Tk-Ast, ‘Do ut des’: assolti due dirigenti

Si tratta di Corrado Vicentini e Arturo Ferrucci. Restano in ‘sospeso’ le posizioni di altri cinque indagati dopo le archiviazioni disposte dal gup

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L’ex direttore del settore commerciale di Tk-Ast, Corrado Vicentini, e l’ex direttore del personale dell’azienda, Arturo Ferrucci, sono stati assolti lunedì dal gup Simona Tordelli – con rito abbreviato – in relazione alle accuse formulate dalla procura di Terni nell’ambito dell’indagine ‘Do ut des’, svolta dal Corpo Forestale dello Stato e originata dalla denuncia sporta dall’imprenditore Cristian Spina, titolare della Misp, parte civile attraverso l’avvocato Carlo Viola. Dopo le quattro archiviazioni già decise dal giudice per le indagini preliminari – quelle di Marco Freddo, Mauro Donnini, Valter Maffeo e Ambra Bobbi – restano cinque le posizioni in ‘sospeso’ su cui deciderà il gup il prossimo 20 settembre.

Arturo Ferrucci

La sentenza Per Corrado Vicentini, accusato di concorso in tentata violenza privata e difeso dall’avvocato Roberto Spoldi del foro di Terni, il pm Barbara Mazzullo – in sostituzione della collega Elisabetta Massini – aveva chiesto una condanna ad 1 anno e 4 mesi di reclusione. Per Arturo Ferrucci invece, difeso dall’avvocato Manlio Morcella e a cui era stata contestata l’estorsione, la richiesta era stata di 2 anni e 6 mesi. Il primo è stato assolto per ‘non aver commesso il fatto’, mentre il secondo perché ‘il fatto non sussiste’. Entrambi, in precedenza, avevano già avviato specifiche cause di lavoro nei confronti dell’azienda di viale Brin. Ovviamente soddisfatti i legali difensori dei due che avevano chiesto il giudizio abbreviato, certi dell’estraneità dei propri assistiti. Ora il giudice avrà 30 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza.

Parlano le difese Spetterà allo stesso giudice decidere se rinviare a giudizio o prosciogliere gli ultimi cinque indagati rimasti. In merito alla doppia assoluzione, gli avvocati Morcella e Spoldi hanno diffuso una nota: «Arturo Ferrucci era accusato di una duplice estorsione, la prima consumata e in concorso con altro collega, riguardante dei lavori edilizi effettuati da Cristian Spina su di un garage del predetto collega; la seconda legata ad un mini intervento, sempre eseguito dallo Spina, sull’impianto di termosifone appartenente a Ferrucci. Corrado Vicentini era accusato di tentata violenza privata, a sua volta consistita nel porre in essere comportamenti minacciosi e violenti finalizzati ad ottenere la dichiarazione di terzo responsabile delle caldaie civili dello stabilimento Tk-Ast. Tutti i reati per il pm sarebbero stati perpetrati con la minaccia rivolta allo Spina di doversi adeguare alle richieste a lui formulate, per non vedersi revocato il contratto di manutenzione che lo legava ad Ast».

Le richieste «Il pm di udienza dottoressa Mazzullo – proseguono i due legali – ha chiesto la condanna dei due imputati alle pene di 1 anno e 4 mesi per Vicentini e di 2 anni e 6 mesi per Ferrucci. Le parti civili, rappresentate per Spina-Misp dall’avvocato Viola e per Ast dall’avvocato Grosso, hanno per parte propria postulato la condanna a titolo risarcitorio dei medesimi imputati. A somma quantificata, Misp, da quantificare in separata sede, Ast. Accusa pubblica e privata hanno sostenuto che all’interno di Ast si era creata una sorta di consorteria, in grado di condizionare l’assegnazione di appalti. E Spina sarebbe stato vittima del marchingegno».

Contrattacco Gli avvocati Morcella e Spoldi sottolineano come, nell’articolare le difese dei due imputati, abbiano «a lungo insistito sulla strumentalità delle denunce inoltrate da Spina, che loro tramite ha chiesto l’ammissione al fondo anti usura e, per l’intanto, in ragione di tale domanda, la sospensione dei pagamenti dovuti dalla ditta in crisi finanziaria. Abbiamo del pari evidenziato assai criticamente – spiegano i due legali – la condotta tenuta da Ast che dapprima aveva denunciato Spina, anche per estorsione, e che poi ha finito per credere nella sua inverosimile versione, in pregiudizio degli odierni imputati. Abbiamo anche rilevato la palese distonia cronologica tra le vicende per come ricostruite dalla denuncia dello Spina ed il reale accadimento degli occorsi, posti alla attenzione del giudicante, facendo emergere ancora una volta che Ferrucci non era dotato di poteri che gli potevano consentire di far perfezionare ad Ast il recesso dal contratto di manutenzione, sopra richiamato. Questa assoluzione – secondo i due legali – ha reso giustizia rispetto all’artificiosa impalcatura creata da Spina. Ora – aggiungono – studieremo sulla interponibilità e sulla tempistica relativa all’interponibilità delle denunce di calunnia contro Spina. Fermo il compito per i giuslavoristi di far valere il verdetto di oggi avverso Ast che ha licenziato Ferrucci e Vicentini, sul presupposto che si sarebbero resi autori delle vicende ritenute dal gup non ricostruibili, come avrebbe ritenuto il pm e con il pm, Ast».

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