UJ: «Il grande pubblico tornato dopo il sisma»

Perugia, i numeri di Umbria Jazz 2019: 300 eventi, per la maggior parte gratuiti, distribuiti in 10 giorni, 12 location, 95 band in cartellone con quasi 500 musicisti

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di G.N.

«Umbria Jazz è una delle principali aziende cittadine, un patrimonio acquisito», come testimoniano i numeri dell’edizione 2019: trecento eventi distribuiti su dieci giorni, per la maggior parte gratuiti; dodici diverse location. Novantacinque band in cartellone con quasi cinquecento musicisti. A fare il punto della situazione, domenica mattina, all’Hotel Brufani, di Perugia, sono stati il direttore artistico, Carlo Pagnotta, il vice presidente Stefano Mazzoni, il direttore generale Giampiero Rasimelli e il sindaco della città, Andrea Romizi.

Il direttore Pagnotta e il successo di Via della Viola

La soddisfazione di Carlo Pagnotta per la riuscita di Umbria Jazz è palese: «Il cartellone si fa, gli artisti sono straordinari. Ma la rivelazione di quest’anno è stata Via della Viola, un’idea nata quarant’anni fa e che oggi ha trovato concretezza. La zona è rifiorita, Io non la frequentavo più dagli anni dell’Università. Ma vedere ieri mattina, in un orario per me desueto (le 10.00, ndr), quasi 800 persone, tra bambini e mamme, è stato straordinario. Come Fresu che ha suonato da un albero».

Le clinics e la polemica di Pagnotta sui finanziamenti tolti

Non usa giri di parole, Pagnotta, ma va dritto al punto, come nel suo stile: «Qualcuno deve ripensare qualcosa. Chi ha cancellato i finanziamenti vuol dire che ha capito poco. Chi sta a capo delle Istituzioni deve capire. Il prossimo anno, sono 35 anni di collaborazione con le Clinics del Berklee College e a Settembre andrò a rifirmare il contratto, speriamo per cinque anni. Dobbiamo portare avanti un progetto che coinvolga le nostre Università e il Conservatorio, quanto prima, per evitare che lo facciano altri».

Il sindaco Romizi

«Umbria jazz, con i suoi diversi appuntamenti, ha dato visibilità anche al territorio». Il sindaco ha parlato di San Francesco al Prato, «restituito alla città» e degli accessi numerosi all’acropoli: «Abbiamo dati ragguardevoli anche per il minimetrò».

Il direttore Rasimelli

Per il direttore Rasimelli, Umbria Jazz rappresenta «una delle principali aziende cittadine, anche se ha una struttura esile, capace di generare uno straordinario coinvolgimento di pubblico, visitatori, volontari e indotto. Sono due anni di successo di Uj, dopo le ferite inferte dal terremoto. La scelta fatta dal governo Gentiloni di riconoscer Uj quale manifestazione nazionale e ottenere così un cospicuo finanziamento ha permesso un cartellone di primo livello, di grande qualità artistica, ma anche la possibilità di investire sulla comunicazione. Infine, come non citare il percorso dei Funk Off e la solidarietà in ospedale e il progetto green del festival».

Il presidente Mazzoni e l’edizione da record

«Tanta musica, ma anche seminari di formazione, un concorso per nuovi talenti, iniziative e laboratori per i bambini, enogastronomia, una mostra fotografica in Galleria, lezioni di ballo swing, dj set. Grande successo per la nuova location di Via della Viola: durante il giorno animata da centinaia di bambini, la sera e a tarda notte dalla musica delle jam con molti artisti graditissimi ospiti a sorpresa. San Francesco al Prato è tornato finalmente alla città che si è riappropriato di uno dei luoghi storici del festival. Questa edizione ha inoltre visto l’inizio di un cammino, che porterà al 50esimo nel 2023, che la impegna nella difesa dell’ambiente con molte iniziative racchiuse nello slogan “Wake Up! Music will save the planet!” Buona musica si è ascoltata anche con i finalisti del Conad Jazz Contest, che ha visto vincere il Michelangelo Scandroglio Group. Di assoluto rilievo anche i numeri del festival online: circa 200.000 utenti raggiunti al giorno su Facebook per un totale di oltre 1.500.000 di persone raggiunte. Oltre 2.000.000 di impressions totalizzate dai post pubblicati dall’account ufficiale di UJ su Facebook. Oltre 200.000 interazioni tra like, commenti e condivisioni. 232.548 visualizzazioni dei video per un totale 94.300 minuti guardati su Facebook (1.572 ore, l’equivalente di 65 giorni) 1.000.000 di impressions totalizzate su Instagram. Tantissimi gli utenti che hanno pubblicato stories su Instagram taggando l’account di UJ o utilizzando l’hashtag ufficiale. Grande attività anche da parte degli artisti, che hanno pubblicato storie direttamente dai palchi. Oltre 100.000 visualizzazioni dei Tweet pubblicati. Oltre 600.000 le pagine viste sul sito, in aumento rispetto all’anno scorso il numero di utenti che hanno visitato le pagine e il tempo trascorso a navigarle. Molto interesse da parte del pubblico radiofonico per gli speciali e le interviste realizzate in diretta da Perugia dalla radio ufficiale del  festival RTL 102.5. Umbria Jazz 19 ha partecipato al progetto “Le quattro stagioni del jazz in Umbria”, realizzato nell’ambito del PSR Umbria 2014-2020 Mis. 16.3.3».

Le strutture e il santa Giuliana

Come ogni anno, si ripropone la questione degli spazi: «Abbiamo una struttura tecnologica – ha detto Mazzoni – di altissima qualità. Sui tempi delle strutture non si può sbagliare».

No a un jazz club a Perugia, ma sì a più concerti

«Il Jazz Club funziona male a Roma, a Milano, persino a New York. Il jazz – ha commentato Pagnotta – non è una musica di massa. Vedremo di aumentare i concerti durante la stagione e a questo stiamo lavorando»

L’assessore Cecchini

Tramite una nota, l’assessore ha fatto sapere che il successo di questa edizione rappresenta «la giustezza della scelta dell’allora Governo Gentiloni, e del Parlamento, di riconoscere Umbria Jazz evento di carattere nazionale, assicurando significative risorse che, accanto a quelle altrettanto importanti messi a disposizione dalla Regione Umbria, offrono al festival certezze necessarie ad assicurare all’evento non solo un futuro, ma anche una significativa crescita che stiamo verificando ormai dalle ultime edizioni».

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