ThyssenKrupp investe, ma lo fa in Ungheria

La multinazionale costruisce un nuovo stabilimento – 20 mila metri quadrati e 250 nuovi posti di lavoro – per produrre componenti per i maggiori produttori di auto

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Marc De Bastos Eckstein

ThyssenKrupp investirà 35 milioni di euro nella costruzione di un nuovo stabilimento. Ma lo farà a Debrecen, in Ungheria. Ad annunciarlo è stato l’amministratore delegato della controllata ThyssenKrupp Presta, Marc De Bastos Eckstein.

Matthias Koll

L’automotive Il nuovo impianto – la cui costruzione dovrebbe iniziare in primavera, su un’area di 20 mila metri, con la creazione di 250 nuovi posti i lavoro – è previsto che produca componenti per i maggiori produttori di auto. Il direttore esecutivo di ThyssenKrupp, Matthias Koll, ha spiegato che l’attività potrebbe cominciare già nel 2018 e che la capacità annuale sarà di 6,5 milioni di molle elicoidali e stabilizzatori.

L’Ungheria «Negli ultimi anni – spiega la multinazionale – l’Ungheria si è sviluppata come un’importante location europea per l’industria internazionale dell’auto e solo negli ultimi quattro anni la produzione di auto in quel Pese è più che raddoppiata, con oltre 500 mila veicoli prodotti nel 2016».

Altro sito In Ungheria, peraltro, ThyssenKrupp sta già  costruendo un’altra azienda di componenti per motori e telai, nella zona di Budapest, mentre nel 2013 ha aperto a Gyor uno stabilimento per l’assemblaggio di componenti per veicoli Audi ed ha un centro di sviluppo software nella capitale, dove 500 ingegneri lavorano allo sviluppo di soluzioni per sistemi elettro-meccanici di sterzata per l’industria internazionale dell’auto.

La Faurecia

Terni L’interrogativo che questa notizia ha fatto sorgere, visto che anche a Terni si producono, partendo da prodotti della ThyssenKrupp Ast e dal Tubificio in particolare, componenti (peraltro diversi) per il settore automotive – lo fa la Faurecia di Maratta, che precisa di realizzare «sistemi di scarico per autoveicoli destinati ai maggiori produttori di auto europei» – se questo non possa essere interpretato come un ulteriore segnale relativo ad un possibile disimpegno della multinazionale dal territorio. Se l’Ungheria è così ‘accogliente’ – questo è il timore – e se ThyssenKrupp investe così tanto in quel Paese, il rischio potrebbe essere molto più concreto di quanto possa sembrare.

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