Trasporti a Terni: «Tagli da ‘spalmare’»

L’Usb all’attacco: «Così si ‘scarica’ la crisi sulle fasce deboli». Il gruppo consiliare del Pd: «Evitare disagi e riduzioni concentrate in un unico periodo»

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Taglio di 300 mila euro ai trasporti pubblici e per disabili, proseguono le prese di posizione sulla scelta dell’amministrazione comunale. C’è chi attacca, come l’Usb, e chi chiede di ‘spalmare’ i tagli per non penalizzare i cittadini, come il Partito Democratico.

Diritti e scelte L’Unione sindacale di base Terni sottolinea lo «sdegno e la preoccupazione per le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale ternana al taglio di 300 mila euro ai trasporti pubblici e per disabili, nel silenzio assordante dei sindacati che hanno di fatto avallato la scelta. Ci chiediamo, come siano state pensate le politiche ambientali di questa amministrazione se, per far fronte alle necessità del piano di riequilibrio finanziario, si tagliano i fondi per la mobilità ma, soprattutto, dove sia finita quella sensibilità che dovrebbe essere propria di una giunta che si professa appartenere alla sinistra, se tali tagli toccano il diritto alla mobilità delle persone più svantaggiate verso cui tutta la politica dovrebbe sentire la responsabilità della massima tutela».

I SINDACATI IN COMMISSIONE: «PRONTI A COLLABORARE»

«Scarico sulle fasce deboli» Tirato in ballo anche Leopoldo Di Girolamo: «Eppure il sindaco -prosegue la nota – era stato chiaro su questo aspetto ed invece dobbiamo denunciare l’ennesima scelta che evidenzia una linea politica che sta scientemente riducendo lo stato sociale a carico del Comune. Questo è gravissimo, perché in tal modo si scarica il peso della crisi finanziaria sui lavoratori e soprattutto sulle fasce più deboli e svantaggiate del territorio. Una linea che sembra non tener conto neanche di alcune sentenze che hanno già interessato, per lo stesso motivo, altri capoluoghi del paese e che hanno fatto riferimento semplicemente alla Costituzione ed in particolar modo all’art.38, che disciplina la tutela dei servizi sociali non subordinandoli, pertanto limitandoli, alle disponibilità finanziarie ed alle esigenze di bilancio delle amministrazioni. Si segua questa strada, anziché costruire manovre di rientro che colpiscono le fasce più deboli della comunità».

Rischio collasso «La nostra Regione – attacca l’Usb – si trova al collasso del trasporto pubblico: la privatizzazione ‘de facto’ di Umbria Mobilità si sta dimostrando pericolosa per la tenuta dei servizi, dato che l’obiettivo del profitto più alto ha la meglio sulla natura pubblica del servizio offerto. Se mettiamo questo in relazione con i tagli dei fondi comunali per il trasporto pubblico preventivati e già ampiamente praticati dal Comune di Terni rischiamo, in prospettiva di breve termine, il collasso di una parte essenziale di un sistema che garantisce i diritti di cittadinanza e le libertà costituzionali, quali sono il diritto alla mobilità ed allo studio. Sarebbe necessario che la Conferenza delle Regioni e dei Comuni inizi una forte battaglia politica, in parlamento e fuori di esso, per il ripristino dell’art. 81 della Costituzione come originariamente previsto, ed anche contro leggi di stabilità che perseverano con tagli ai danni del sistema delle autonomie locali, che strangolano le pubbliche amministrazioni e le costringono a piani di rientro che mettono a repentaglio la tenuta sociale dei territori. Solo agendo così si potrà tornare a programmare il futuro della comunità dentro uno spirito di avanzamento collettivo. Ecco perché ci preoccupa il pedissequo richiamo alla legge da parte dell’amministrazione comunale. Un elemento che lascia inevitabilmente spazi di lettura densi di dubbi sul reale disegno pensato dalla nostra classe dirigente politica. Anche l’attacco – conclude – ai Servizi educativi, che l’Usb ha già avuto modo di stigmatizzare duramente, è posto nel solco miope di una politica che, evidentemente, non pone tra gli obiettivi primari ed istituzionali la salvaguardia dei servizi pubblici, dei beni comuni e la tutela delle classi sociali più deboli e svantaggiate».

Il Pd: «Spalmare» A parlare è Francesco Filipponi, presidente del gruppo consiliare in Comune: «Sul trasporto pubblico locale c’è consapevolezza che il committente, ovvero l’amministrazione comunale, debba far fronte a disponibilità economiche limitate. Siamo inoltre consapevoli che la riduzione dell’impegno economico creerebbe minor disagio se spalmata su un intero anno, piuttosto che soltanto nella parte finale. Per questi motivi chiediamo alla giunta comunale, come già si sta adoperando a fare attraverso un confronto con gli organi consiliari e con le sigle sindacali e il gestore, di continuare ad impegnarsi per individuare una soluzione condivisa che non penalizzi i cittadini e che consenta, in una logica di leale collaborazione istituzionale, di adottare in via definitiva una volta per tutte il percorso per la definizione del piano urbano della mobilità. Riteniamo – termina la nota – quest’ultima considerazione utile a rispondere adeguatamente alle esigenze della città fin dalla redazione del prossimo bilancio di previsione annuale e triennale, a optare qualora fosse necessario per rimodulazioni pianificate, e ad evitare disagi e riduzioni concentrate in un solo periodo al trasporto pubblico, che ricadono su cittadini e maestranze».

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