Trasporti in Umbria, l’ex Fcu si ferma

Il servizio ferroviario verrà interrotto alla mezzanotte del 12 settembre. Dal giorno dopo tutti gli spostamenti si svolgeranno con gli autobus

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 di P.C.

Il dato praticamente certo è che l’ultimo treno circolerà sulla rete della ex Ferrovia Centrale Umbra (Fcu) nella tarda serata del 12 settembre. Da mezzanotte subentrerà Busitalia con il suo servizio sostitutivo. Mercoledì 13 settembre, per andare a scuola, gli studenti andranno comunque alla stazione ferroviaria, ma prenderanno il bus. Le navette su gomma toccheranno tutte le stazioni della linea ferroviaria (e solo le stazioni), garantendo gli orari pubblicati sul prospetto.

L’ANNUNCIO IN CONFERENZA STAMPA – VIDEO

I lavori La conferma arriva giovedì mattina, nel corso dell’attesissima conferenza stampa che seguiva gli incontri in regione di martedì e mercoledì. Presenti il direttore regionale di Busitalia Velio Del Bolgia, l’amministratore unico di Umbria Mobilità Ferruccio Bufaloni ed il direttore regionale ai trasporti Diego Zurli, oltre all’assessore regionale Giuseppe Chianella, che ha chiarito – e ribadito più volte – che non vuole si parli di «chiusura», ma di «sospensione del servizio commerciale».

I tempi, i numeri Per quanto tempo? Non è dato saperlo. Non vengono fatte stime. Si sa però che i tempi dei lavori di ammodernamento fra Sant’Anna e Ponte San Giovanni sono stati stimati in 800 giorni. E l’obiettivo è finire contestualmente. L’ipotesi di una chiusura fra i 3 e i 5 anni non dovrebbe essere tanto lontana dalla realtà. Non si sa nemmeno quante persone sono coinvolte in questa storica fase di transizione (temporanea) ferro-gomma: basti pensare però che – dati Busitalia – nel 2016 ci sono stati 1.089.420 passeggeri, fra pendolari e occasionali. Una cifra che ovviamente calcola tutti i viaggi, anche della stessa persona, ottenuta conteggiando le obliterazioni dei titoli di viaggio. Aiutano ad avere un’idea i dati sugli abbonamenti: 2865 settimanali, 4835 mensili, 32 annuali ordinari, 515 annuali scolastici, 99 annuali universitari. Parliamo solo del 2016, anno già assai difficile per il trasporto ferroviario regionale

La ripartizione dei fondi I 51 milioni di investimenti programmati sono stati destinati per 33 milioni all’armamento dell’infrastruttura per un totale di 45 chilometri. Poi si interverrà sulle criticità puntuali sul resto della tratta. Gli altri 18 milioni saranno destinati sui 153 chilometri dell’infrastruttura per l’installazione del sistema Scmt per adeguarsi agli standard di sicurezza. La prossima settimana verrà subito sottoscritto il contratto per i lavori fra Ponte San Giovanni e Sant’Anna (che non rientrano nel computo dei fondi ma che partiranno contestualmente). Intanto a metà settembre si comincia con i primi interventi.

I lavoratori C’è poi l’incognita legata ai lavoratori del comparto ferroviario, macchinisti e capitreno. Poco più di 80 persone, la metà delle quali lavora sulla tratta ec Fcu e alle quali bisognerà trovare una sistemazione. Del Bolgia sul tema sembra molto preoccupato: «Parleremo con i sindacati per trovare la migliore soluzione possibile, ci impegniamo fin da subito ad affrontare questa tematica così delicata». Sul tavolo due soluzioni: cambiamento di mansione o cassa integrazione.

Chianella L’assessore Giuseppe Chianella ripercorre la storia, premettendo che «la Regione Umbria ritiene Fcu strategica e fondamentale, anche in relazione al piano regionale dei trasporti. La situazione che si verificherà sostiene il percorso che la Regione ha iniziato da due anni a questa parte. A ottobre 2015 ci fu prima interlocuzione con Rfi ed in quella sede venne avanzata l’ipotesi che questa infrastruttura tornasse sotto l’egida di Ferrovie dello Stato. Le criticità – spiega – vengono avanti da diversi anni e da parte nostra c’era la necessità di verificare percorsi diversi di gestione. A primavera del 2016 si ragionò sull’ipotesi di trasferimento, ma sulla base di norme che ancora non c’erano. Poi, il 12 luglio del 2016, il disastro di Andria ha modificato scenario nel mondo infrastrutture regionali e ad agosto del 2016 ci fu l’istituzione dell’obbligo di di velocità a 70 chilometri orari, che ha creato da subito problemi ai pendolari. A dicembre dello scorso anno, poi, la delibera Cipe ha trasferito 63 milioni in capo alla Regione Umbria, ma la formalizzazione di questo trasferimento di risorse è avvenuta a fine aprile del 2017. Nel frattempo è stato emanato il decreto che chiariva percorsi che potevano essere seguiti nelle infrastrutture regionali, con il chiarimento che Rfi può essere soggetto attuativo dei lavori per conto di Umbria Mobilità». Poi lo scatto di orgoglio: «La sospensione del servizio per manutenzione non è una cosa così strana. Avviene per esempio periodicamente sulla Terni-L’Aquila. Eppure io non ho letto una riga sulla sospensione del servizio su quella tratta».

Del Bolgia L’amministratore unico di Busitalia, Velio Del Bolgia, la butta sull’ottimistico: «Concordiamo con la scelta, in quanto ora ci sono prospettive per il rilancio del tratta. Nessuno resterà a piedi, come ha detto anche Chianella, perché effettueremo il servizio con tutti i bus necessari. Considerando lo stato attuale, in particolare le rotture di carico, la situazione adesso migliorerà perché potremo dare certezze degli orari per gli utenti e in molti casi saranno inferiori o le percorrenze rispetto a quelle attuali. Attualmente, per esempio, la Perugia-Terni richiede due ore e mezza, contiamo di servirla in meno di due ore».

Il personale Un problema nel problema, tra quelli che si prospettano, è quello relativo al personale: «In particolare – dice Del Bolgia – con i 41 macchinisti e i 43 capitreno, dei quali circa la metà lavorano proprio sulla ex Fcu. Per ragionare su questa tematica abbiamo già convocato le organizzazioni sindacali, nel rispetto dei ruoli, per cercare di trovare situazioni meno impattanti possibili per i lavoratori. È un impegno che ci prendiamo con la Regione e si ragionerà su impieghi sostitutivi e cassa integrazione».

Bufaloni Anche Ferruccio Bufaloni, amministratore unico di Umbria Mobilità, vuole vedere il bicchiere mezzo pieno: «Posso solo esprimere soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda. Avevo sentito parlare di nuove soluzioni tampone, che non mi entusiasmavano. Con questa soluzione radicale invece potremo presentarci ai cittadini con una linea sicura e moderna».

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