ThyssenKrupp-Tata: «Confronto subito»

Dalla fusione l’Ast di Terni sarebbe esclusa. Vincenzo Sgalla e Attilio Romanelli (Cgil) chiedono che il governo avvii subito una verifica della situazione

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«Dopo la notizia dell’avvio del processo di joint venture alla pari tra ThyssenKupp e Tata Steel servono garanzie sul futuro dello stabilimento Ast di Terni. La nota interna con cui Thyssen annuncia lo scorporo della divisione Materials e quindi dello stabilimento di viale Brin dall’operazione non chiarisce quali siano le intenzioni, gli impegni e i progetti per la più importante realtà produttiva della nostra regione, nonché fabbrica strategica nel settore degli acciai speciali per l’Italia, tanto più per la presenza di forni elettrici, che la stessa Commissione Europea considera fondamentali per la compatibilità ambientale delle produzioni». A dirlo sono i segretari della Cgil dell’Umbria e di Terni, Vincenzo Sgalla e Attilio Romanelli.

Il ‘s0llecito’ I due segretari, poi, annunciano di aver «interessato immediatamente la nostra segreteria nazionale e chiediamo alla Regione e alle altre istituzioni dell’Umbria di sollecitare il governo affinché convochi al più presto, come sarebbe logico in un paese normale, un tavolo con tutte le parti in causa, per conoscere davvero le intenzioni della multinazionale e avere garanzie sul futuro di Ast e dei suoi lavoratori».

Di sicuro si chiamerà – senza grandi sforzi di fantasia – ‘ThyssenKrupp Tata Steel’ e, stando a quello che ha dichiarato il Ceo della multinazionale tedesca, Heinrich Hiesinger, «le attività di Material Services, tra cui Acciai Speciali Terni, non sono interessate alla joint venture» con quella indiana. Solo che alcune indiscrezioni – ovviamente tutte da confermare – alimentano qualche dubbio.

La ‘Materials’ ThyssenKrupp avrebbe infatti annunciato – riporta Siderweb – «che, oltre a far confluire nella nuova realtà gli asset della divisione Steel, starebbe valutando anche il passaggio della MillService, l’azienda in capo a ThyssenkKrupp Materials che si occupa di servizi agli impianti siderurgici».

Lucia Morselli

Il rumor clamoroso Ad agitare le acque, poi, nel tardo pomeriggio di mercoledì ha preso a circolare una voce che, visto il personaggio, va registrata: in tutta questa operazione – non è ancora chiaro con quale ruolo – potrebbe tornare in gioco l’ex ad di Ast Lucia Morselli, forte di un endorsement pesante, proveniente proprio dalla Germania. 

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO

I tempi Il memorandum of undestanding che è stato siglato tra ThyssenKrupp e Tata Steel, per ora, dà solo il via alla fase di due diligence ed al confronto sia con gli organi interni, che con le autorità antitrust competenti, ma i due colossi prevedono di arrivare al closing definitivo dell’operazione entro i primi mesi del 2018, mentre il nulla osta finale dei garanti alla concorrenza è atteso per la fine del prossimo anno.

Heinrich Hiesinger

Hiesinger «Con questa joint venture stiamo dando alle attività europee dell’acciaio di ThyssenKrupp e Tata un futuro duraturo – ha detto Heinrich Hiesinger, Ceo tedesco – stiamo affrontando le sfide strutturali dell’industria siderurgica europea e creando il secondo player continentale. In Tata abbiamo trovato un partner con un ottimo livello strategico e culturale. Non solo entrambe le realtà condividono un chiaro orientamento alle performance, ma anche la stessa comprensione della responsabilità imprenditoriale verso la forza lavoro e la società». 

«Tata unica opzione» Kiesinger ha poi aggiunto che «abbiamo sempre puntato a raggiungere la soluzione migliore per ThyssenKrupp e una joint venture con Tata è l’unica opzione che affronta in maniera concreta le sovraccapacità strutturali del mercato europeo dell’acciaio e che, allo stesso tempo, crea un valore aggiunto sostanziale attraverso le sinergie, il tutto in linea con la nostra cultura aziendale. Ciò segna anche un chiaro impegno alle nostre radici, in quanto l’impresa comune consente a ThyssenKrupp di mantenere la sua presenza nel settore acciaio».

Natarajan Chandrasekaran

Chandrasekaran «Il gruppo Tata e ThyssenKrupp – ha aggiunto il presidente di Tata Steel Natarajan Chandrasekaran -hanno un forte patrimonio nell’industria siderurgica globale e condividono cultura e valori simili. Questa partnership è un’occasione importante per entrambi i partner, che si concentreranno sulla costruzione di una forte impresa siderurgica europea. La logica strategica della joint venture proposta in Europa si basa su fondamentali molto solidi e sono sicuro che ThyssenKrupp Tata Steel avrà un grande futuro».

L’India Il presidente di Tata Steel ha poi spiegato che «così come la nostra partnership con ThyssenKrupp ci fa crescere in Europa, Tata Steel è altrettanto pronta a sfruttare la crescita economica dell’India con l’aggiunta di una capacità significativa in prodotti ad alto valore aggiunto per soddisfare le crescenti esigenze dei clienti. Tata Sons continuerà a sostenere finanziariamente la strategia di Tata Steel per l’espansione della capacità attraverso opportunità di crescita organica in India».

Le sedi La holding della nuova realtà avrà base in Olanda e avrà una doppia struttura di management e di supervisory board. Verranno comunque mantenuti i quartier generali in Germania, Olanda e Inghilterra. La struttura delle due aziende vedrà i poli di Duisburg (Germania), IJmuiden (Olanda) e Port Talbot (Inghilterra) diventare i punti chiave sui cui verrà instaurata una piattaforma logistica.

Gianluca Rossi

Il commento Il senatore Gianluca Rossi (PD), chiede chiarezza per Terni: «Apprezzo che ThyssenKrupp ha voluto chiarire i caratteri dell’accordo con Tata Steel e che questo non riguarderebbero la divisione Materials Services e quindi Acciai Speciali Terni. Ritengo però anche necessario che la proprietà tedesca chiarisca quale sia il futuro del sito produttivo ternano al di fuori della ‘costruzione del secondo polo siderurgico europeo’ che nel 2018 dovrebbe cominciare a vedere la luce. Non basta affermare che “rimarrà fuori”». 

I sindacalisti dei metalmeccanici

«Noi lo sapevamo» I sindacati ternani non hanno gradito: «Apprendiamo da organi di stampa, da agenzie e da uno scarno comunicato inoltrato ai lavoratori da parte di Ast – dicono in una nota congiunta le cinque sigle – che sembrerebbe giunta a termine la lunga trattativa tra le due multinazionali ThyssenKrupp e Tata Steel. Come organizzazioni sindacali, a differenza di tanti, non siamo sorpresi dalla notizia, in quanto questa cosa è stata da tempo annunciata da ThyssenKrupp e noi stessi, purtroppo nell’indifferenza totale, abbiamo più volte ribadito la necessità di chiarire, il prima possibile, quanto si stava determinando».

Massimiliano Burelli

«Management superficiale» E che ci siano rimasti male emerge con chiarezza poco dopo: «Nel ribadire il basso livello di relazioni sindacali, anche questo più volte evidenziato – dicono i sindacati – di fronte alla superficialità con la quale l’attuale management informa e coinvolge i rappresentanti dei lavoratori su una questione delicata ed importante come quella dei nuovi assetti societari, pensiamo fondamentale oggi, più che mai, chiarire con l’azionista il futuro industriale di Ast Terni. Crediamo non essere sufficienti e rassicuranti, ad oggi, le dichiarazioni che Ast è fuori dalla nuova joint venture perché, come convintamente sostenuto, per quello che ci riguarda, le produzioni ternane rischiano nel nuovo scenario che si sta determinando, di rimanere sempre più isolate nella competizione tra player industriali globali. In questo contesto di riassetto complessivo del gruppo non bastano più gli slogan e i buoni propositi, ma serve che ThyssenKrupp traduca in pratica gli annunci che da tempo fà su Terni in merito a missione industriale, assetti produttivi, piani commerciali e mercato di riferimento, livelli occupazionali, sviluppo e potenziamento del sito ternano in tutte le sue articolazioni e specificità».

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