Umbria, 33 milioni per le strade provinciali

Il decreto di riparto va dal 2018 al 2023. Previsti 24.687.822 euro per la provincia di Perugia e 8.311.486 per quella di Terni

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24.687.822 euro per la provincia di Perugia e 8.311.486 per quella di Terni: il decreto di riparto di 1,62 miliardi di euro proposto dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, per interventi di manutenzione della rete stradale di province e città metropolitane, ha avuto l’intesa dalla conferenza Stato – Città ed autonomie locali. Lo stanziamento è stato ripartito su periodo di sei anni, con 120 milioni di euro per il 2018 e 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2023.

L’erogazione dei fondi A provvedere all’erogazione delle risorse a province e città metropolitane, indicate dal decreto, è la direzione generale per le strade e autostrade e per la vigilanza e la sicurezza nelle infrastrutture stradali del ministero, entro il 30 giugno di ogni anno.

«Obiettivo sicurezza» Le risorse erano state previste dalla legge di Bilancio 2018, «per il finanziamento degli interventi relativi ai programmi straordinari di manutenzione della rete viaria di province e città metropolitane». Così il ministro Delrio: «L’intervento previsto in bilancio e ora ripartito per province e città metropolitane risponde alle esigenze di sicurezza stradale dei cittadini, per ridurre l’incidentalità e consentire il diritto alla mobilità in tutte le aree del paese. La certezza delle risorse per sei anni consente agli enti locali di avviare subito, per il 2018, gli interventi più urgenti e di definire un’adeguata programmazione di altri più profondi interventi da attuare negli anni successivi».

‘Paletti’ Le risorse non potranno essere utilizzate per realizzare «nuove tratte di infrastrutture o interventi non di ambito stradale, ma solo per interventi di progettazione e di adeguamento normativo, miglioramento della sicurezza, percorsi per la tutela di utenti deboli, salvaguardia pubblica incolumità, riduzione dell’inquinamento ambientale, riduzione del rischio da trasporti soprattutto quelli eccezionali, incremento della durabilità e riduzione dei costi, anche grazie alla programmazione pluriennale».

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