cambierebbe davvero poco nella lettura del fatto. Che potrà essere – e sarà – anche oggetto di letture psico-sociologiche di ogni tipo, sui giovani, la vita che conducono – ma è così diversa da 20/30 anni fa? -, le famiglie e chi più ne ha più ne metta. Ma che resta, in fondo, una storia di responsabilità individuali, più che collettive. Perché se si ha la minima capacità di immedesimarsi nell’altro, di comprenderne sentimenti e stati d’animo, di rispettare, di tenere a bada gli istinti, forse ora negli occhi dei protagonisti vi sarebbe solo il ricordo di una gran serata. Non di violenza, dolore, indagini e paura di finire ‘dentro’.

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