Terremoto, i racconti delle vite sospese

Norcia, la visita del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, intrecciata con le storie di chi l’orrore del sisma se lo porterà dentro per sempre

Condividi questo articolo su

di P.C. e M.T.

Il terremoto? La terra che trema, certo. Che altro può essere un terremoto? E invece no. Il terremoto è un mostro che urla, è una bestia immonda che ti morde le viscere e ti succhia l’anima. Questo è il terremoto quando lo vivi in prima persona. E lo è – se hai la fortuna di non averlo vissuto, ma non sei di pietra – anche quando ascolti il racconto di chi, a mesi di distanza, lo sente ancora dentro di sé. E quando Maria Luisa lo ha raccontato a noi di umbriaOn, beh, l’emozione è stata forte. Molto.

Maria Luisa

Maria Luisa Certe storie non le cerchi. Le trovi per caso. Ci inciampi sopra. Oppure ti arrivano addosso con l’impeto di un ruscello in piena, come quello che si è formato a Norcia dopo il terremoto. E se riesci a lasciarti avvolgere senza cadere, ti rendi subito conto di essere protagonista di qualcosa di magico. Con Maria Luisa è stato così. Ci eravamo avvicinati alla sua casetta per un’esigenza: la solita batteria del computer, che si scarica nel momento meno indicato. Era tardi, tutti erano stanchi, c’era solo voglia di tornare a casa (chi ce l’ha). Ci siamo avvicinati a Maria Luisa con circospezione, con timore, chiedendo ospitalità per qualche minuto, il tempo di scrivere due righe da mandare in redazione. In questi momenti, quando – da giornalista – ti avvicini a una persona (che è anche l’oggetto del tuo lavoro), c’è un attimo di sospensione, di respiro trattenuto, di ansia per intuire la reazione. Maria Luisa ha risposto con un sorriso largo, sereno, di quelli che partono dagli occhi e finiscono nel cuore: «Vieni caro, nessun disturbo, ci mancherebbe».

L’ODISSEA DI MARIA LUISA – IL RACCONTO

San Pellegrino di Norcia Maria Luisa Sae

Maria Luisa scopre la Sae

Finalmente una casa E mentre si armeggiava con borse e cavi, il ruscello si è messo in moto: ha rotto gli argini. Dopo mesi di paralisi emotiva, queste casette non sono solo un tetto per chi non ce l’aveva, ma un baluardo di dignità, come ha detto Don Marco durante la benedizione delle prime 18 Sae. E hai la forza di guardarti indietro e rivivere tutto: «Figlio mio, quante ne abbiamo passate…». Il racconto parte da solo, senza alcuna domanda, facciamo solo in tempo a cliccare su ‘Rec’ (dopo aver chiesto il permesso). E via. La scossa del 24, che ha colpito San Pellegrino più di Norcia, il miracolo del comignolo, l’ansia per il figlio, gli alloggi di fortuna, la calma apparente prima del 30 ottobre. E poi di nuovo: altra scossa, stavolta a Norcia, San Francesco e Santa Rita che crollano, il pompiere Stefano che l’ha aiutata («quanto mi piacerebbe rivederlo»), la solidarietà degli amici. Fino ad oggi, tutto d’un fiato. E ora la casa, con i mobili nuovi, la cucina, i piatti. Alla fine, Maria Luisa ci rivela la ricetta segreta del primo piatto che cucinerà nella sua nuova cosa: «Chissà se mi ricordo come si fa a cucinare…».

Tajani con Alemanno

L’incontro Lunedì, quando è arrivato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, loro – la gente di San Pellegrino – non è che siano stati tanto cerimoniosi. Lo hanno accolto bene, certo – da queste parti le persone sono ospitali, ma schiette – e dopo aver espresso la propria soddisfazione, non hanno trascurato di ricordare che, adesso, c’è da pensare pure agli altri. A quelli che stanno messi peggio e sono tanti.

LA SPERANZA RITROVATA DI CHI HA AVUTO LA ‘CASETTA’- IL VIDEO

Luciano Severini

Luciano E poi c’era lui, Luciano Severini, che si guardava intorno – dentro la ‘casetta’ che hanno assegnato a lui e alla sua famiglia – e sembrava quasi non credere cha sia tutto vero. E invece è così e lui; che lasciava la porta aperta perché tutti la potessero vedere, quella che sarà la sua abitazione per il prossimo futuro; anche se a fatica, riusciva a nascondere quel filo di commozione che comune traspariva dalle sue parole. 

UNA CASA DI NUOVO, FINALMENTE – IL VIDEO

Il sorriso di Bernardo

Bernardo e la figlioletta I capelli rossi di Bernardo e della figlioletta, colpiti dai riflessi del sole, spiccavano nella folla che visitava le casette in questi giorni. Lo abbiamo visto chiacchierare con il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, con la figlia in braccio, chiedendo spiegazioni sui criteri di assegnazione. Il tono non era quello lamentoso di chi denuncia un sopruso, ma calmo e pacato, di chi vuole capire, far valere le sue ragioni, ma nella consapevolezza che ‘quelli dall’altra parte’ stanno lavorando anche per lui. «Abbiamo presentato la domanda dopo il primo termine, quindi mi hanno spiegato che non potevo rientrare in questa prima assegnazione, nonostante ho una figlia piccola, ora vivo in autonoma sistemazione, aspettiamo i contributi». La dignità, il contegno è lo stesso che abbiamo visto negli occhi di tutti, a Norcia e negli altri centri colpiti da questa tragedia. Un modo per dire: non ci faremo abbattere.

LA FIDUCIA DI CHI E’ RIMASTO FUORI – L’INTERVISTA

Tajani e la ‘cover’ dello smartphone

L’Europa E Tajani – che mostrava con orgoglio la ‘cover’ dello smartphone con il logo I love Norcia – sembrava, per una volta, quasi sopraffatto dall’emozione: «Dobbiamo fare il possibile e anche di più – diceva – per far ripartire l’economia di queste aree meravigliose. A marzo i capi gruppo del Parlamento europeo saranno qui e toccheranno con mano la vostra straordinaria forza d’animo. Dopo quella visita, ne sono certo, non potranno che accogliere le richieste che vengono dall’Italia».

LE RASSICURAZIONI DEL PRESIDENTE TAJANI – IL VIDEO

Abbraccio col sindaco

I fondi Dall’Europa, insomma, «dovrebbero arrivare complessivamente – ha promesso Tajani – fondi per 2 miliardi di euro per le zone terremotate. Io e tutti i 72 parlamentari italiani che operano nelle istituzioni europee stiamo lavorando insieme e senza distinzioni politiche a favore delle popolazioni in difficoltà per il sisma. Una prima parte per 30 milioni e già stata erogata, ma molte altre risorse saranno assegnate nei prossimi tempi. La Protezione civile ha fatto la fotografia della situazione e inviato il dossier a Bruxelles, per circa 25 miliardi. Questo è molto importante per accelerare i percorsi di sostegno». Dei due miliardi promessi uno arriverà dal Fondo europeo di solidarietà e dovrebbe essere messo a disposizione dall’Unione entro due, massimo tre mesi. La seconda parte, circa un miliardo e duecento milioni potrebbe arrivare dall’utilizzo dei fondi strutturali europei. Altri fondi, ha spiegato il presidente del Parlamento europeo, «potrebbero arrivare dai fondi strutturali destinati alle Regioni», cosa che però sarà condizionata dal tipo di lavoro che verrà svolto dagli uffici e dalle società regionali per la formulazione di progetti e richieste ad hoc. 

Sopralluogo, domande entro il 28 A seguito delle ultime scosse del 18 gennaio, una circolare del dipartimento di Protezione civile rende noto che il termine ultimo per presentare le domande di primo sopralluogo è stato prorogato a martedì 28 febbraio. Bisogna presentare una perizia di un professionista abilitato che comprovi la presenza di danni nell’edificio e il nesso di causalità diretto tra i danni e gli eventi sismici. L’obbligo di ripresentazione delle istanze vale anche per chi ha già presentato la propria dopo il 16 gennaio, termine precedente.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli