Sisma, botta e risposta Farabollini vs Marini

Fortissima accusa del commissario per il sisma 2016 all’Umbria e alle altre regioni coinvolte. Dalla Regione (che a gennaio ammise di aver sottostimato le macerie) replica ‘piccata’

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«È comodo attribuire a questo Commissario ogni responsabilità comprese quelle sulla gestione dell’emergenza, leggi Sae e rimozione macerie. Non sono le mie firme che mancano, ma la consegna dei piani di gestione delle macerie di Umbria, Marche e Abruzzo che spettava ai presidenti di Regione redigere»: durissimo l’attacco di Piero Farabollini, commissario per il sisma 2016.

«Sbagliato accusare il commissario»

Impegnato in una serie di tavoli tecnici con i professionisti per lo snellimento delle procedure, Farabollini ha voluto replicare a notizie di stampa che additavano il commissariato come responsabile dei ritardi: «Ennesima accusa infondata – ha replicato – i presidenti di Regione, che sono anche vice commissari pensano che la struttura commissariale debba limitarsi ad essere un bancomat, ma sono loro che avevano la responsabilità di redigere il piano macerie per individuare le risorse occorrenti e coordinare il complesso delle attività da porre in essere per la più celere rimozione delle macerie indicando i tempi di completamento degli interventi. Il commissario gestisce soldi dei cittadini italiani con il dovere di vigilare sul loro utilizzo – chiarisce Farabollini – e d’intesa con il capo del Dipartimento di Protezione Civile sono stati già liquidati 100 milioni di euro alle regioni come anticipo con l’obbligo di fornire il piano di gestione per consentire alla struttura commissariale di espletare quanto di sua competenza sulle macerie».

«Gestione macerie catastrofica»

«Il sisma del 2016 è stato epocale – ribadisce Farabollini – ma la gestione delle macerie rischia di essere altrettanto catastrofica. Ora che la Protezione Civile sta esaurendo i suoi compiti e le regioni mostrano ancora una volta lentezze e inadempienze si cerca di nascondere precise responsabilità dietro accuse gratuite al commissario. Invece del piano macerie più volte sollecitato all’Umbria, per fare un esempio, ci è stata inviata una nota il 24 gennaio, a oltre due anni dalle scosse, dove l’ufficio speciale regionale ha dichiarato, nero su bianco, di aver sottostimato di oltre il 50% le tonnellate da smaltire: alle prime 100mila se ne sono aggiunte altre 53mila salvo, testuale, ‘ulteriori demolizioni non ancora segnalate dai comuni dove sono ancora in corso i sopralluoghi’».

Irritazione a Palazzo Donini

Catiuscia Marini non ha risposto ufficialmente. Lo farà nella mattinata di giovedì, durante la quale ci sarà da attendersi un comunicato assai ‘piccato’, nel quale – dicono da Palazzo Donini si darà conto di quelle che vengono definite ‘inadempienze’ del Commissario, che non avrebbe dato conto delle tante lettere partite dall’ufficio della presidente. Chi ci ha parlato descrive la Marini come irritata da questa uscita e ricorda come la presidente non abbia «mai avuto l’onore di incontrare Farabollini nella sua veste di commissario». Definite «ridicole», infine, le accuse di ‘sottostima’ delle macerie: «In pratica qualcuno ci sta accusando di aver raccolto troppe macerie? Abbiamo lavorato troppo? Come si fa a ‘pesare’ le macerie quando sono ancora a terra? È una colpa questa? Ci dovrebbero dire grazie. Ovvio che quella della Regione fosse una stima. Piuttosto il commissario farebbe bene a pagare le imprese che hanno lavorato».

La replica della Marini

«In questi due anni e mezzo non ho mai fatto polemiche inerenti le complessità gestionali e operative dell’emergenza e della ricostruzione post-sisma, privilegiando nell’interesse dei cittadini e delle nostre comunità la strada della leale collaborazione istituzionale, al fine di affrontare le tante e difficili situazioni che di volta in volta si sono presentate, provando a dare ai problemi concrete risposte e soluzioni – scrive Catiuscia Marini – per quanto mi riguarda questa sarà la strada che perseguirò fino alla fine del mio mandato amministrativo, anche perché, se alla già complessa macchina burocratico-amministrativa, aggiungiamo pure la sterile polemica politica, ciò determinerebbe la fine di ogni ipotesi di ricostruzione, mentre il nostro compito è quello di sostenere ed accelerare il percorso di ricostruzione in atto. Anche per questo motivo sono sorpresa che di fronte ad “un atto banale” come quello di autorizzare un secondo “step” per la raccolta delle macerie (autorizzazione passata dalla competenza del Dipartimento di Protezione Civile a quella del Commissario per la Ricostruzione), che in questi 2 anni abbiamo gestito in piena sintonia istituzionale, il Commissario Farabollini, la cui funzione è esclusivamente gestionale ed operativa, non trova di meglio che sollevare una insignificante polemica. Tutti gli atti sono già a disposizione del Commissario e se vuole altre carte siamo pronti a fornirle. Sta di fatto che dal 1 gennaio di quest’anno abbiamo dovuto interrompere la raccolta della macerie a Norcia e in tutta la Valnerina, con la conseguente sospensione dell’attività dei cantieri in corso, compreso quello per la Basilica di San Benedetto a Norcia, per attendere decisioni commissariali e di cui nella mia veste di Vicecommissario ero già pronta da quella data a fornire. Spero quindi che nei prossimi giorni si possa tornare operativi. Vorrei anche chiarire che i fondi della gestione commissariale – conclude la governatrice – stanziati tra il 2016 e 2018 sono risorse per il territorio, per la ricostruzione e per tutte le attività operative e pertanto non rappresentano una “gentile concessione” del Commissario Farabollini. Nei prossimi giorni inviterò il Commissario a prendere parte ad una riunione del Comitato istituzionale, insieme ai sindaci del cratere, cosa che non è stata possibile sin dal suo insediamento avvenuto lo scorso 4 ottobre, ormai cinque mesi fa».

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