Trasporti in Umbria: «Rfi finalmente parla»

Gianluigi Giusti del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri: «Garantisce attenzione alle problematiche che denunciamo, ma alle parole deve fare seguire i fatti»

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Gianluigi Giusti

di Gianluigi Giusti
del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri

Nei giorni scorsi ho partecipato in rappresentanza del Coordinamento Comitati Pendolari Umbri ad un incontro con il Responsabile della Direzione Commerciale ed Esercizio Rete della Direzione Tirrenica Sud di RFI, Ing. Andrea Esposito, in merito ai disagi avvenuti negli ultimi tempi sulla linea AV/AC Roma/Firenze ed in particolare sulle anomalie registratesi nei giorni 1 e 2 marzo che hanno visto pesantissimi ritardi, con i viaggiatori restati fermi ore nei convogli per poi essere instradati sulla linea storica Roma/Firenze.

L’incontro è sembrato proficuo, anche in prospettiva futura, anche se permangono criticità e ombre.

Innanzitutto, secondo il Dirigente di RFI quanto è accaduto i primi di marzo è da attribuirsi a cause specifiche e ben individuate, su cui RFI e Trenitalia stanno già lavorando per mettere in campo tutte le soluzioni necessarie a garantire la piena continuità del servizio e contenere il disagio per i viaggiatori.

L’ing. Esposito ha anche rappresentato che nel 2016 sono stati avviati significativi interventi di manutenzione ai dispositivi dell’infrastruttura del collegamento veloce sulla linea Direttissima tra Roma e Orte (trazione elettrica, armamento, sistemi di sicurezza e segnalamento), che dovrebbero essere ultimati entro il 2018 per un costo complessivo di oltre 40 milioni di Euro. Tali lavori – ritiene – consentiranno di migliorare ulteriormente l’affidabilità dell’infrastruttura, incrementando così i livelli di regolarità e qualità dei servizi. Prova sarebbe, sempre secondo il dirigente, che nell’ultimo periodo, per effetto delle opere manutentive, le anormalità legate ai guasti all’infrastruttura sulla tratta in questione hanno registrato un positivo trend in riduzione.

Sul punto ho espresso delle perplessità, riservando ogni verifica.

Nel corso della discussione è stato fatto rilevare che, quando ci sono perturbazioni nella circolazione ferroviaria sulla DD Roma/Firenze (ad esempio per ritardo dovuto a qualche convoglio), queste si ripercuotono in particolar modo sui treni Regionali, che debbono dare precedenza ai treni AV, anche se i ritardi di detti convogli a volte sono di 15 o più minuti.

Quanto accade sembra in contrasto con le indicazioni di cui al capitolo 4.4.4.2 Criteri di priorità del PIR (Prospetto Informativo Rete), che testualmente al comma 2 afferma:

” 2. Le eventuali incompatibilità fra servizi di pari priorità ai sensi del presente paragrafo comma 1 sono disciplinate considerando prioritario il servizio finalizzato al traffico caratteristico della fascia oraria di interesse, nel modo seguente:
i servizi di trasporto quantitativamente e qualitativamente necessari a soddisfare la mobilità dei cittadini disciplinati da appositi contratti di servizio da stipulare fra IF e Stato o Regioni sono prioritari rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nelle fasce orarie pendolari. Le fasce orarie sono individuate dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 17.00 alle 20.00; i servizi di trasporto ad Alta Velocità effettuati in tutto o in parte su infrastrutture appositamente costruite o adattate sono prioritari sull’intero percorso rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nella fascia oraria dalle ore 7.00 alle 22.00, con l’eccezione delle fasce orarie di cui al punto precedente; i servizi di trasporto merci internazionali ovvero effettuati su linee specializzate per tali servizi sono prioritari sull’intero percorso rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nella fascia oraria dalle ore 22.00 alle ore 6.00.”

A tale osservazioni ci è stato risposto che la velocità massima dei Regionali è di 160 Km orari e che pertanto, in ragione delle differenti velocità di percorrenza delle due tipologie di treno, inserirne uno nel mezzo di una batteria di 5 ad AV, di cui uno o più in ritardo, comporterebbe un aumento ulteriore del ritardo di questi ultimi, con ripercussioni ulteriori per la regolarità nelle tratte a valle.

Il ragionamento sembrerebbe giusto se non confliggesse, a mio modesto avviso, proprio con quanto riportato nel PIR per i treni ricadenti nelle fasce di garanzia. Non si comprende, poi, come si dia per assodata una velocità massima di 160 km orari, addirittura anche per i materiali rotabili nuovi.

In ogni modo, durante l’incontro si è parlato anche di lavori strutturali e dei relativi problemi.

In primo luogo, si è avuta conferma dell’avvio dei lavori che interesseranno l’interconnessione pari “Orte Sud” della linea DD, consistenti in particolare nel rifacimento dell’arco rovescio della galleria della suddetta interconnessione (percorsa dai treni provenienti da Roma e passanti da Orte in direzione nord).

L’esecuzione delle opere determinerà necessariamente la chiusura del tratto di linea in questione, con un’interruzione già programmata che si protrarrà in modo continuativo dal 29 luglio al 3 settembre 2017, per un totale di 37 giorni.

In tale periodo, i treni diretti in Umbria, Marche, Toscana e Viterbo (via Attigliano) che obbligatoriamente transitano e/o fermano nella stazione di Orte, saranno deviati sulla linea storica Roma/Firenze.

Per questo, anche se i lavori si effettueranno nel periodo estivo, si creeranno comunque grossi disagi agli utenti, con allungamenti significativi dei tempi di percorrenza.

Si è quindi chiesto di conoscere anticipatamente le eventuali modifiche orarie dei treni interessati alla deviazione, con particolare riguardo a quelli ricadenti nella cosiddetta fascia oraria pendolare per verificare eventuali criticità.

Non si può non ricordare, ad esempio, che tra le ore 17:00 e le ore 18:50, normalmente si effettuano 8 treni (sovraregionali, IC, oltre al FB per Ravenna), che saranno tutti deviati sulla linea storica, sovrapponendosi addirittura ai treni TAF della relazione Fiumicino – Farà Sabina – Poggio Mirteto – Orte, che, altresì, su detta tratta effettuano tutte le fermate.

Si è richiesto, perciò, una maggior attenzione per tutto il periodo dei lavori all’andamento della circolazione dei treni interessati dalla deviazione di percorso, per evitare ulteriori criticità e ritardi.

Si sono poi avuti ragguagli circa la situazione della stazione di Perugia Ponte San Giovanni.

Gli interventi di potenziamento del plesso, dopo la risoluzione del primo contratto di appalto nel giugno 2015, sono stati ora finalmente riaffidati e sono state già pianificate le fasi esecutive per il 2017 in modo tale da minimizzare i disagi alla Clientela dei servizi sia di Busitalia (exFCU) che Trenitalia.

Non dimentichiamo che una parte dei lavori nella stazione sono stati finanziati dalla Regione Umbria e per questo, al momento dell’interruzione dei lavori, si scrisse all’assessore competente per chiederne il riavvio immediato.

Perugia Sant'Anna ultimo giorno tabellaCon l’occasione si è segnalata anche la necessità di una definizione urgente del nuovo 3° marciapiede con il riposizionamento dei binari 4 e 5, necessari al servizio dell’exFCU, stante l’interruzione della diramazione per Perugia S.Anna con i relativi tagli di carico a Ponte S. Giovanni.

Spostando l’attenzione anche sull’altro capoluogo di provincia, si sono richiesti chiarimenti sui futuri lavori di competenza RFI ed in particolare sulla riqualificazione della stazione di Terni, dai marciapiedi alle pensiline, sino all’atrio del complesso.

Perugia Sant'Anna ultimo giornoA tal proposito, dato che le banchine durante il periodo di realizzazione degli interventi saranno solo parzialmente utilizzabili, si è richiesta la possibilità di incarrozzamento dei treni con forte massa critica di passeggeri, come quelli del tardo pomeriggio e sera, sui binari i cui marciapiedi non siano interessati dai lavori. Questo per evitare che si ripeta quanto accadde durante la messa in opera in contemporanea sia degli ascensori da parte di RFI, che della passerella di collegamento con i futuri parcheggi da parte del Comune di Terni (di cui attendiamo ancora di conoscere la data effettiva di apertura), con la chiusura parziale del sottopassaggio lato Orte da una parte e quella totale del sottopassaggio lato Spoleto dall’altra e con i conseguenti gravissimi disagi per i viaggiatori.

Il Responsabile di RFI ci ha ancora informati che per il 2018 è previsto il completamento dei lavori di Piano Regolatore e l’attivazione del nuovo apparato computerizzato “ACC” che consentirà una gestione centralizzata del traffico dal Posto Centrale che governa l’intera linea Foligno – Terontola, con benefici sui livelli di regolarità della circolazione dei treni.

Si è quindi auspicato che, dopo le varie vicissitudini riguardanti la vecchia società appaltatrice, si trovi una soluzione anche per il raddoppio, tuttora incompiuto, della tratta tra Campello e Spoleto, augurando che si riparta quanto prima con i lavori. .

Da ultimo, però, un tasto dolente: ancora nulla per quanto riguarda una eventuale programmazione di lavori per il raddoppio della linea tra Terni e Spoleto. E questo, nonostante l’opera sia di notevole importanza strategica non solo per la Regione Umbria ma anche per le Marche, e consenta un eccezionale collegamento ferroviario trasversale tra due mari.

Di tutto questo pare che gran parte dei nostri politici si sia dimenticato. Eppure si acclama a gran voce l’Alta Velocità in Umbria.

Ben venga!!

Ricordiamoci, però, che una porzione significativa dell’infrastruttura ferroviaria che utilizziamo in questa Regione risale ai tempi di Pio IX e che per la maggior parte è a unico binario (per cui un treno da Perugia per Roma e/o viceversa impiega anche quasi due ore e mezza per percorrere circa 200 km; ed anche un treno AV, quale ad esempio il FB da Roma per Ravenna, seppur di massa più leggera di un materiale ordinario, è costretto, comunque, a soggiacere ai vincoli del tracciato).

Forse, sarebbe il caso di rivedere la scala delle priorità, invocando non solo i servizi AV, ma soprattutto dandosi da fare per l’ammodernamento delle linee, come anche per l’acquisizione per i treni sovraregionali di materiali atti a velocità superiori a quelle attualmente in uso. Tutto questo consentirebbe di diminuire i tempi di percorrenza, evitare le precedenze di cui già abbiamo parlato, e, in prospettiva, di essere tagliati fuori dall’accesso alla Direttissima. Ad oggi però non abbiamo avuto alcun riscontro, nonostante siano anni che rappresentiamo alla Regione tale necessità.

Su tutto questo avremo modo di tornare, forse, anche nell’audizione in Regione, che è stata richiesta da alcuni gruppi consiliari di minoranza tempo fa.

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