Tre anni senza David, fra giustizia e dolore

Terni, omicidio Raggi: la condanna di Amine Aassoul è diventata definitiva poco prima dell’anniversario della scomparsa del 27enne. Gli amici: «’Vincitori’ di lunga battaglia»

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di Fra.Tor.

David Raggi

Sono trascorsi tre anni da quella notte che ha sconvolto un’intera città. Era il 12 marzo 2015 quando Amine ‘Aziz’ Aassoul, in piazza dell’Olmo a Terni, colpiva brutalmente e senza motivo il 26enne David Raggi, sgozzandolo con un pezzo di vetro di un calice. Proprio lì, in quella piazza dove amava ritrovarsi con gli amici dopo una giornata di lavoro. Dopo tre anni di dolore e di vicende giudiziarie, venerdì scorso ‘Aziz’ è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione.

Causa allo Stato La famiglia di David, inoltre, nei mesi scorsi ha intentato una causa civile nei confronti dello Stato, in particolare la presidenza del Consiglio e i ministeri della Giustizia e dell’Interno. Il procedimento – accompagnato da una richiesta di risarcimento di 2 milioni di euro – è legato al fatto che l’omicida non doveva essere in Italia e comunque, secondo l’avvocato Massimo Proietti che difende la famiglia, non doveva essere a piede libero perché già gravato da un pesante cumulo di pene da scontare.

DEFINITIVI I 30 ANNI AD AMINE ‘AZIZ’ AASSOUL

Una lunga battaglia «È stata una settimana strana: fatta di tante notti insonni e di paure», racconta Tamara, amica di David. «La conferma dei 30 anni è stata una vittoria e una sconfitta. Fra 30 anni quell’essere sarà libero e David no. Fra 30 anni noi continueremo a piangere e pensare quanto sia stata ingiusta la vita e lui invece potrà rifarsene una. Ma l’Italia è questa. Purtroppo il rito abbreviato esiste. È stata una battaglia lunga dalla quale usciamo ‘vincitori’ e per questo vorrei ringraziare tanto due persone che forse, noi amici, non abbiamo mai ringraziato pubblicamente: l’avvocato Massimo Proietti per la sua bravura, ma soprattutto umanità e, anche se non c’è più, il giudice Maurizio Santoloci che all’epoca con decisione affermò che droga e alcol non potevano essere delle attenuanti. Ecco, se in Italia esistessero più persone come loro, forse davvero si potrebbe credere nella giustizia».

Gli amici di David

Le udienze Silvia, anche lei molto legata a David, spiega di non essere «esperta in materia, non so in questo campo quali siano i termini esatti per esprimersi, ma per me è semplice. A prescindere dal fatto che non gli si doveva neanche permettere di impugnare la sentenza (che sia legge o meno), la prima udienza, essendo appunto la prima, è durata un giorno così come l’agonia e l’ansia. La seconda è durata mezza giornata, quest’ultima è durata neanche due ore. Questo per dire che il tempo giusto che si doveva impiegare per arrivare ad una conclusione è stato proprio quello di quest’ultima udienza. Perché? Perché le chiacchiere stanno a zero. Una volta esposti i fatti cosa c’era da dire? È stato veloce e sono stati riconfermati i 30 anni perché per una volta nessuno è stato sordo. Ci sorprendiamo per questo quando in realtà la giustizia dovrebbe stare dalla nostra parte sempre. David non ce lo riporta indietro nessuno e 30 anni sono comunque pochi, perché mentre lui a 60 uscirà, David non tornerà, ma è una piccola ‘vittoria’ e purtroppo ci dobbiamo far bastare questo».

30 anni Benedetta, un’altra amica di David, aggiunge che tutto il gruppo dei suoi amici si sta già attivando per organizzare la «’festa’ per i 30 anni di David – il prossimo 4 luglio – che penso si svolgerà all’Anfiteatro Fausto, all’interno del parco ‘La Passeggiata’. Vedere come la città sia disponibilissima per ogni richiesta e non dimentica nonostante siano già passati, volati, 3 anni, ci fa sentire meno soli».

La messa Lunedì pomeriggio, nella chiesa di San Paolo a Terni, si è tenuta una messa in suffragio per ricordare David a tre anni dalla sua scomparsa. Subito dopo la messa gli amici di David hanno letto delle lettere, pensieri, parole che hanno nel cuore e che hanno voluto dedicare a quel giovane che ha lasciato in tutti loro un enorme vuoto. Tutti insieme poi, però, hanno ingoiato le lacrime, indossato il loro sorriso migliore, e con Diego – fratello di David – sono andati al People in piazza dell’Olmo e hanno brindato al loro caro, per non dimenticare. Come se fosse possibile il contrario.

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